Abbiamo eliminato i cloro-fluoro-carburi e sembra che il buco nell’ozono si sia riassorbito. Le autovetture producono sempre meno sostanze inquinanti e si studiano soluzioni alternative ai carburanti di origine fossile. E si investe in energie rinnovabili: solare ed eolico prime fra tutte. Ed è qui che rimango perplesso, è qui che non capisco se siamo ipocriti o soltanto stupidi. Stiamo assistendo al proliferare di campi interi, distese infinite di specchi, boschi abbaglianti di tralicci e fotocellule. I campi coltivati lasciano spazio al fotovoltaico.
Qualcuno mi dica se questo è ecologico. Qualcuno mi spieghi perché non si fa nulla per incentivare sul serio, anzi, rendere obbligatoria l’installazione del fotovoltaico sulle nuove costruzioni come invece si fa in molte parti d’Europa, paradossalmente in quelle del nord più che al sud. Il fotovoltaico ha senso se utilizzato per rendere autonome da un punto di vista energetico le costruzioni. Il fotovoltaico costruito ad hoc per rivendere l’energia, sacrificando le coltivazioni, non mi pare affatto ecologico. Cosa accadrebbe se domani avessimo più specchi che campi di grano, più tralicci che girasoli? Credo che rimpiangeremmo le centrali a carbone. Ho come l’impressione che, ancora una volta, si sia mascherato il profitto di pochi con il bene di molti, ma questi molti non ne avranno alcun beneficio. “Specchio” dei tempi.