FOTOGRAFIA: Giorgio Stefanoni | Geometrie e colori
Creato il 03 giugno 2015 da Osso Magazine
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Giorgio Stefanoni è un fotografo milanese nato nel 1986. Dopo aver conseguito la laurea in Architettura al Politecnico di Milano, ha proseguito gli studi in Visual Design alla Scuola del Castello. "Da piccolo disegnavo dinosauri, ora lavoro come Art Director in un’agenzia di comunicazione".
La sua passione per la fotografia non è iniziata prestissimo, "ma diciamo che sto recuperando il tempo perso", confessa. Sin dai primi scatti, Giorgio focalizza il suo interesse sulle cose, anziché sulle persone. "Per quanto mi riguarda, delle linee possono avere la stessa carica emotiva di un ritratto di un vecchio e barbuto pescatore", spiega. Sicuramente, nel corso del tempo, l'interazione tra forme e cromie ha assunto un'importanza crescente nei suoi lavori. "Mi piace esprimermi con le geometrie e coi colori", racconta infatti Giorgio, "per arrivare ad un preciso obiettivo: privare l’elemento della sua funzione, risaltarne la bellezza delle forme e suscitare sensazioni contrastanti". Questo suo modo di esprimersi viene definito da alcuni minimalista, da altri eccessivamente astrattista.
In “Unknown Geometries”, il progetto che vi presentiamo in questo articolo, Giorgio cattura le brillanti superfici di edifici di Milano in contrasto con il cielo blu che nello sfondo. Milano non è qui oggetto del racconto, ma semplicemente lo strumento attraverso il quale visualizzare scenari inaspettati, prendendo in prestito e decontestualizzando le sue architetture. "Un metodo", spiega Giorgio, "che potrei chiamare “ad elastico”, avvicinamento (fisico) ed allontanamento (psicologico) da ciò che sto fotografando, dalla città che lo ospita, evitando i luoghi comuni e le architetture da cartolina. Forse un desiderio inconscio di fuggire dalla realtà caotica, dalle sue immagini convenzionali, e proporre frammenti visivi alternativi".
Abbiamo domandato a Giorgio con quale tecnica realizza i suoi scatti. Ci ha risposto così: "prediligo le giornate soleggiate per sfruttare i colori accesi e le ombre nette. E tanta buona musica nelle orecchie, favorisce l'astrazione totale dal contesto (fondamentale per la mia ricerca)". A differenza della fotografia d’architettura classica, alla quale Giorgio non si sente di appartenere, evita focali troppo basse favorendo così lo schiacciamento spaziale tra oggetti in primo ed in secondo piano. La prospettiva lo interessa relativamente, preferisce dare un senso di bidimensionalità ed estrema pulizia ad ogni suo scatto. "Gli unici scatti non “flat” che mi concedo sono quelli a vista rigorosamente isometrica".
Oltre ai fotografi, Giorgio ci spiega che ad influenzare il suo modo di vedere e percepire lo spazio sono stati anche registi e pittori. "Tra i fotografi direi certamente la pulizia delle architetture catturate da Hugo Schmolz e Gabriele Basilico. A livello cinematografico sono follemente innamorato di ogni inquadratura di “2001 Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick, delle periferie moderne ed alienanti di Michelangelo Antonioni e delle incredibili scenografie vivaci e simmetriche di Wes Anderson. Non dimentico Giorgio De Chirico, con la stasi e l’inquietudine che trasmettono le sue piazze metafisiche".
I progetti per il futuro di Giorgio sono tanti. Sicuramente continuare con la ricerca “Unknown Geometries”, per il quale sta definendo delle collaborazioni con alcuni magazine e gallerie di belle arti europei. Raffinare a livello concettuale alcuni dei progetti che ha in cantiere da diverso tempo (il "palcoscenico" sarà sempre Milano). "E magari riprendere dopo 20 anni a disegnare dinosauri, sarebbe fantastico". Potete seguire Giorgio sul suo sito e su Behance.
Immagini di Giorgio Stefanoni
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3 giugno 2015
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