Nonostante qualcuno lo reputi uno svantaggio, è un dato di fatto che il digitale abbia ampliato le possibilità per tutti: i prezzi delle reflex sono sempre più accessibile ed imparare non costa più metri di pellicola. Anche se non si deve trattare di farne un lavoro, per molti le foto di un viaggio sono parte di progetti più grandi dell’album di Facebook e se ci si rende conto di aver raggiunto un livello soddisfacente si può cominciare ad aspirare di far diventare una passione qualcosa di concreto. Tutto parte da un’idea, dalla storia che vogliamo raccontare e da come vogliamo raccontarla. Ci sarà lo scatto singolo che da solo sta in piedi e apre una finestra sulla destinazione, oppure la serie, che legata da un filo conduttore crea un’immagine grande attraverso tanti dettagli.
Ci sono casi in cui si parte preparati, ad esempio nel caso di paesaggi o monumenti conosciuti, mentre in altri si deve saper improvvisare, cogliere l’attimo, come nel caso delle persone. In ogni caso, prima ancora di imparare ad usare la macchina, bisogna capire come sfruttare al meglio la luce naturale e trovare il proprio stile seguendo o infrangendo le regole della posizione. Per la luce le regole sono semplici: svegliarsi presto o aspettare fino a tardi. Alba e tramonto sono i migliori momenti per tirare fuori una bella immagine, quando la luce è più debole, i colori più caldi, i risultati meno piatti. Saper comporre una bella immagine invece è una storia più lunga di cui si è già parlato da queste parti, ma rispettando la regola dei terzi, facendo attenzione allo sfondo oltre che al soggetto e cercando angolazioni ed inquadrature particolari si farà sicuramente un passo avanti.
Bilanciare tutte le impostazioni di una reflex è questione di esperienza e saper tenere a mente quanta importanza ha ogni volta l’esposizione, l’apertura o il bilanciamento del bianco non è immediato. Sperimentando si comincerà a notare che un’apertura maggiore riduce la profondità di campo, che la priorità di scatto è l’ideale per i soggetti in movimento e che sottoesporre di qualche punto è sempre meglio che fare una foto troppo illuminata. Con il tempo queste decisioni, oltre a diventare automatiche, diventeranno l’una legata all’altra e renderanno anche le foto più difficili, come quelle notturne, in controluce o al chiuso, una questione di pochi tentativi.
Poi c’è la post-produzione che, come ho già detto in passato, non è un reato. Photoshoppare le proprie foto dovrebbe essere un modo di avvicinarle di più alla realtà, non modificarle in qualcosa che non esiste. Il processo di base è rapido: rotarle se sono venute inclinate, ritagliare per stringere l’inquadratura sul soggetto o eliminare oggetti di disturbo, sistemare i colori a seconda dell’uso che se ne decide di fare. Per mostrarle su schermo, spesso basta trovare il giusto equilibrio tra contrasto, luminosità e saturazione, ma per la stampa il gioco si fa più complicato. La prima cosa che serve è una buona stampante, ad esempio di quelle che si trovano su Staples, e poi è necessario calibrare lo schermo in base ad essa. La correzione del colore è quel processo che cerca di rendere i colori catturati dalla macchina, quelli mostrati da uno schermo e quelli stampati su carta più simili possibile. Per lavori complessi questa è una guida completa sull’argomento, mentre per gli amatori calibrare lo schermo significa regolare tutti i parametri confrontando ciò che si trova sul computer con una stampa e cercare di far combaciare i toni. Questa è un’azione che non sempre vale la pena fare, nella maggior parte dei casi basta ricordare che molte stampanti accentuano i rossi e i gialli e che quindi bisognerà regolare i livelli e la saturazione di essi, in particolare nelle foto di persone, dove la pelle può sembrare troppo accesa.
E poi? Pronte le foto le ozpioni sono diverse, la prima è cercare un mezzo per far conoscer e il proprio lavoro. Un blog può essere sicuramente un punto di partenza e con WordPress si hanno a disposizione decine di temi per contenere il proprio portfolio. Per chi ha stampato, mettere su una mostra personale non è difficile, basta avere una storia da raccontare e trovare un locale adatto a chi la vuole ascoltare, anche se esporre è quasi sempre un investimento senza ritorno. Per la vendita e la pubblicazione invece internet è ancora la principale risorsa. Si possono proporre le proprie foto ad agenzie come Alamy, che è un punto di contatto tra migliaia i fotografi ed editori del mondo, oppure offrirle come stock su uno dei numerosi siti che offrono questo servizio.
Qualunque sia il proprio percorso nella fotografia di viaggio come in tante altre passioni, pensare a lungo termine è un grande contributo al miglioramento e pensare in grande non dovrebbe essere esclusivo dei professionisti. Del tempo c’è bisogno per qualsiasi risultato, quindi tanto vale investirlo bene.