In pratica, cosa troviamo dentro il TER? E’ un coefficiente che racchiude l’analisi di tutti (o quasi) i costi e le spese di un fondo.
La normativa ne prevede l’indicazione obbligatoria nel Prospetto Informativo dei fondi comuni italiani. Considerato però che si tratta di un numero non determinabile a priori, è possibile indicare il TER degli anni passati. Non è detto che sia preciso, ma è comunque un indicatore del
livello medio dei costi che la Società di gestione caricherà sul patrimonio dei fondi anche in futuro.
Il TER tiene conto:
> delle commissioni di gestione, che rappresentano la parte più rilevante, in media l’85%;
> della commissione di performance, che però può essere valorizzata solo dopo il confronto con il benchmark;
> del compenso riconosciuto alla banca depositaria, che incide del 5%, con eccezione dei fondi monetari dove arriva al 10%;
> delle spese di revisione della contabilità e dei rendiconti dei fondi, del contributo di vigilanza a favore della Consob, delle spese legali, delle spese di pubblicazione sugli organi di stampa del valore unitario della quota e degli avvisi riguardanti le modifiche regolamentari. Queste voci di spesa sono molto marginali e a volte occasionali, e rappresentano di solito meno dell’1%.
Il TER non tiene invece conto degli oneri fiscali e delle spese di sottoscrizione, rimborso e switch. Inoltre non sono inclusi i costi di intermediazione di acquisto e vendita titoli, abbastanza consistenti per i fondi azionari dove la frequenza delle operazioni è elevata, mentre sono nulli per i fondi obbligazionari e monetari, dove in pratica il gestore si limita a comprare obbligazioni all’emissione e poi attendere la scadenza.
L’indicazione nel Prospetto Informativo del TER è una misura efficace e trasparente, anche se non comprende, come abbiamo visto, tutti i costi di un fondo comune.
Comunque è sempre utile controllare questo indicatore, ma il controllo deve essere fatto in base alle diverse tipologie di fondi comuni. E siccome i costi che pesano di più sono le commissioni di gestione, bisogna tenere presente che le categorie che hanno il ratio più alto sono quelle che hanno commissioni di gestione più elevate, come i fondi azionari e i flessibili.
Per questo motivo la raccomandazione è di controllare il TER tra fondi omogenei, cioè appartenenti alle stesse categorie, altrimenti è inutile.