Food Blogger Interviews – Guest Blog: Essenza in cucina

Da Vale77
Era da un po' che mi ripromettevo di riprendere la pubblicazione delle interviste, ma il susseguirsi degli eventi unitamente a qualche dubbio personale, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. In questi mesi ho ripensato a questa Rubrica e ho voluto darle un taglio meglio definito, più personale e possibilmente utile. Non è stato facile trovare la chiave di lettura giusta, ma questa intervista di oggi,  rilasciata da Cinzia - la mia socia di Essenza in cucina - rappresenta finalmente la mia idea di intervista dedicata al mondo dei foodblogger. Ma lascio a voi il piacere di leggere ed eventuali commenti al testo con mille ringraziamenti a Cinzia!
Il tavolo apparecchiato secondo Cinzia. Colori, stoffe, consistenze, accessori … quale tavolo ti somiglia di più? Stile Country o City life? 
Il tavolo, nella mia memoria di sempre, dev’essere prima di tutto accogliente. Vengo da una famiglia di sei persone che ha vissuto anche momenti di fatica quotidiana, ma il nostro tavolo di tutti i giorni non ha mai rinunciato a una certa grazia ed ordine. Cosa, questa, che mi appartiene quindi da sempre. Oggi, quando invito gli amici amo preparare il tavolo come fosse una piccola “officina”, dove si trovano gli strumenti giusti per  il lavoro che si sta andando a fare... gustare. Poiché si gusta con gli occhi prima di tutto, punto molto sulla valorizzazione del cibo nel piatto, scegliendo il bianco per i miei piatti ed accessori, sempre ed assolutamente il rigoroso bianco. Amo spaziare con le forme, quindi citoline e cosine anche strane, da me abbondano. Amo i contrasti tra le cose lucide e trasparenti, vicine a qualcosa di opaco, come I bicchieri bianchi che ho trovato da IKEA. Mi piacciono moltissimo i tessuti ruvidi e grezzi per una tovaglia di fondo, amo le cose di lino fatte a mano, ma con un sottopiatto lucido e modernissimo. La nota colorata è però immancabile,  la metto con il tovagliolo e con qualche fiore dai colori abbinati, un tocco personale e, perché no, in tinta con il menù (ogni riferimento al mio amore per il colore nei cibi è puramente casuale...!)

Cosa non deve mancare nella tua dispensa? L’alimento che più ti conforta sapere in cucina e con il quale sei certa di potere preparare un piattino di emergenza sempre buono e gustoso.
Nella mia dispensa non manca mai la pasta. Poi, difficilmente rimango senza olio, erbe aromatiche e qualche mezzo vasetto di conserve in olio o salamoia, che in frigo si mantengono anche a lungo. Quindi un piatto di pasta saporitissima con acciughe, capperi, tonno e olio piccante, anche a dispensa praticamente vuota, può sempre saltar fuori all’ultimo minuto. A volte gioco anche ad azzerare la dispensa, forzandomi a non fare la spesa se non per una o due cose fresche che mi servono a completamento di un piatto. Trovo che sia un esercizio di creatività unico... I miei familiari, fratelli e cognate, spesso si stupiscono di come, con quattro cose scovate in fondo ad un armadietto e poco altro, possa letteralmente improvvisare una buonissima cena per sei
L’ingrediente che hai utilizzato e che più ti ha dato soddisfazione:
Ultimamente ho scoperto il labneh, ovvero una sorta di crema leggermente acida, che risulta dopo aver lasciato “drenare” dallo yogurt greco, il siero in esso contenuto. Può essere insaporita con erbe aromatiche, aglio, oppure mischiata a salse come la senape... oppure con frutta acida come i lamponi. O infine, opportunamente dolcificata, può essere l’ingrediente portante di fantastici e freschissimi dessert estivi. Ecco, il labneh è la più bella scoperta dell’anno, almeno finora...
Il piatto che hai cucinato e che fino ad ora più ti somiglia. Quello che più di tutti parla di te e del tuo modo di essere e di vivere il cibo. 
Tra tanti piatti pubblicati... Direi il risotto al limone e fiori di sambuco. Si tratta di un piatto che ho “inventato” per non buttare dell’infuso di sambuco con limone, che avevo preparato per fare lo sciroppo e, appunto avendone fatto troppo, mi spiaceva buttarlo. Mi sono allora ricordata di un risotto con il limone e mi sono detta, perché non metterci il profumo di un fiore? Ecco, in questo piatto ci sono tutta io: una preparazione tradizionale e secondo i canoni classici, rigorosamente cremoso e mantecato, con la nota classica del limone e quella sorprendente del profumo di un fiore, una punta di dolcezza con il miele ed ecco pronto un piatto che, in fondo è nato per non buttare via nulla, che porta in tavola quello che il frigo offre, interpretato secondo il mio stile.
Un incontro che vorresti tanto fare. Se incontrassi Mr. X allora…. Non lo so, nomino Cracco tanto per fare un nome. Se tu avessi la possibilità di conoscere uno chef che stimi, cosa gli chiederesti? Quale esperienza vorresti condividere con lui? Culinariamente parlando certo, anche perché se fosse Cracco mi sa che in molte vorrebbero iniziare almeno con un aperitivo e qui mi voglio fermare :=)

