Allo stesso modo, introdurre il ritorno di Football Kiwi dopo un anno e mezzo di assenza mi carica di energia e di entusiasmo, nonostante sia consapevole che il percorso per ricostruire questo progetto non sarà facile. Il blog che state visitando nacque infatti nell’autunno del 2012 con il nome di “The Kiwi’s Handoff”, una sorta di esperimento derivante dal tentativo di provare qualcosa di nuovo rispetto alla mia attività principale – l’analisi geopolitica – e parallelamente alle collaborazioni con la trasmissione radiofonica “Nelpallone” su Alma Radio e con Sportivamente Mag. Tuttavia, una serie di circostanze, soprattutto lavorative e universitarie, insieme con vari errori nell’approccio al sito, contribuirono al mio abbandono dell’impegno.
Adesso, però, Football Kiwi è di nuovo qui, grazie al sostegno di coloro che mi hanno incoraggiato a seguire la passione per la nostra cara palla ovale e il desiderio di rimettermi in gioco con un spirito e una motivazione del tutto diversi dal “primo tempo”. La nuova idea per Football Kiwi prevede non tanto la ripresa del servizio di cronaca – ognuno di noi può tranquillamente visitare il sito nfl.com e leggersi i resoconti di una partita, – quanto un prodotto dinamico e su più livelli, che riporti certo le notizie d’attualità, ma si concentri soprattutto sull’analisi tecnica e sul mondo del football americano, con i rapporti tra lo sport e la politica statunitense, le curiosità, la ritualità della disciplina, senza dimenticare le storie dei personaggi che con un touchdown, un placcaggio o una schema hanno cambiato la Storia. In sostanza, l’obiettivo è da un lato occuparsi della NFL con una metodologia più critica, analizzando gli aspetti tecnico-tattici, dall’altro ampliare lo sguardo alla complessità socio-politica del fenomeno football, con un tentativo – perché no? – di letteratura sportiva.
Vorrei riuscire a raccontare il nostro amato sport – e talvolta le parole vengono quasi da sole – come un affare maledettamente serio, senza il glamour della moda: un’attività umana nella quale si suda, si soffre, non s’improvvisa niente se non il colpo di genio, si vince e si perde. Sul campo non esistono differenze. Non si è né bianchi, né neri: si è solo esseri umani, siamo muscoli, sangue, cuore, cervello e anima. Il sangue è rosso per chiunque e ha lo stesso odore di ferro; le lacrime sono trasparenti e salate per tutti quanti. Paradossalmente, il sangue, il ferro, l’acqua e il sale sono – con la propria simbologia – i pilastri delle civiltà umane.
Dov’è stato il passaggio tra il modo di raccontare lo sport di Hemingway e le moderne trasmissioni “sportive”?
Il progetto di Football Kiwi è anche questo: analizzare la velocità del gioco attraverso dati, tecnologie e notizie, quindi raccontarlo come fossimo seduti in un fumoso bar di St. Louis, con luci soffuse e musica blues in sottofondo.
Il desiderio di mettersi in gioco c’è: adesso via col kickoff!
Beniamino ‘Beno’ Franceschini
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