Forse scrivere vuol dire solo ripetersi

Da Marcofre

Noi scrittori, perlopiù, siamo costretti a ripeterci: questa è la verità.

Scott Fitzgerald (lo so, sono monotono, però ho trovato parecchi spunti di riflessioni nelle sue lettere), scrive questo e molto altro nel brano tratto da “Crepuscolo di uno scrittore” e presente in “Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato”.
Noto ora che “Crepuscolo” è stato ristampato nel 1990 da “Studio Editoriale” ma di questo editore sembra non ci sia traccia alcuna. La versione di Mondadori non è più disponibile.

Torniamo alla frase che è naturalmente un estratto un poco più ampio. Dopo qualche riga aggiunge:

Poi impariamo il mestiere, più o meno bene (…) finché la gente le sta ad ascoltare.

Sembra incredibile ma c’è un mucchio di verità in questa frase.
Già il buon Ignazio Silone scriveva qualcosa del genere.Tutti gli scrittori non fanno altro che riscrivere, e affrontare ancora e ancora i medesimi argomenti.

Non bisogna credere che sia tutto lì: ripetere e ripetere. Il lettore non si conquista sfiancandolo, bensì fornendogli, come ripeto spesso: efficacia, valore, e interesse.
Soprattutto su certe reti sociali noto come alcuni non facciano altro che ripetere ossessivamente che cosa hanno scritto e invitano i lettori a leggere. Ciascuno è libero di agire come meglio desidera; non sarò certo io a impedirgli di proseguire nel proprio cammino.

Ma pensiamo per un attimo a come NOI scegliamo un libro di un autore sconosciuto. Per il titolo; la quarta di copertina; l’incipit. Tutto attorno a noi è silenzio, non c’è nessuno che ci dice: compra compra compra.
Sappiamo di avere una ricchezza, che si chiama tempo. Non possiamo permetterci di gettarla; accade già troppo di frequente. Per questa ragione la impiegheremo sempre al meglio.

Quando acquistiamo un libro che non amiamo, che anzi consideriamo una specie di fregatura, prima di tutto c’è l’irritazione per il denaro buttato; non sono molto economici i libri, vero? Poi, emerge una specie di rimpianto per le aspettative deluse, per aver speso tempo su una storia che non meritava niente. Le abbiamo dato più di una possibilità, infilandoci in pagine e pagine nella speranza che scoccasse la scintilla.

Ma è stato semplicemente inutile.

Imparare il mestiere vuol dire agire in modo che la scrittura rappresenti un valido investimento per il lettore; costui accetta di sacrificare un po’ del suo tempo per ascoltare la nostra storia. Che deve essere (incredibile vero?) efficace, interessante e di valore. Su tutto, domina però il talento; che non è democratico e non ama frequentare troppa gente.


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