"Da quando hanno chiuso tutto hanno iniziato piano piano ma adesso si sta riempiendo". Fa paura il servizio de Le Iene (guardatevelo qui) sugli ospedali romani, sia quelli assurdamente abbandonati che quelli ancora attivi, dove tranquillamente, in locali poco frequentati, si dorme, si mangia e ci si fa di crack.
Il caso più clamoroso è quello del Forlanini. Ma c'è un livello di clamore che dovrebbe allarmarci ancor più del degrado, del pericolo, dell'assembramento brado di persone non controllate. Il livello superiore di assurdità è quello dell'occasione mancata. Sono i milioni (centinaia di milioni) che la città sta perdendo in termini di investimenti su una partita immobiliarmente strabiliante. Le potenzialità del Forlanini dal punto di vista immobiliare sono incredibili, siamo ai livelli dell'area di Porta Nuova a Milano. Una zona di lusso della città, un'area con tantissimo verde, migliaia e migliaia di mq di edifici di altissima qualità architettonica. Un progetto che può sviluppare qualità urbana, generare migliaia di posti di lavoro veri, produrre servizi in cambio delle concessioni (centri anziani, asili nido, parcheggi), liberare interi quadranti dal degrado e soprattutto versare nelle casse dell'erario decine di milioni di euro di oneri.
Questa operazione assieme al Comune la deve fare soprattutto la Regione di Nicola Zingaretti che invece si è limitata a lasciare tutto nel più totale abbandono, nella più totale mancanza di progettualità. Nei posti normali ed evoluti queste partite si giocano e si vincono prima della chiusura. Sai che nel 2015 un nosocomio tra l'altro dotato di un livello di qualità del costruito deve essere sgomberato? Già dal 2010 ti metti a studiare gli strumenti urbanistici per trasformarlo, inizi a fare road show con gli investitori, fai partecipare il progetto alle grandi fiere di real estate al mondo, trovi il partner migliore che ti garantisca al contempo più denaro, più servizi pubblici e più qualità. E' un lavoro impegnativo, lasciare tutto in abbandono ed alla mercè di disperati (che con progetti di sviluppo veri potrebbero essere assistiti per davvero, grazie alle risorse che ne scaturirebbero) e racket è invece l'unico modo per non lavorare, per non pensare, per non progettare, per continuare a prosperare e a incamerare stipendi imbarazzanti (guardate quanto guadagnano i consiglieri regionali) pur ostentando la propria lobotomia mentale.