Formula Pirelli

Da Carlo69 @F1Raceit

Ravenna, 16 aprile 2013 – La Formula 1 nel corso della sua storia ci ha abituato a stravolgimenti regolamentari di ogni tipo, per cui l’eccessiva usura e sensibilità delle gomme Pirelli non deve scandalizzare più di tanto. Quel che è certo però, è che gli pneumatici stanno influenzando troppo i week-end di gara e il Gran Premio della Cina, andato in archivio domenica scorsa, è una fotografia perfetta di questa “Formula Pirelli” mandata in onda per la prima volta nel 2011.

Non è mai un singolo fattore che caratterizza un’epoca molto probabilmente, ma sta di fatto che nell’”era Schumacher” si vinceva con il famigerato sorpasso ai box, quando erano in voga i rifornimenti in gara e le vetture, dotate di gomme scanalate, erano anche piuttosto difficili da sopravanzare in pista per via delle forti turbolenze che investivano l’inseguitore.
In Formula 1 le gomme hanno sempre giocato un ruolo molto importante sin dall’alba dei tempi nell’economia dei week-end di gara, ma mai penso gli pneumatici si sono resi così protagonisti e determinanti come le Pirelli create appositamente per la F1 ed entrate in vigore dopo l’era Bridgestone.

Da zero ad ottanta. Cambi di posizione. Se nelle prime edizioni del Gran Premio della Cina, andato in scena per la prima volta nel 2004 i sorpassi erano abbastanza rari, domenica scorsa abbiamo assistito ad ottanta cambi di posizione. E non stiamo parlando di duelli, di confronti che ti fanno balzare il cuore in gola, ma di balletti, di DRS spiegati e avversari che: “prego passi pure che tanto la ripasso fra due giri quando le sue gomme saranno più usurate”.
Questa, a mio parere, è più una “Formula Pirelli” che una Formula 1, perlomeno per come l’ho conosciuta io, ovvero quando c’erano piloti che potevano montare le gomme che volevano e che si fermavano ai box durante la gara solo se ne avevano realmente bisogno, non perchè dovevano obbligatoriamente montare le Soft o le Medium o le Silver…dando vita ad una sorta di parata di modelli, come fossero capi di abbigliamento da indossare e mostrare su di una passerella.
La triade Pirelli-DRS-Kers è ormai “sacra” per Bernie Ecclestone & Co., ma conoscendo la Formula 1, diventerà “blasfema” probabilmente fra qualche tempo e così diremo: “ah ti ricordi quando c’erano centinaia di sorpassi in una gara…mentre ora invece…”.
Che siamo arrivati da un estremo all’altro in termini di spettacolo in pista penso sia un dato di fatto, d’altro canto è innegabile che lo show sia aumentato e badate bene, non parlo di emozioni o di adrenalina pura, ma del movimento che si genera su ogni pista del mondiale. Il sistema di punteggio “gonfiato” adottato dal 2010 inoltre, ha favorito i duelli iridati contesi tra più driver, eccezzion fatta per il 2011, annata dominata dalla Red Bull e dal biondino di Heppenheim.

C’è chi sostiene che le mescole Pirelli costringano il pilota a ragionare completamente in ottica week-end, dovendo dimostrare di essere pilota al 100% e non di saper fare un giro super veloce in qualifica con gomme magari riservate solo a quella sessione e poi dover gestire la gara come fosse un altro paio di maniche.
Quando c’erano i rifornimenti in gara e le gomme Bridgestone, invece si sosteneva che “il pilota deve gestire la gara come fossero tanti piccoli stint, quindi delle brevi tappe nelle quali…”.
Diciamo le cose come stanno, la Formula 1 (non quella dei vostri padri per intenderci) è tendenzialmente “modaiola” e segue il business del momento, imposto da chi fa girare la giostra.
Il pubblico e i giornalisti si sono lamentati per vent’anni che non c’erano i sorpassi, gli ascolti erano in calo e allora qualcosa andava fatto: vetture ridisegnate nel 2009 con importanti cambiamenti alle ali e limitazioni alle appendici aerodinamiche (le vetture viste dal 2005 al 2008 assomigliavano più ad astronavi che a monoposto da competizione), l’introduzione del Kers in perfetta linea con i tempi che corrono et voilà, il passo verso le ali mobili e le gomme spappolabili della Pirelli è stato breve.

