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- post produzione
La fotografia in Italia è vista con quest’occhio purista che vede quasi di cattivo occhio chi modifica le proprie foto con una buona dose di postproduzione. Quasi dimenticando che in camera oscura tra acidi, maschere e quant’altro ne facevamo veramente di tutti i colori.
Questo accanimento alla fotografia vecchio stampo secondo me ci mette (come sempre) all’inseguimento del resto d’europa e del mondo, dove la CG e la fotografia si fondono in un’ unica entità, dove fotografo e digital artist cooperano per sviluppare insieme un’idea, che non importa chi o come, l’importante è che sia bella!!
Dopo questa mia piccola considerazione vi allego una raccolta di immagini pubblicitarie di forte impatto, nate proprio da questa collaborazione. Che ne dite?
2 commenti
Caro Silvio, quello che dici è sacrosanto!
si osteggia il cgi nel cinema, nella fotografia come un nemico giurato della realtà e della fotografia nel suo senso più profondo di rappresentazione.
e intanto all’estero vanno avanti…
La mia opinione è che chi critica non conosce a fondo le potenzialità delle varie tecniche, e non ha nessun interesse ad apprenderle, ma anzi si rifugia nel suo fortino dei nostalgici della pellicola.
Io credo che se il mercato dell’advertising in italia avesse le richieste e il coraggio del mercato inglese o americano, molti fotografi nostrani starebbero a casa a fotografarsi le scarpe.
cordialmente,
Paolo
Grazie Paolo per il supporto.
Per questo articolo sono stato abbastanza criticato, ma è un’ opinione, non ho mai pensato di farne una legge (nonostante il mio nome).
In ogni caso come dici tu, dobbiamo smettere di guardare all’estero, ma, visto che abbiamo tutte le possibilità per farlo, dovremmo tornare ai bei tempi quando il mondo intero ci copiava e seguiva…
Per fortuna vedo molti giovani che ci stanno provando con le unghie, restando qui in Italia a cercar di far tornare questo sogno.
Vediamo di non scappare tutti all’estero.
Grazie ancora.
Silvio
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