Ed ebbe la luce CARLO E CAMILLA IN SEGHERIA.
Carlo è lui, Camilla è solo il pretesto allusivo ad un allure di nobiltà in contrasto con la segheria, che è il luogo ameno nel quale il ristorante è stato ricavato, in Via Meda 24, ai Navigli di Milano.
Sabato 22 febbraio ha aperto le porte il bar che pare vantare ottimi cocktail made by Filippo Sisti, venerdì 1 marzo l'apertura si è completata estendendo l'accesso al ristorante gestito da Nicola Fanti (uno dei soci, forse proprio lui nel ruolo di Camilla, poiché la segheria è della terza socia Tanja Solci, proprietaria delle mura).
Il ristorante ebbe la luce per modo di dire, perché l'atmosfera più che soffusa si può definire in perfetto stile m'illumino di meno, seppur quei pochi watt facciano scintillare sfarzosi lampadari di cristallo.
La preziosità dei lampadari la si ritrova nei piatti vintage delle porcellane Richard Ginori e nel valore delle sedie di design di Cappellini, che piacciano o meno.
La modestia delle mura con intonaco al vivo in stile post-industriale/crisi-economica, che non è certo una novità in fatto di allestimenti d'interni, prosegue nel tavolo, uno, unico, a croce: e qualcuno già ha palesato un atmosfera che strizza l'occhio alle messe sataniche o alle sagre della porchetta.
Invece si promettono materie prime di grande qualità (e ci mancherebbe) con piatti semplici che orientano il conto sui 40 euro a testa, carta dei vini esclusa. I cubi, di carne o di salmone, sono i piatti di punta, assieme alle carni al josper, una sorta di "griglia in forno".
Posso esprimere pareri non essendomi ancora seduta al tavolone comune con le porcellane a fiori?Tecnicamente no e della cucina non posso dire nulla.
Però posso dire che il concept di questa segheria reale proprio non mi attira, un palese vorrei ma non posso, una specie di capsule collection stile Cracco for H&M.
★★★
Da Cracco a Masterchef il passo è breve e non si possono omettere due parole di commento alla finale di ieri sera che si è tenuta ai Magazzini Generali di Milano.
Dalla proposta di quel coniglio crudo in poi l'avevo capito che FEDERICO FERRERO poteva odorare di vittoria, o rivelarsi un gran cazzaro. Il coniglio crudo è piaciuto e l'escalation del dottorino è proseguita con grande consapevolezza: molte vittorie e un solo impasse, allo stato delle cose, più che superato.Avanguardistico quanto basta, piatti concettuali, sperimentazioni e nuove proposte. Forse l'unico ad aver osato di più, così come vuole soprattutto Barbieri.
Convinzione e saccenza, gli stessi ingredienti che lo scorso anno portarono alla vittoria Tiziana. E per uno che ha il cognome che sa di cioccolato, possiamo dire che il punto della vittoria è scaturito proprio sul dolce...Almo, suo avversario nel duello finale, si è comunque rivelato un abile cuoco, molto preparato sulla lavorazione delle materie prime ma penalizzato dalla poca innovazione e dai foulard al collo che manco Gabriele D'Annunzio ai tempi d'oro...
PER NON DIMENTICARE...:
(e lo SCOOP??? Rachida moglie di un cugino di Joe?!)