La e.mail di Lucio Dalla a Marco Travaglio
Caro Marco,
...
questo è un mio scritto che Marco ha letto in un liceo di Zurigo:
è rivolto a dei “giovani incomprensibili” come vestiti senza armadio
o passeri sotto la pioggia senza un filo dove appoggiarsi.
Io ho speranza e vorrei passargliene un po’ anche a loro,
avvertendoli dei piccoli pericoli mortali
che li circondano e che a volte nelle notti senza luna
puntano dritti verso il loro cuore.
mi verrebbe da parlare per dei mesi
di quello che ho visto e vedo
e sogno un futuro da baciare in bocca
ma a volte sembra che non solo la bocca ma anche il futuro non c’è!
Lucio
IL TESTO DEL SUO POST
Se vuoi un dito posso anche dartelo
Una mano mi farebbe dispiacere
Se vuoi un occhio mi dovresti dire perché
Una palla ne possiamo anche parlare
Dimmi invece tu cosa mi dai
Ammesso che io abbia da chiederti qualcosa
Se vuoi essere preciso dimmi chi sei
E chi ti ha mandato
Se la luna o la morte
Se tuo padre aveva le mani o i baffi al posto del cuore
O sei un’idea bislacca o un volatile malato
Se sei un computer stanco o una mela
Lasciata sul davanzale a marcire sotto il sole
Potrei tenere anche per te
Se non uscisse tanta merda dai tuoi pensieri
O sei un giovane da formare
Ché se è così io ti fermo lo sviluppo
O ti scanso quando passi
Fossi almeno una nuvola
che quando spingo un bottone piove
O sapessi fare il caffè anche bendato
Io so che ci sei ma non ti credo
Ché è più di mille anni che friggi la pelle dell’uomo
Sulla brace dei suoi morti
Che giri armato e hai le dita di veleno
Io ti spengo come faceva mio nonno con la candela
Prima di dormire
Io ti tengo lontano con gli antinebbia
Mia madre è una bandiera
E mio padre è il sangue dei morti per la patria