Le qualifiche del Gran Premio della Cina hanno visto il Campione del Mondo in carica rinunciare alle Q3. Mi domando, è una cosa normale? La risposta che mi do è: nella Formula 1 no, ma nella “Formula Pirelli” sì.
Intendiamoci, come si fa a definire una sessione “di qualifica” se i migliori del lotto si risparmiano e non spingono per cercare la prestazione velocistica? Non ci siamo.
Come non c’eravamo quando si parlava di qualifiche e i concorrenti scendevano in pista con quantitativi di carburante diversi perchè non si potevano più fare interventi sulla macchina dopo la sessione e non sto certo parlando di preistoria, ma di qualche anno fa. Strategia. Una parola ed un concetto che nella massima serie vengono spesso evocati quasi come alibi per nascondere altro.
Tuttavia non allarmiamoci troppo: passerà. In Formula 1 tutto è sempre in movimento e sono convinto che questa “Formula Pirelli” prima o poi sarà solo un ricordo. Nel 2005 non si potevano sostituire le gomme in gara, una delle più colossali assurdità nella storia della massima serie, quando poi si parlava e si continua a parlare tanto di sicurezza.
Abbiamo assistito alle qualifiche con il giro secco dal 2003 al 2005, una sorta di roulette russa che doveva servire a mischiare le carte perchè, se un top driver cannava il giro, allora partiva più indietro e quindi era costretto a rimontare…

Purtroppo temo che non si tornerà mai più ad una Formula 1 più genuina e ruspante e come dice il detto, chi vive sperando muore cagando, quindi è forse più opportuno considerare l’intera storia della massima serie e prendere atto dei cambiamenti epocali che l’hanno caratterizzata, facendo magari dei confronti e prendendo sempre di più le statistiche con le molle. Anche perchè, finchè si ostinano a parlare di Classifica Punti Iridati Piloti di ogni epoca, quando nei primi anni novanta ti davano un punto se arrivavi sesto ed ora invece ne marchi otto…meglio non commentare. Pensate, tra qualche anno, Adrian Sutil (con tutto il rispetto per il pilota tedesco) supererà qualche ex Campione del Mondo in termini di punti conquistati.
Business is business. Purtroppo o per fortuna, lo sappiamo bene.

Concludendo, la “Formula Pirelli” è una brutta copia della massima serie degli anni migliori: con le attuali impostazioni infatti, si è arrivati ad avere i migliori del lotto sempre davanti e spesso in lotta per il campionato, una cosa che assolutamente non succedeva nell’”era Schumacher”. Anche perchè, fortunatamente, da qualche anno possiamo contare su diversi fenomeni che rispondono ai nomi di Fernando Alonso, Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen e tanti giovani promettenti e combattivi prudentemente allevati in GP2, una serie nella quale ci sono duelli e “botte da orbi” spesso e volentieri, una sorta di saloon motoristico che ha generato tanti giovani sfrontati (forse troppo) che poi quando arrivano in Formula 1 spingono giù l’acceleratore e infilano i buchi che trovano in frenata senza troppi timori, creando spettacolo.
Quello che molti non notano però è che, per arrivare a questo, la Formula 1 è stata dopata, amplificata, alterata artificiosamente. E’ cambiata talmente tanto a livello di sostanza che sembra davvero di assistere ad un’altro sport, io non so cosa darei per sentire l’opinione di Ayrton Senna (l’uomo ed il pilota che più di tutti incarna la massima serie che tutto il globo ha amato e che continua ad amare, conservandola nel proprio cuore) in merito alla F1 dei nostri giorni. Ma credo di sapere già in cuor mio come avrebbe commentato Magic.
La mia sensazione è che la Formula 1 dei giorni nostri piaccia soprattutto a chi è cresciuto a pane e F1 negli anni in cui sorpassare era un miraggio, a chi si è perso i memorabili mondiali di fine anni ’80, giusto per capirci. Quando la competizione era molto più stimolante e dotata di spessore.
Spaventati dall’idea di riavere gare con al massimo tre o quattro sorpassi, gli appassionati di cui sopra abbracciano con favore questo pandemonio domenicale fatto di scambi di posizione, azioni che svaniscono dalla memoria dopo qualche istante.
Per intenderci, la manovra che il paladino dei sorpassi Lewis Hamilton ha compiuto ai danni di Nico Rosberg in Bahrain nel 2012, quello sì che è un sorpasso. Come lo è quello effettuato da Romain Grosjean all’anglocaraibico a Valencia sempre lo scorso anno. Non si può definire allo stesso modo uno dei tanti scambi di posizione che avviene per via del DRS e dello stato delle gomme Pirelli.
Ma a chi davvero non sopporta uno spettacolo come quello visto a Shanghai domenica scorsa, mi sento di dirgli:  stai tranquillo, l’”hollywoodiana Formula Pirelli” presto sarà solo un ricordo. E’ la stessa storia della Formula 1 a suggerircelo.


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