...prima di tutto... SORRISONE e piccola risata! Sono una persona che cucina in modo molto istintivo, non ho fatto corsi di cucina o pasticceria, mai. Quello che faccio l’ho imparato praticamente da sola, leggendo qualche libro, guardando qualche programma in TV, pochi e solo di recente, perché quando crescevo con la mia passione, c’era ancora “l’altra TV” quella delle righe fino alle ore 17.Sento dentro di me tanta ammirazione per coloro che riescono a fare di questa passione un vero lavoro. Si, cara Valentina, qualsiasi persona tra I “grandi” del food incontrassi, da Cracco a Bastianich o Montersino, probabilmente parlerei di volo, di viaggi, dei fiori, forse del profumo della vaniglia... Ma confrontarmi in cucina è proprio l’ultima delle cose che potrei fare. Resterei in silenzio, religioso silenzio, perché ogni parola, ogni gesto di uno di questi personaggi, ogni loro sguardo posto su un ingrediente, ogni movimento delle mani col coltello, sarebbe per me una possibilità di imparare.
Consigli per l’acquisto: ci puoi dare un consiglio su un prodotto (cibo o accessorio) per rendere la nostra tavola o la nostra esperienza in cucina davvero piacevole? Faccio un esempio: io l’estate scorsa ho trovato in montagna delle fiale trasparenti in vetro piene di spezie. Coloratissime, come piacerebbero a te, profumatissime e molto molto scenografiche. Le ho messe in un cassetto in cucina e quando le uso, mi sento una specie di stregone davanti al pentolone…
...bello, certe volte mi sento anch’io proprio così, anzi grazie della bella immagine. Un “cibo” per rendere la nostra esperienza in cucina davvero divertente è la pasta fillo: la trovo di una versatilità unica. Mi piace la sua croccantezza ed il contrasto che si ottiene usandola per farne dei cestini, o dei fagottini il cui contenuto sia rigorosamente morbido e sorprendente. E poi è di una versatilità unica, permette delle divagazioni anche con il dolce e mi stuzzica da matti. Più piacevole di così :)
E adesso chiudiamo giocando:
Cosa butteresti dalla torre (e non ho chiesto chi, quindi è andata bene!): la mezzaluna o il cavatappi?  



Assolutamente, la mezzaluna! Non l’ho mai nemmeno avuta, nella mia cucina. L’aveva mia mamma, praticamente nuova e ci credo,  mi domando come si potesse usare con efficienza. Quindi da buttare senza remore! Al cavatappi invece non potrei proprio rinunciare, stappare una buona bottiglia tra amici, con gesti “antichi” e conviviali usando quel vecchio cavatappi a leva, lo trovo anche affascinante... Prosit!
La mise en place di Cinzia, in risposta alla domanda:
Il tavolo apparecchiato secondo Cinzia. Colori, stoffe, consistenze, accessori … quale tavolo ti somiglia di più? Stile Country o City life?
Buone vacanze!!
Vale

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