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Fra rap, politica e sistema partitico: puo' la musica essere (anche) protesta e proposta?

Creato il 06 settembre 2013 da Alessandro @AleTrasforini
In un'odierna intervista a La Repubblica, il "rapper" Moreno Donadoni ha riservato parole di distacco nei confronti della Festa Democratica di Genova, ove domani dovrà tenere un concerto di chiusura. Per non parlare, poi, del tono critico (anche condivisibile) con il quale ha giudicato il sistema dei Partiti in Italia. Alcuni dei concetti espressi ed attribuiti al ragazzo sono degni di essere sottoposti a qualche ragionamento e/o riflessione nel merito del genere musicale che questo "cantante" ha scelto di rappresentare. I pezzi suscettibili di critiche e riflessioni sono riportati nel seguito: 
"[...]Fa un pò ridere che si dica che io suono alla Festa del Pd.  Il mio concerto e la Festa democratica sono due cose diverse [...].  Sono entrambi a Genova, ma in due zone distinte, ci vogliono due autobus per andare da una all'altra.  Io vado al concerto di Moreno, cioè al mio show. [...]"
"[...] Sono a casa (Genova), finalmente faccio la data a casa mia e non ho bisogno di essere appoggiato da un Partito, qualunque  sia. Non mi sento sotto nessun cappello, posso ringraziare ma una data a Genova l'avrei fatta comunque, sono convinto che la gente aspettasse da tempo il mio concerto, non c'è bisogno di altro. [...]"
"[...] alle Feste dell'Unità c'è sempre la musica, e quest'anno magari si saranno accorti che c'è il rap, di questo ne posso essere solo contento. [...]" 
"[...] Siamo in una situazione politica delicata, io mi voglio concentrare sulla musica e su nient'altro.  E' importante interessarsi e votare, ma per il resto non dico di più. [...]"
Il concerto di Moreno è stato collocato, fino a prova contraria, dentro al Programma della Festa Democratica fissata nel capoluogo ligure. (Per info: http://www.festademocratica.it/doc/259035/il-programma-di-sabato-7-settembre.htm) Questo fatto, fino a  prova impossibilmente contraria, dovrebbe far capire quanto tale esibizione sia collegata alla Manifestazione in oggetto. Bastano forse due luoghi differenti per "esiliare" la Festa Democratica?
"[...] Sono entrambi a Genova, ma in due zone distinte [...]" 
Può bastare un luogo per allontanare qualsivoglia anelito di militanza politica?  Potrebbero davvero bastare solamente gli incassi previsti per suggellare una "convivenza" un pò meno traumatica e forzata? Questo "rapper" ha davvero così bisogno della vetrina di una Festa Democratica per incrementare profitti e successo? Può l'autore di un disco che ha venduto oltre 120mila copie aver bisogno di una vetrina politicizzata dalla quale si dichiara lontano secoli luce?  Domande come queste, fatte assolutamente sul filo della retorica, indicano che non bastano certo due luoghi diversi a cancellare l'affiliazione ad una Manifestazione.  Un'altra cosa maggiormente condivisibile e rispettabile attribuita al "rapper" è quella relativa al suo bisogno di praticare musica svincolata da qualsivoglia forma partitica: 
"[...]non ho bisogno di essere appoggiato da un Partito, qualunque sia. [...]"
