Dal 15 al 19 marzo 2015, a Stavanger in Norvegia, nell’ambito della cosiddetta critical friendship, si è tenuto il workshop "Initial Teacher Education in the continuum of teacher education", l’ultima delle attività di peer learning a cui hanno partecipato i delegati nazionali nominati presso il Gruppo di Lavoro Tecnico sulle politiche per la scuola (settore formazione degli insegnanti), costituito presso la Commissione europea. Secondo il consueto format impiegato da questo Gruppo di Lavoro (GdL), al workshop sono state invitate coppie di delegati, un delegato di nomina ministeriale e uno di designazione non governativa, da 12 paesi europei, con il compito di confrontarsi sui diversi elementi legati alla tematica in discussione, presentare la situazione del proprio paese e condividere una buona pratica nazionale, utile alla realizzazione del prodotto finale del gruppo stesso. Hanno partecipato coppie di delegati dai seguenti paesi: Austria, Germania, Estonia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Malta, Lituania, Norvegia, Serbia, Grecia e Italia. Le delegate per l’Italia sono state la Dirigente Tecnica del Miur Dott. Francesca Brotto e la Dirigente di Ricerca dell’Area Formazione di Indire, Ing. Maria Chiara Pettenati. Figura 2 - Delegati in sessione plenaria Figura 3 - Delegati durante l'attività di "physical mapping". Il moderatore pone una questione e chiede ai delegati di spostarsi nello spazio in relazione alla risposta (es. "Nel vostro paese siete in esubero o in scarsità di insegnanti in servizio?"). Il contributo dell’Italia: (dis)Continuum of Teacher EducationI delegati dei paesi si sono confrontati sulla base di una trattazione proposta del tema assegnato “Initial Teacher Education in the continuum of Teacher Education”. La trattazione elaborata dalla delegazione italiana è stata impostata secondo una visione sistemica e una lettura critica dell’offerta e della fruizione della formazione per gli insegnanti in Italia, nei diversi stadi della professione. Particolare attenzione è stata posta alle modalità di offerta con il supporto delle tecnologie della conoscenza; quest’ultime infatti giocano un ruolo rilevante nello sviluppo di differenti format di apprendimento per gli insegnanti. Figura 4 - Sessione “Country presentations”, presentazione dei pasesi Italia e Grecia Al centro dell’elaborazione riportata durante il workshop, il concetto di (dis)continuum, a significare l’attuale discontinuità tra i diversi stadi di sviluppo professionale dei docenti: ITE (Initial Teacher Education), Induction (Formazione Neoassunti), CPD (Continuous Professional Development, ovvero formazione in servizio). Il workshop ha messo in evidenza questioni ed aspetti di questo fenomeno, che in alcuni paesi, tra cui l’Italia, è assai pronunciato. Durante il confronto, sono stati rappresentati gli attori della formazione nei vari stadi, alcuni dei quali incidono e condizionano fortemente tutto il sistema. In figura 5 sono illustrate alcune caratteristiche delle offerte centralizzate di formazione previste per i vari stadi della carriera docente (non sono rappresentate le molte occasioni di formazione organizzate in modo indipendente dalle varie scuole o reti di scuole sul territorio). Sono inclusi i cosiddetti “stone guests”, ovvero i convitati di pietra, che costituiscono presenze incombenti e fortemente condizionanti, ma invisibili. Figura 5 - Approcci e pratiche attuali nell'offerta di formazione Di rilievo nella rappresentazione del sistema Italiano, il caso di studio analizzato relativo all’efficace esperienza di formazione in servizio di oltre 12000 insegnanti [1] nelle Regioni PON Convergenza (PON Fondi Strutturali Europei, programma 2007-2013) che ha fornito utilissime pratiche ed indicazioni per migliorare non solo le future tornate formative del personale in servizio, ma anche le attività di formazione in ingresso previste per gli insegnanti in periodo di formazione e prova (a partire dall’anno in corso). Il raccordo virtuoso di tali occasioni formative - attraverso opportunità, metodi e strumenti attualmente in corso di studio in gruppi di ricerca università-Indire – potrebbe essere utile anche per migliorare alcuni aspetti della formazione iniziale dei futuri insegnanti e aiutare il perseguimento dell’obiettivo del continuum, al centro del dibattito Europeo. Il contributo italiano si è concluso con diversi affondi riflessivi, identificando due elementi basilari di miglioramento (Figura 8): - Il riequilibrio tra i “pesi” dei momenti formativi, attualmente fortemente sbilanciati nella fase iniziale pre-service (ITE); momenti vissuti come brevi, molto onerosi, ma spesso puramente formali nella fase di neo immessi in ruolo (Induction) e lasciati alla facoltà del docente nella fase di formazione in servizio (CPD).
