FORCELLA LODINA e il guardiano del Duranno

Creato il 06 dicembre 2015 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch
Ponte Compol, da qui si diparte la valle omonima, fredda e silenziosa dominata dalla possente mole del Duranno che dà il nome al gruppo di cime di cui fa parte pur lasciando il primato in altezza alla vicina Cima dei Preti

La valle si infila sulla sinistra, fredda e solitaria, preannunciando pareti severe che culminano verso l’imponente e verticale visione del Duranno che splende al sole. Dopo un breve tratto pianeggiante si inizia subito a salire bene inoltrandoci nel bosco superando subito le prime rampe. Il segnavia 374 risale la Valle del Compol nel bel bosco di faggi e in diagonale alto sul fondo del greto del torrente si raggiunge il bivio per il bivacco Greselin.




 Ancora per un tratto, proseguiamo diritti salvo poi invertire decisamente rotta verso sud per la lunga e monotona salita sempre con pendenza costante, poi aggirato un costone con affioramenti rocciosi si affronta ancora una decisa rampa che anticipa l’uscita sulle radure prative. Poco prima di uscire sui prati dove si incrocia il sentiero Valentino Lucchini proveniente direttamente dalla Val Cimoliana, notiamo dei bolli rossi fluorescenti a indicare una traccia che poi scopriamo essere una vecchia via ……. Recentemente segnata dal un Clautano doc….. interessante !Ai margini del bosco, con alle spalle le pareti del Vacalizza, proseguiamo l’ascesa, passando accanto ad una vecchia vasca in cemento,  che precede i pascoli di Casera Lodina, sotto la mole del monte omonimo. La vista si amplia offrendoci le grandi pareti. Ciazze Alte, Cima dei Cantoni, Punta Compol, Cima dei Frati, la punta di Cima dei Preti, ma soprattutto domina la elegante piramide del Duranno che si erge possente verso l’azzurro del cielo.







Raggiunto il ripiano su cui sorge la Casera Lodina in splendida e panoramica posizione, facciamo subito conoscenza con la bella famigliola di Andrea Bruno, amico virtuale che si materializza. Si fa quattro chiacchiere, si scambiano opinioni, piacevole.Intanto le nuvole del mare di nubi, che anche oggi regalano spettacoli inconsueti, avvolgono i prati della casera nascondendo il sole, intirizzendoci tutti.  Mentre Andrea con la famiglia si avvia verso valle, noi , ricevute alcune preziose indicazioni sui dintorni, decidiamo per prolungare ancora un po' la nostra sosta. In realtà stiamo giù guardando su, verso la forcella, oltre la forcella. 





Abbiamo ancora un po' di margine di tempo prima di infrangere una delle regole che cerco di impormi in questa stagione e così, ricaricate le batterie con il sapore del panino alla mortadella e il calore di un buon thè “truccato”, ci incamminiamo oltre la Casera, lungo la traccia, verso su, sul pendio soprastante.  La prima neve, ghiacciata, ci obbliga all’uso dei ramponcini, attrezzo utile che da autunno a primavera, trova un suo piccolo spazio dentro lo zaino che ci portiamo sempre dietro.Accostandosi allo zoccolo roccioso la pendenza aumenta e il sentiero va zigzagando alla ricerca del passaggio migliore per arrivare sopra.






Marisa che mi precede ad un certo punto si ferma, facendomi cenno di non fare rumore e indicandomi una direzione.All’improvviso lo vedo, grande, forse ci tiene d’occhio da un po'. Il guardiano del Duranno ci ha visto arrivare, da lontano, fiutando l’orizzonte, sentendo il nostro odore. Un grande camoscio ci osserva, ci segue nel nostro salire, smuove dei sassi che rotolano giù, per far rumore, far sapere che lui è li e ci controlla, forse protegge la camoscia e i suoi marmocchi.Ho sempre un teleobiettivo nello zaino ma stavolta no. Si spera sempre, specie quando ti piace fare fotografia, di avere un’occasione così. Ma stranamente non provo nessun fastidio perché da subito qualcosa mi dice che così è troppo facile, se Natura vuole che io ci arrivi vicino allora sarà così, altrimenti no. E’ come prendere un buon fucile con un buon mirino e fare fuoco, troppo facile. Per una volta lascio che sia l’immaginazione a vincere.

Lui è ancora li, il guardiano del Duranno si sposta con noi, si mantiene a distanza, vuole vedere dove andiamo.  Per un bel po' mi fermo a guardarlo, lui ci guarda. Lui sa che di noi non deve avere paura, lo sa……  Poco dopo infatti sul pendio sotto la forcella del Duranno e le Centenere, in prati aperti ecco correre e saltare il resto della famiglia, liberi di muoversi, scorrazzare al sole del pomeriggio. Poi il guardiano se ne va, avanza in discesa verso le rocce, sembra soffiare, liberarsi le narici, elegante corre sui prati sulle zampe, quei piccoli cuscinetti che, danzando, non muovono neanche il sasso più piccolino.





Una fortuna, questa giornata splendida, un vero regalo prima che il tempo cambi e l’inverno si faccia avanti. Ancora qualche svolta, si passa accanto ai ruderi di Casera Bergon, eccoci alla forcella , poco prima il bivio per le Centenere e la Forcella del Duranno, passando per la buse dei Vediei, dove è possibile scendere nella splendida Val Zemola. Dall’altra parte il sentiero che sale dal Passo Sant’Osvaldo e la traccia seminascosta per la Cima Lodina. Proseguiamo verso il punto più alto della forcella dove ci fermeremo. Ancora mare di nubi, foschie controluce verso il Monte Toc e più lontano il Col Nudo. Bella e grandiosa la vista verso il Duranno .  Delle tracce in parte nella neve risalgono i pendii del Lodina, andiamo a vedere, ma poi ci fermiamo…. Per oggi basta così, son quasi le 15 e sotto di noi ci sono tanti metri da fare. 










Si scende, incontro ancora una volta alle nuvole, quel filtro che separa il mondo di sotto da quello di sopra, l’ultimo regalo è l’invisibile rumore di zoccoli all’interno del boschetto sopra la fascia rocciosa che ci separa dai prati di Casera Lodina. Sa che non lo possiamo vedere, sa che non andremo a vedere all’interno del bosco, manca il tempo, ma il guardiano è lì, fa rumore, muove sassi, fa sapere che c’è.











La discesa è un lunga, abbiamo tutto il tempo di mettere a posto le emozioni, prima di arrivare al Ponte Compol al buio …..

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