In questa ottica si svolge il mio andare nel bosco dei cerri in primavera e autunno portando un plico di fotografie per raffrontare i vari momenti sul posto e per a completarle visivamente le tracce della memoria. In questo modo la primavera con il verde delle foglie e dell’erba entra virtualmente nell’autunno dei cerri spogli e ci rimanda una immagine composita e simultanea.
L’inserzione della fotografia davanti alla visione reale, che a sua volta diviene una nuova fotografia, sintetizza il movimento del tempo che passa nello stesso luogo: un procedere circolare, da una stagione all’altra, con piccole variazioni apportate per opera del mio intervento effimero: il nastro bicolore che ho steso tra un tronco e l’altro ne rende con chiarezza e spiega la mia azione non distruttiva.
Un arte di rimandi visivi attraverso l’immagine fotografica che dal concetto trae la sua costruzione invisibile.
2 luglio 2014
Bruno Chiarlone Debenedetti