Oggi vi voglio parlare di un piccolo romanzo d' esordio: Nient'altro che amare diAmneris Di Cesareed. Cento Autori (Collana Palpiti pp 120, 11euro ). La quarta di copertina: È la madre a darle quel soprannome, a' zannuta. Una madre che non l'ha mai amata per via di quei denti sporgenti che le danno un'espressione che vagamente ricorda quella di una coniglia. Non l'ha mai difesa da un padre violento e ubriacone che, come tutti in paese, l'ha sempre considerata una ciòta, una stupida, una che non serve ad altro che a divertire gli uomini, grazie al corpo maledettamente sensuale che si ritrova. Ma Maria non sarà mai come lei. Amerà i suoi figli, tutti, indistintamente e nonostante li abbia avuti, spesso, dopo aver subito violenza. Perché come l'animale a cui assomiglia, Maria è prolifica, forte e mansueta. Ma non provate a portarglieli via, quei figli. Perché come i conigli, Maria sa mordere. La vita come l'amore. Perché Maria è una che ama, una che non sa fare nient'altro che amare
Ho iniziato e finito velocemente la lettura del romanzo perché la prosa è agevole anche se intercalata da frasi dialettali che la rendono viva e immersa in una realtà rurale ormai lontana, tipica del dopoguerra e della ripresa degli anni 60 che però tocca marginalmente il sud). Qualcuno dice che non è un romanzo d’amore: ebbene io posso affermare che invece è un romanzo d’amore. Addirittura di ogni tipo d’amore: grandissimo amore, non amore, diverso amore, amore calpestato. Amneris De Cesare affronta infatti sia l’amore negato per essere 'a Zannuta, una bambina brutta che poi diviene donna, emarginata, calpestata, perché femmina, brutta e povera, addirittura sciocca - come se la bellezza fosse la porta dell’intelligenza- prima dalla famiglia e poi dalla società maschilista del paese. L’amore passionale e carnale, quello senza tante spiegazioni, istintivo e umano per il bel tedesco. L'amore stupito, riconoscente e grato, che le insegnerà la dignità e la condurrà alla riscossa e quello per i figli, l’amore sublime, materno, che la fa lottare, e che la conduce come l’ unica bussola della sua vita. Se non è questo un romanzo incentrato sull’amore allora cosa dobbiamo dire? E’ vero che si affrontano molti temi, ma tutti ruotano intorno a questa donna, attratti dal miele tra le sue gambe o quello che traspira dalla sua mente che non è sciocca per niente. La conclusione mi ha un po’ ricordato una commedia di Edoardo De Filippo, tra l’altro splendida, Filumena Marturano, in cui c’è la riscossa di una donna che lotta con dignità per l’amore e per i suoi figli.