Formiche, ragionamenti sulla guerra fra i rimedi chimici e quelli naturali

Creato il 14 luglio 2013 da Greenkika


Ogni anno nella mia casa milanesa, intorno al periodo primavera/estate, se per caso i miei gatti avanzano due croccantini nella ciotola, questi (i croccantini, non i gatti) vengono immediatamente assaltati dalle formiche.
Montagne di formiche. Tonnellate di formiche, che si arrampicano sulle mie braccia, si nascondono nel mio ombelico e mi usano come ponte per espandersi ai mobili più alti, mi annegano nei bicchieri lasciati sporchi sul tavolo senza che io possa fare nulla per salvarle o persuaderle ad darsene altrove.


Ne ho parlato tempo fa nel blog per cercare rimedi che le allontanassero senza ucciderle: non è che abbiano funzionato molto, ma nel frattempo la stagione era finita, e così, momentaneamente, anche l’incubo che ne conseguiva.

Posto che le formiche sono forse le meno fastidiose se rapportate alle zanzare, ai topi, agli scarafaggi e altri animali invadenti e talvolta disgustosi, io sono dell’idea che se si vuole essere coerenti sul rispetto per gli animali e per l’ambiente, l’uso di prodotti chimici aggressivi non può far parte delle soluzioni per liberarsi di questi invasori così appassionati degli angoli zozzi della mia cucina.

In una casa di campagna come quella in cui sto vivendo ora, per esempio, è normale avere orde di insetti e animali che girano per le stanze: dai più grandi ai più piccoli, gatti di varie dimensioni, gechi e lucertole smarrite, farfalle e falene, ragni, zanzare, lumache e bruchi delle piante, formiche appunto, micro armadilli e cavallette e chissà cos’altro.
Ma come si fa a conviverci senza impazzire?
L’altra sera mentre stavo chiacchierando mi è caduto l’occhio sul muro di fianco al tavolo da pranzo, dove una fila densa di formiche si dipanava operosa lungo tutto il perimetro della stanza, per spargersi sul tavolo, sopra i mobili, sotto i mobili, fra le dita dei piedi (si sa mai che ci fosse del cibo anche lì), sui piatti, nei bicchieri, nei sacchetti del pane e dei cereali, insomma ovunque.

Immaginatemi mentre seguo a distanza da miopia la fila di animaletti operosi, alzandomi sulle punte per vedere meglio il percorso che arriva fino al soffitto e poi scendendo verso il pavimento dove una serpentina armonica e affollata come un’autostrada traccia disegni sulle pareti bianche, e mentre ragiono sul da farsi mi ritrovo davanti a un bivio alla Sliding Doors: che fare, spruzzare una bomba chimica che ne uccida un po’ ora e che insegni alle altre a tenersi lontane poi, o sperimentare tutti i rimedi naturali possibili anche a rischio di dover sopportare formiche ancor più vive e strafottenti?

OPZIONE 1:
Il qui presente RAID AMMAZZATUTTO contiene Fenotrina, Tetrametrina e sostanze inerti. Non che mi importi molto dello schifo che mi posso respirare spruzzando queste sostanze là dove mangio e dormo, ma mi importa più della strage totale che un prodotto del genere compie, senza peraltro insegnare agli insetti posteri a girare al largo.
Vedere da vicino centinaia di formiche agonizzanti, ma anche altri insetti più grandi dimenarsi a pancia in su senza riuscire a ribaltarsi e zampettare via, o frullare le alucce senza poter riprendere il volo perché la morte sta arrivando, mi spezza letteralmente il cuore. Sarà che son rimasta colpita una volta da un documentario sul microcosmo delle formiche tropicali e di un fungo che si stabilisce nel loro interno e poi cresce dilaniandole e provocando loro immense sofferenze (la parola agonia allora mi rimase molto impressa nella mente), ma vedere animali che soffrono mi fa soffrire a mia volta, qualunque essi siano.

