Una ricerca israeliana ha confermato che l’energia rinnovabile sta finalmente sostituendo i combustibili fossili grazie alla sua potenza ed efficacia.
Il team di ricercatori, guidato dal Dr. Avi Niv di Ben Gurion University del Negev, e il Prof Avner Rothschild del Technion-Israel Institute of Technology, è riuscito a migliorare infatti la prestazione del fotovoltaico ultrasottile fin sopra il 30% senza ricorrere all’impiego di costosi e nuovi materiali.
Il metodo impiegato consiste nel migliorare il modo in cui le celle solari intrappolano la luce per aumentare l’efficienza di produzione dell’elettricità. Nello specifico, meno materiale si ha a disposizione e più si rendono sottili le celle solari, senza compromettere la capacità di produrre energia.
Il Team ha scoperto un nuovo metodo per separare strutturalmente all’interno della cella i siti specializzati nella cattura dei fotoni e quelli indispensabili per l’assorbimento. In particolare la luce viene intrappolata in uno spesso substrato che passa l’energia allo strato di ematite (un ossido del ferro) sottostante. Quello che si ottiene è un importante miglioramento che supera il 30% nella produzione di energia.
Il metodo è stato sviluppato per l’uso in film di ossido di ferro, progettati specificatamente per produrre idrogeno mediante scissione dell’acqua, ma potrebbe essere usato anche in altri tipi di celle.
L’ossido di ferro è un semiconduttore molto comune, economico e stabile in acqua. A differenza di altri materiali, come ad esempio il silicio, può ossidare l’acqua senza corrodersi o decomporsi a sua volta.
(fonte: http://www.ambientequotidiano.it)