Veniamo ora all'intervista!
1. Chi approda per la prima volta nel tuo blog non può certo non essere attratto dalle immagini che subito lo accolgono. Immagini che parlano di cibo certo, ma non solo. Sono immagini che spesso ritraggono un dettaglio, anche solo una farfalla o un fiore e che danno voce al tuo modo di essere. Volendo fare un giretto virtuale nel tuo blog e volendo in questa promenade fare qualche tappa, mi piacerebbe fermarmi prima di tutto alla Casa nel bosco e darci una sbirciatina all’interno insieme a te. Qual è Ambra il tuo modo di vivere il tuo rapporto con il cibo e la natura, con ciò che ti circonda e che ami condividere in questa romantica (per me è così) rubrica?
La Casa nel bosco è la parte più intima del mio blog. Racconta il mio modo di avvicinarmi alla natura che è parte integrante del mio essere e della mia cucina ma racconta anche il luogo in cui mi sento a casa, il mio rifugio. Il bosco è il posto in cui vorrei sempre stare, una dimensione in cui mi metto in ascolto e sento il benessere nell’anima, la serenità che mi pervade e che cerco di trasmettere nelle mie pagine, catturare nelle mie foto. Ciò che il bosco mi offre lo trovo meraviglioso e vero: sì, è un cibo vero, senza trasformazioni, senza trattamenti, te lo offre adesso ma tra due settimane non lo trovi più, è fantastico. Questa rubrica sono io e questi sono gli ingredienti che preferisco.
2. Proseguendo il nostro cammino, entriamo nella cucina di Julia Child…facciamo piano per non rompere l’incantesimo. Racconta dai, chi è per te Julia? Non è certo solo un libro di cucina, lo sappiamo bene, qui si sconfina nella Cucina Francese con le maiuscole ( e io le metto tutte!).
Questa rubrica per me è una vera sfida, a farmi intraprendere questo cammino in salita sono state più cose, sicuramente la figura di Julia ha influito in modo significativo, una donna forte che ha avuto il coraggio di portare avanti le sue idee fregandosene delle convenzioni, una pioniera. Quando ho visto il famoso film sulla sua vita la prima cosa che ho provato è stato un forte desiderio, quello di possedere il suo libro e di mettermi all’opera. Quando però ho appreso che “Mastering The Art of French Cooking” non è tradotto in italiano ho capito che per me sarebbe stato uno splendido modo per avvicinarmi alla cucina francese che conosco poco e che forse, nel mio piccolo, avrei reso un servizio a chi si avvicinava alla cucina di Julia Child cercando le sue ricette in italiano. Devo dire che tradurre le ricette è davvero un lavoraccio ma la soddisfazione è grande, in primis perché le ricette sono davvero favolose e poi perché replicare pedestremente un piatto (pratica quasi sconosciuta a noi food blogger che ci dobbiamo mettere sempre lo zampino!:D) è un esercizio molto utile, ho imparato un sacco di cose. Grazie Julia.
3. E poi arriviamo in un'altra cucina, quella a domicilio. Ecco, anche questo argomento stuzzica parecchio il mio interesse nonché la mia fantasia. Mi immagino che ti chiami qualcuno, che ti dica di cosa ha bisogno e tu che cominci a scrivere, prendere appunti, ideare un menù e via di seguito. Ma funziona cosi? Domande da vera extra terrestre in questo mondo di cucina a domicilio che proprio non conosco ma a cui spesso ho pensato. E poi, come si fa? Fanno la spesa loro o la fai tu? E se devi tirare la pasta e non hanno il mattarello? Lo carichi in macchina e via che vai con tutto l’occorrente? Inutile ribadire che l’argomento mi prende assai!!
La cucina a domicilio è un’attività che svolgo collateralmente al mio lavoro di impiegata. Diciamo che mi piace pensare di avere due identità, come i supereroi! Proprio perché è un’attività che svolgo in modo purtroppo limitato a causa di impegni lavorativi e familiari, quando mi capita di dedicarmi ad un cliente lo faccio davvero con tutte le mie forze. Cerco di capire i desideri e di esaudirli, anzi, di superarli, il mio obiettivo è quello di rendere le occasioni speciali dei miei clienti davvero indimenticabili.
