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Forze speciali s’infiltrano in libia per dare riferimenti per bombardamenti sicuri

Creato il 05 aprile 2011 da Madyur

L'America spera che in Libia finisca presto. Il modello costruito nel paese mediterraneo è uguale a quello messo su in Afghanistan per rovesciare i Talibani 10 anni or sono. Mettere il dito della Cia nell’ingranaggio per muovere il conflitto a proprio favore.

Forze speciali americane e inglesi, gestita dalla Cia, sono da settimane attive in Libia per indirizzare i bombardieri, cercare Gheddafi e per sostenere la marcia dei ribelli lasciando che poi siano quest’ultimi a proclamar vittoria. E’ stata la ribellione inattesa a muovere la mano della Cia.

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Scelta obbligatoria quella del governo americano di rivelare ai giornali quelli che tutti sospettavano. Prima già di Bush jr è sempre questo il modus operandi dell’America, quando vuol condurre guerre per procura e mantenere la negabilità della propria presenza ufficiale. Dunque quella che non perde la guerra, se si mette male.

I generali e gli ammiragli del Pentagono avevano parlato chiaro con Obama “non essere trascinati in un’altra impresa” per cambiare un regime. Robert Gates , il ministro della Difesa , aveva seri dubbi anche sulla no fly zone.

E’ stata scelta la soluzione minore : l’inserimento , che quasi sempre avviene da sottomarini che accostano le sponde nemiche, come fu in Somalia. I sottomarini sbarcano Special Forces , unità speciali, Rangers dell’Esercito , Seals della Marina , Delta Forces , ufficiali spesso addestrati a compiti di intelligence e di analisi politica , raramente anche civili. Sono sotto il controllo della Cia come avvenne in Afghanistan.

La spia sicura della presenza di questi piccoli gruppi , spesso con più di tre persone addestrate a vivere sul terreno, a nutrirsi, bere e arrangiarsi. Chiamate le bombe intelligenti. Per avere una miglior precisione gli aerei hanno bisogno di un designatore , di qualcuno che da terra segnali punti da colpire per evitare le tragedie.

E’ stato il capo dello Stato e il Comandante in capo , Barack Obama, ad autorizzare l’infiltrazione di assets , di forze amiche in Libia. La Cia è un agenzia civile che dipende direttamente da lui.

Riconoscere il panzer di un nemico rispetto alle automobili dei ribelli è facile. Capire, quasi sempre senza parlare la lingua , se chi ti sta davanti sia un capo clan o un millantatore , un doppiogiochista o un ufficiale disertore è difficile. In Afghanistan fu semplice.

Nell’Iraq del 1990 e 1991 , quando le stesse operazioni condotte oggi in Libia furono lasciate per guidare i bombardieri alleati e per soccorrere sul terreno piloti abbattuti , la Coalizione sapeva di poter contare sulla popolazione sciita contro il massacratore e oppressore , il sunnita Hussein.

La Libia è un libro senza pagine . Non come l’Iraq. Dopo la rinuncia pubblica di Gheddafi ad arsenali nucleari e chimici, Washington aveva sostanzialmente ignorato questa nazione. Occhi e orecchi umani sul terreno , e i satelliti , possono rivelare dove sono le armate , ma non quali siano le intenzioni dei loro generali. Dunque l’America è entrata in questo scontro al buio , quel buio che oggi i temerari delle Forze Speciali dovrebbero illuminare . Senza farsi catturare.


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