- Il miglioramento dell’interconnessione tra i momenti, facilitata da un più attento dialogo tra tutti gli attori dei diversi momenti formativi (Miur, università, USR, scuole, reti di scuole, associazioni, Indire, docenti).
Figura 6 - Aree di miglioramento e sfide per il sistema Esiti del workshop: la prospettiva transnazionaleUno dei temi fondamentali emersi nel workshop riguarda la tensione nella concettualizzazione/trattazione dell’insegnamento come occupazione vs l’insegnamento come professione. Tutta la letteratura scientifica e le pratiche esemplari studiate a livello internazionale dimostrano la rilevanza e l’efficacia della concettualizzazione dell’insegnamento in quanto professione, al fine di migliorare le pratiche didattiche, lo sviluppo professionale degli insegnanti, gli esiti di apprendimento degli studenti, il clima e l’organizzazione della scuola, nel suo complesso.In tale quadro, costituisce una sfida particolarmente importante il raggiungimento di una visione condivisa, tra tutti i maggiori stakeholder, del particolare significato dell’insegnamento inteso come “professione”, soprattutto in quelle realtà tradizionalmente più legate alle problematiche occupazionali e lavoristiche degli insegnanti. Durante il workshop, particolare rilievo hanno assunto le questioni inerenti le seguenti tematiche: la necessaria iteratività strutturale della formazione degli insegnanti nei i diversi stadi del loro “divenire” ed “essere” professionisti dell’apprendimento; il ruolo essenziale della riflessione e auto-riflessione professionale in itinere e della collaborazione autentica tra insegnanti (in, on and about practice); le questioni relative ai supporti che possono facilitare la formazione continua degli insegnanti; i diversi percorsi esistenti o ipotizzabili nella carriera dell’insegnante, che possono rappresentare l’insieme dei traguardi di miglioramento e di eccellenza nella professione e veicoli per un riconoscimento degli sforzi compiuti. Le due figure seguenti offrono una visione sintetica dei diversi aspetti che entrano in relazione e, a volte, confliggono nella concettualizzazione dell’insegnamento come professione in un continuum formativo: - Lo status giuridico e la struttura del lavoro dell’insegnante: prerequisiti e struttura della preparazione iniziale; induzione; condizioni di lavoro; percorsi possibili nella carriera e specializzazioni; valutazione.
- Le strutture di supporto nelle diverse fasi del continuum: formazione iniziale; tutoraggio e mentoring; formazione continua formale/non formale e informale; osservazione e studio di pratiche didattiche nel loro espletamento; partenariati collaborativi; ambienti tecnologici ad alta valenza auto-formativa e formativa tra pari.
- L’identità dell’insegnante come professionista: dal divenire, all’essere, al permanere e crescere in quanto professionista dell’insegnamento.
- Le competenze degli insegnanti: quadri di riferimento, livelli e standard di riferimento, competenze specifiche/trasversali; strumenti per la capitalizzazione e il riconoscimento delle competenze (autovalutazione e valutazione; certificazioni; portfolio; supporti tecnologici); la leadership degli insegnanti.
- Le scuole e il territorio come ambienti per la pratica didattica e l’esercizio della professionalità: le responsabilità condivise; le comunità per l’apprendimento professionale (professional learning communities); l’integrazione dell’apprendimento professionale all’interno della pratica della professione; il dialogo professionale e con gli stakeholder; lo sviluppo professionale individuale e quello collettivo.
Figura 7 - Il continuum della professione docente Figura 8 - Il continuum della professione docente: questioni aperte ConclusioniIl workshop ha messo in evidenza che il processo di creazione di una vision di insegnamento come professione non può essere minimizzato. Pratiche interessanti relative a possibili modi di coinvolgere i vari stakeholders al fine di costruire una visione condivisa sono state illustrate durante il workshop. Tuttavia, è necessario che siano messi in atto appropriati meccanismi di selezione e condizioni di lavoro per (aspiranti) insegnati, insieme alle infrastrutture tecnologiche e ai sistemi di supporto adeguati, cosicché l’insegnamento possa crescere come “professione” all’interno di ogni paese. Nuove prospettive di carriera e percorsi che possano meglio lasciare esprimere la natura professionale dell’insegnamento potrebbero anche aiutare a contrastare atteggiamenti e strutture mentali fossilizzati nella concezione dell’insegnamento in quanto “occupazione”. Le possibilità offerte dal mentoring, inoltre, sono ancora da comprendere in molti sistemi nazionali ed è importante che l’Europa dia impeto a mezzi e idee per sostenere e potenziare la crescita professionale, il supporto tra pari e sistemi di formazione collaborativa tra gli stessi docenti lungo tutto il loro percorso professionale.
Note [1] Progetti PON-Mat@bel; PON-Didatec (base e avanzato); PON Educazione Scientifica; PON-Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea (italiano e lingue), PON-educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue. |
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