Stampa dei menù, allestimento della tavola, mise en place, sono solo alcuni degli aspetti importanti di questo lavoro ma tutto parte da un’idea, un’ispirazione. La mia mente lavora senza sosta fino a quando i menù da sottoporre al cliente non mi soddisfano totalmente e, credetemi se vi dico che pretendo molto da me stessa, in cucina sono una perfezionista, per questo non rinuncio mai ad avere dietro la mia attrezzatura, lo so fa un po’ “borsa del dottore”!
4. Da quando ti seguo, e ormai è qualche anno, vedo spesso sfilare sotto i miei occhi (e purtroppo non sotto il mio naso) dei piatti i cui ingredienti sono molto legati al territorio. Come vivi il rapporto del cibo che prepari con il luogo in cui vivi, con la tradizione culinaria da cui provieni? Te lo chiedo perché trovo che vi sia sempre molta consapevolezza nel trattare gli alimenti e nel scegliere gli ingredienti e quello che a me piace molto, solo per fare un esempio, è l’attenzione alla stagionalità, cosa che ti permette di portare in tavola degli alimenti che sono sia reperibili in quel dato momento sia di una bontà eccelsa.
Stagionalità e territorio sono le fondamenta della mia cucina. Non riesco proprio ad usare alimenti fuori stagione…è più forte di me! Penso e spero di averlo divulgato con la Piccola bottega di campagna, il contest in collaborazione con Malvarosa Edizioni appena terminato con cui ho sfidato tutti i blogger a creare ricette con gli ingredienti di stagione per un anno intero. Per quanto riguarda il territorio voglio citare una mia frase (modestamente!!:D) “Noi siamo l’insieme dei sapori della nostra vita”. I sapori che amiamo, che ci legano ai ricordi della nostra infanzia, ai momenti felici trascorsi attorno ad un tavolo sono quasi sempre patrimonio del territorio in cui siamo cresciuti, fa parte del nostro DNA, è la nostra identità. Per questo è importante non perdere questo legame così prezioso, acquistare a Km0 e utilizzare prodotti di stagione è il mio consiglio per alimentarsi bene e vivere in modo naturale senza rinunciare al gusto.
5. Adesso passiamo con un po’ di leggerezza a qualche altra domandina. Chi butti dalla torre, la cucina della tradizione o quella fusion? (guarda che sono stata brava perché non ho menzionato quella francese ;-)
Devo dire che in un momento di avarizia mi tengo tutti e due! Per me la cucina è un percorso fatto di conoscenza ma anche di istinto, di tecnica ma anche di creatività. Faccio difficoltà a scegliere anche perché penso che non ci sia una barriera così rigida tra tradizione e innovazione. Oggi i grandi Chef rivisitano la tradizione ma allora parliamo di cucina tradizionale o fusion? Io non sono in grado di dare una risposta e non penso sia importante. Butto dalla torre la cucina scadente, la cucina che non punta sulla qualità degli ingredienti e la cucina che vuole stupire a tutti i costi accostando sapori che sfidano le leggi del buon gusto.
6. Ci regali una foto della tua mise en place preferita?
Non posso che regalarvi questa, è il banner di un mio vecchio contest proprio dedicato alla Mise en place. Adoro allestire la tavola e credo fermamente che le pietanze debbano essere curate nella presentazione e servite con garbo. Non possiedo servizi di pregio o argenteria preziosa, ritengo che il buon gusto sia più che sufficiente per ricevere con successo i nostri ospiti.
7. Nuovi progetti: finito il contest di Malvarosa, certamente ci riserverai nuove e accattivanti proposte, work in progress?
Sto vivendo una fase un po’ di stallo, voglio dedicarmi alle mie rubriche, quella di cucina francese l’ho davvero trascurata e sento che in questo momento è ciò che desidero. Naturalmente il mio essere vulcanica non pone garanzie sulla durata di questo periodo, se mi viene un’idea di quelle che non riesco a levarmi dalla testa sono capace di mettermi all’opera immediatamente! In verità un’idea c’è, la cullo da qualche mese, ma non voglio svelare nulla, dovrete aspettare la primavera….curiosi eh???!!!