Il problema della tutela del patrimonio artistico è una piaga annosa, specie in terra di Sardegna, dove gran parte del territorio è costellato da antichi testimoni del tempo. Fonni è uno dei casi particolari, Foni e il sito Gremanu- Madau. Il santuario di Gremanu pare voglia diventare l’emblema della noncuranza e della trascuratezza, dell’ignoranza e dello spreco. Anche l’amministrazione comunale sembrerebbe essere stata più volte sollecitata dalla direzione del Museo Archeologico di Nuoro preoccupata per la sorte dei uno dei siti nuragici più importanti della Sardegna.
Il complesso nuragico della località nota con il nome di Gremanu o Madau, esteso per oltre sette ettari, si articola in una serie di fonti e pozzi per la captazione e la raccolta delle acque e, a valle, in una serie di templi con villaggio. Vicino sorge anche una necropoli, sempre nuragica, con 4 tombe di giganti. A Gremanu ci troviamo di fronte all’unico esempio finora noto di “acquedotto” nuragico, un complesso di fonti collegate tra loro da un elaborato progetto idraulico, funzionale alla raccolta delle sorgenti della montagna, le cui acque venivano utilizzate per i riti religiosi e per il fabbisogno delle genti del villaggio che stava a valle.