Partiamo dal gotico.
Silvio Berlusconi, in palese stato di esaltazione mistica, con chiaroveggenza degna di Nostradamus predice la durata del suo governo fino almeno al 2013. Scrupoli eccessivi: nel colmo del fervore energetico il presidente a quanto pare dimentica che la prossima fine del mondo, prevista per il 21 dicembre 2012, provvederà a fare piazza pulita di tutto, governo incluso, con maggiore efficienza di quanto egli stesso possa immaginare.
Già.
I soldi ciascuno li vede in tasche ben diverse.
Le recenti tensioni tra il premier e il suo ministro dell'economia sembrano comunque risolte.
I due sono stati visti mano nella mano in crociera alla camera dei deputati, felici e contenti, con addosso le sole occhiate torve dell'invidioso Bersani. Chi li ha incrociati in pieno idillio nel bel mezzo del Transatlantico, che ricordo essere un celebre salone di Montecitorio ormai destinato, auspicabilmente, a fare la medesima fine (in questo caso politica) del Titanic, ne ha riportato una grandiosa impressione di concordia ed armonia. Per non smentirsi il presidente ha persino tirato in ballo, come ai vecchi tempi, lo spirito eversivo della magistratura italiana. Quanti bei ricordi nell'animare ancora una volta lo spauracchio del comunismo.
Per fortuna c'è Umberto Bossi, l'unico coi piedi per terra.
Il senatur ricorda a tutti gli italiani che la Padania, uno stato esistente a tutti gli effetti e riconosciuto internazionalmente dall'Onu, dalla Cee, dalla Cei, dall'Unitalsi e persino dall'Unicef, è il vero motore del Belpaese e con il consueto stile colorito che tutti dobbiamo riconoscergli dichiara che "la Padania è una nazione stimata e conosciuta in tutto il mondo". Chiaro il messaggio?
Ma non è finita qui. Il degno capostipite della stirpe padana rincara la dose affermando che "l'Italia sta in piedi perché c'è la Padania che pompa i soldi, altrimenti cadrebbe".
Pompa.
Ecco dove inevitabilmente si finisce con l'andare a parare: sul sesso.
O meglio, e qui chiudo la parte trash per lasciare il giusto spazio a quel lato hard che le mie lettrici e i miei lettori attendono da tempo con fervore, sulla gnocca.
La questione sarebbe di per sé notevolmente noiosa se non si fosse attivato il genio linguistico ed istrionico del nostro presidente del consiglio il quale, da buon macho e nella migliore tradizione nazionalpopolare, propone come nome il verosimile Forza Gnocca.
Forza Soldi non gli sarà parso opportuno viste le dichiarazioni di Tremonti.
Forza Lavoro suona troppo stalinista e poi, coi tempi che corrono, la maggior parte degli italiani è ormai disoccupata.
Forza Mandolino fa troppo country, troppo italoamericano. Con i recenti fatti di Brooklyn, poi, è persino pericoloso.
Forza Pizza è inflazionato: fra telepizza, pizzaok, pizzapiù, faraoni della pizza e spizzichi vari la concorrenza è davvero troppa.
Cosa rimaneva?