Chi è stato invaso dai topi o gli scarafaggi potrebbe obiettare dicendo che la vivibilità di una casa fa parte dello stato di benessere necessario a qualunque umano, e come biasimarli? Del resto deve essere orribile trovare nei cassetti migliaia di topini vivi o morti o sul punto di nascere e che rosicchiano ogni pacco di biscotti, ogni cuscino del divano, ogni cosa che paia commestibile o adatta per farci un nido. Lo capisco, e per fortuna non ne ho mai avuto l’esperienza. Però non posso negare che anche la morte di un topolino per mezzo di veleno o di una trappola potrebbe togliermi il sonno per settimane intere. Comunque.

OPZIONE 2:
La qui presente GreenKika invece, armata di pazienza, va alla ricerca di rimedi naturali: ha di nuovo provato a spargere bicarbonato negli angoli, foglie secche di menta, fondi di caffè, sale, limone, aceto, ma il risultato non è stato altro che una grande caotica insalata di sporco sparsa in giro.

Poi, l’illuminazione: si può convivere con le formiche a patto che la casa, e in particolare la cucina, sia sempre pulita [cosa direbbe mia madre che conosce a memoria tutti i miei anni di disordine=sporco?]. Sembra una banalità, ma trasferire un piatto con le sue briciole dal tavolo al lavandino, scrollare la tovaglia sempre, passare una spugnetta dove son caduti pezzi di colazione, sparecchiare e magari lavare i piatti subito, è una buona soluzione se non per eliminare, almeno per arginare le simpatiche formichine a singole zone della casa, come la spazzatura, ahimè, che se non è ermetica è per loro un giacimento di tesori, e qualche angolo remoto del pavimento dove raramente andiamo a fare cose importanti.

Sì, io stessa mi stupisco delle mie parole, dato che ho sempre ammirato le persone ordinate e attente pur restando la disattenta-disordinata-caotica e impolverata persona che sono.

Ma se è vero che le abitudini si consolidano in poche settimane e quando sono buone abitudini trasmettono il buon esempio anche agli altri, allora è vero anche che se le prime volte mi può sembrare uno sforzo quello di ricordarmi di mantenere ordine e pulizia nei posti strategici, poi questi gesti diventeranno automatici e utili nel tempo. Del resto ho imparato a farlo anche con i gatti, che ogni volta che mi distraevo zompavano sul tavolo per papparsi gli avanzi della mia cena o assaggiarla loro per primi, addirittura.

Quindi non ci sono scuse. Nonostante su certe cose io predichi bene ma razzoli male, so che comunque lo sforzo lo faccio, e a chi ama mettere in ordine una volta alla settimana dopo aver accumulato i mostri ovunque, mi sento di poter consigliare, perché è efficace su molti fronti, di trovare un proprio personale criterio di ordine, da mantenere i più possibile stabile: non a caso le maestre mi insegnavano a rimettere a posto un gioco dopo averlo usato, e lo chef con cui ho lavorato per due anni mi ha mostrato quanto tempo si risparmi a usare un coltello o una padella e a lavarli subito, invece di accumulare tutto per pulire alla fine.

- se vivi o lavori con altre persone, sarà facile anche per loro trovare gli oggetti puliti o al loro posto
- se lasci lo sporco all’aria, verrà assalito dalle nostre amiche formiche e sarà più difficile da scrostare, serviranno più acqua e più sapone (per annegarle per bene)
- le cose non messe al loro posto di solito vengono urtate o investite e spesso si rompono
- se impari a mettere in ordine, impari anche a cercare le cose
- ordine uguale pulizia, o almeno parvenza di pulizia, e le cose sporche e in disordine sono più facili da individuare ed eliminare

Poi sì, ci sono gli spazi che restano costantemente disordinati, come il bordello creativo che si può limitare in uno spazio della casa, ma quella è un’altra cosa.


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