Quest'anno la scelta è stata più semplice rispetto a quella delle ultime edizioni, considerato che il mio film numero uno della stagione, in realtà, passa proprio da qui, invece che nella Top 40 che vedrete tra qualche giorno dedicata ai titoli regolarmente distribuiti da gennaio a dicembre: a combattersi, al contrario, sono stati i i film appena sotto il vincitore, tra conferme graditissime e sorprese al limite del grottesco.
N°10: PASSION di BRIAN DE PALMA
Non poteva mancare, nella selezione dei dieci migliori titoli non distribuiti in Italia nel duemilatredici un vero e proprio mostro sacro come Brian De Palma, che confeziona un thriller dal gusto profondamente hitchcockiano con la solita, incredibile tecnica stregando il pubblico come un Autore del suo calibro sa e deve giustamente fare.Sequenze da capogiro per un film da capogiro.
N°9: DRINKING BUDDIES di JOE SWANBERG
Salito alla ribalta della cronaca perchè citato da Tarantino nella sua personale top ten dell'anno, Drinking buddies rappresenta la tipica commedia romantica indie, per nulla radical chic, molto sincera e, come se non bastasse, anche decisamente insolita nello svolgimento e risoluzione.Un titolo piccolo piccolo che riesce a conquistare proprio grazie alla sua onestà, e che più passa il tempo, più mi rendo conto di aver apprezzato.
E nonostante l'abbia visto l'ormai lontana sera del quindici settembre, prima di rientrare al lavoro dopo oltre tre mesi, e debba ancora pubblicare la recensione, mi pare di sentirlo sulla punta della lingua come lo stinger artigianale che lo accompagnò.
N°8: SHARKNADO di ANTHONY C. FERRANTE
Penserete abbia sbagliato classifica, inserendo Sharknado qui e non in quella dedicata al peggio, e invece no. Perchè l'involontariamente(?) comico ed assutamente geniale lavoro di Anthony C. Ferrante è quanto di più incredibile la scorsa estate abbia riservato alla famiglia allargata Ford in una serata al mare fatta, praticamente, di sole risate.Un film assurdo e sgangherato che può essere stato generato soltanto da una mente superiore.Instant cult.
N°7: BLACKFISH di GABRIELA COWPERTHWAITE
La triste vicenda di Tilikum e delle orche nei parchi acquatici, giunta dalle parti dal Saloon come un fulmine a ciel sereno e all'improvviso, narrata con piglio herzoghiano da Gabriela Cowperthwaite è una delle più toccanti dell'anno, nonchè esempio di uno dei migliori documentari del passato recente. Un modo per rappresentare il complicato rapporto tra l'Uomo e la Natura senza che retorica, senza facili retoriche o colpi bassi gratuiti, che è simbolo del valore di qualcosa di ben più grande.
N°6: REBELLE di KIM NGUYEN
N°5: SAFETY NOT GUARANTEED di COLIN TREVORROW
In uno dei periodi peggiori vissuti da casa Ford, nel pieno di una primavera incasinata, turbolenta e distruttiva, questo gioiellino del Cinema indipendente americano è stato un respiro nel pieno dell'apnea, una di quelle piccole magie che solo il Cinema può regalare al pubblico.Coinvolgente, sincero, dal cuore aperto e lanciato oltre ogni ostacolo - perfino il Tempo -, Safety not guaranteed è senza dubbio uno dei prodotti migliori che le stelle e strisce abbiano partorito nel passato recente.
N°4: KON TIKI di JOACHIM RONNING e ESPEN SANDBERG
N°3: HARA KIRI - DEATH OF A SAMURAI di TAKASHI MIIKE
N°2: EUROPA REPORT di SEBASTIAN CORDERO
N°1: MUD di JEFF NICHOLS
I PREMIMiglior regia: Jeff Nichols per Mud
Miglior attore: Matthew McConaughey per Mud
Miglior attrice: Rachel Mwanza per Rebelle
Scena cult: la corsa in moto verso l'ospedale, Mud
Fotografia: Hara Kiri - Death of a samurai
Miglior protagonista: Mud, Mud
Premio "lo famo strano": Kenneth e Darius, Safety not guaranteed
Premio "ammazza la vecchia (e non solo)": Hanshiro Tsugumo, Hara Kiri - Death of a samurai
Migliori effetti: Europa report
Premio "profezia del futuro": Europa report
MrFord