Domenica scorsa, forti del periodo favorevole e della comune passione per le rose, mia suocera ed io abbiamo trascinato le rispettive famiglie in un vivaio di cui avevo sentito favoleggiare da lungo tempo, Anna Peyron.
Luca lo conosceva perché 25/30 anni fa era ben fornito di piante grasse, anche di notevole valore. Per mia fortuna, la proprietaria è rinsavita e si è completamente dedicata alle rose, che io reputo ben più meritevoli.
(Lo so, sarà un mio limite, ma trovo che le piante grasse siano rivoltanti e dolorose)
Come offerta commerciale, non l'ho trovato né particolarmente fornito né particolarmente vantaggioso. Nel senso: è un ottimo vivaio, con una scelta molto vasta, ma nulla che non abbia già visto online.
Poi mettiamoci pure che probabilmente le rose più belle sono state già vendute e quelle che stavano vendendo erano probabilmente le ultime scorte.
Ma, passata la parte "commerciale", comincia invece la pura meraviglia: una valletta fatta ad anfiteatro, interamente coperta di rose.
Ed ogni cespuglio era chiaramente individuato con nome, cognome e anno di creazione di quella varietà, in modo che i clienti possano farsi un'idea del portamento e delle dimensioni di ogni rosa.
È così che mi sono innamorata dei grappoli di fiori e degli enormi cespugli delle rose Moschata, in particolare di Penelope e Danae.
Nel mio progetto per l'orto del polacco, queste due rose chiare andrebbero posizionate sul lato sud, verso le api, a fare da sfondo a una vasta quantità di rose colorate.
La nostra idea, per non spendere un capitale, sarebbe di comprare queste due rose e poi, in autunno, fare innumerevoli talee di rose colorate a cespuglio da mio nonno, mia suocera e chiunque vorrà contribuire.
Ci sarebbe poi da spostare una certa piramide, per farci arrampicare una bella Mermaid o una Pierre de Ronsard (suggerimento di Paola, mica farina del mio sacco), ma per quello avremo bisogno di molte robuste braccia, adeguatamente motivate.