Foodsharing: ecco come condividere il cibo online

Da Moveup
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Dopo il bikesharing e il taxisharing ecco la nuova frontiera della condivisione sostenibile, stavolta mirata a far fronte agli sprechi alimentari. Direttamente dalla Germania arriva il foodsharing

Il foodsharing contro gli sprechi di cibo

L'idea è di due giovani tedeschi, Valentin Thum e Stefan Kreutzberg, che per dire basta allo spreco di cibo a cui ognuno di noi assiste quotidianamente hanno ideato e immediatamente realizzato un progetto per la gestione, lo scambio e lo smistamento del cibo.

Il foodsharing è la risposta sostenibile, e in qualche modo anche di protesta, ai dati emersi dalle ultime indagini svolte in Germania, secondo cui 1 panino su 5 finirebbe tra i rifiuti, insieme a tutti gli avanzi dei pasti che ammonterebbero in totale a 500.000 tonnellate all'anno di cibo depositato nelle discariche.

Da oggi in poi, state ben attenti a dire "Sto morendo di fame…"

Ottimizzare le risorse alimentari con il foodsharing

Contemporaneamente a evitare gli sprechi di cibo, il foodsharing permette di ottimizzare le risorse alimentari al meglio, consentendo anche alle mense dei poveri di prestare un servizio migliore e più funzionale, con una maggiore varietà e quantità di alimenti. 

Il sistema foodsharing è davvero semplice: è sufficiente iscriversi al sito, registrare ciò che si può condividere, indicare la data di scadenza e fissare un appuntamento per lo scambio. L'obiettivo è quello di amministrare il surplus di cibo in modo assolutamente gratuito e coordinare l'azione di commercianti e privati per fare in modo che 22 miliardi di euro di cibo non finiscano più nell'immondizia, ma vengano utilizzati coscienziosamente e destinate ai meno abbienti. 

Con il servizio di foodsharing, oltre a donare del cibo, è possibile porporsi per cucinarlo per o con gli altri utenti della community, seguendo sempre la regola del "non dare da mangiare agli altri quello che non vorresti fosse dato da mangiare a te". 

Già attivo in Canada per i refettori scolastici, e in Inghilterra, grazie a un organizzazione no-profit, si spera che la tendenza intelligente del foodsharing possa arrivare anche tra le tavole degli Italiani

Pensiate che il foodsharing possa attecchire anche in Italia?


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