E' grande prerogativa della musica (vera) quella di saper parlare al cuore ed alla mente degli esseri umani, facendo alle volte riflettere su temi e questioni da punti di vista che, a ragione od a torto, possono essere strumentalizzati dal sistema partitico.  Le opinioni e le testimonianze che vincolano la musica ad un impegno neutrale ed apartitico nei confronti della società intera sono talmente evidenti nella Storia da risultare quasi scontate. Non si contano le citazioni util(izzabil)i per ricordare a tutti questo pilastro fondante di un'arte fondamentale per l'intero genere umano: 
"Informazione non è conoscenza, | conoscenza non è saggezza, | saggezza non è verità, | verità non è bellezza, | bellezza non è amore, | amore non è musica. | La musica è la cosa migliore che esista."  (Frank Zappa, attribuito)
"La musica è il piacere che la mente umana prova quando conta senza essere conscia di contare." (G.W. Von Leibniz)
"La musica ha una fondamentale componente spirituale. Rende meno arida, meno egoista, meno violenta la società. " (Uto Ughi)
"La musica può sicuramente aiutare un risveglio delle coscienze, perché un paese che scade moralmente inevitabilmente scade anche culturalmente." (Uto Ughi)
Leggendo citazioni simili, è possibile capire quanto la Musica dovrebbe riuscire ad innescare positive "mine" di riflessione e meditazione per la società intera. Se la Musica non deve giustamente essere partitica, non può comunque non essere politica. Qualsiasi canzone applica, nel contesto e nella società in cui è esibita, una qualunque forma di politica: disinteresse verso i problemi reali, distacco verso gli schemi pre-esistenti, volontà di costruire canzonette per stordire, necessità di ragionare su temi reali per innescare riflessioni, [...].  Questo per scrivere che, volente o nolente, la Musica per chiamarsi tale ed essere realmente importante ed utile per la società potrebbe essere realmente  appoggiata a forme di "politica": può un artista avere anche una missione sociale nei confronti del suo pubblico? Può un artista utilizzare la Musica come veicolo per esprimere valori quali solidarietà, rispetto, compassione, volontà, [...] al fine di rendere anche politicamente migliore una società?  Su domande come queste potrebbe articolarsi la futura proposta del "rapper" Moreno, ad ora ancora abbastanza acerbo (eufemismo). Si potrebbe fare "politica in musica" componendo pezzi fedeli ad un detto attribuito a Bob Marley, seguendo la più completa assenza di fiducia e speranza: 
"La politica non mi interessa, è affare del demonio.  I politici giocano con la testa delle persone. Mai giocare con la testa delle persone."  (Bob Marley, attribuito)
Sia che politica e partiti facciano schifo, dovrebbe essere sempre bene non svuotare mai il "fare musica" della sua più autentica missione sociale. Alcune premesse anche nobili questo "rapper" le ha date, guardando a frammenti di alcune sue canzoni contenute nell'ultimo album "Stecca": 
"[...] la mia passione mi mette sotto pressione/ voi non lo vedete, voi che premete solo tasti in rete/ ti lascio in rete come pesci muti/ io canto navigando anche quando il mare è alto/ e se un guadagno non ci sarà/ farò stile libero in un bagno d’umiltà/ so che loro non lo sanno e un dito punteranno/ ma io resto uno smoking appena uscito dal fango. [...]" (Non mi cambieranno mai, Stecca)
Ad ogni canzone un diverso significato, quindi? Si arriva quindi ad un'altra  frase, inevitabilmente da discutere: 
"[...] quest'anno magari si saranno accorti che c'è il rap, di questo ne posso essere solo contento. [...]"
E' davvero "rap" il genere musicale messo in circolo dal giovane ragazzo di Genova?  Le forme più autentiche di rap sembrano essere sideralmente lontane da quanto questo "fuoriuscito" dai reality possa aver prodotto nella sua ancora giovane carriera.  Possono bastare solo flow, slang e movenze per fare rap? Dove mettere alcuni importanti contenuti che sono stati attribuiti a questo genere musicale sin dalle sue origini?  Una canzone rap non è tale solo se cantata quasi fosse un veloce scioglilingua.  Le canzoni di Moreno non abbondano affatto, in questa veste, di tematiche importanti e contenuti fondamentali per far progredire intellettualmente e culturalmente la società: 
"[...] Sono in stato confusionale,/ come uno sciocco dopo sei shot.[...] Non sputo nel piatto in cui mangio,/ ogni rima è un gancio di boxe,/ chiuditi in box,/ ma se mi ascolti ti lascio il segno, Paolo Fox. [...]Hanno detto "ricicli le rime che butto",/ beh, fidati è brutto, ora le sbocchi distrutto,/ pensavi sugli occhi avessi il prosciutto? (No, no, no)/ Speravi che non me ne accorgessi?/ O rimanessi all'asciutto./ Nel gioco del rap, grande debutto./ Moreno alla Ralph, spaccatutto. [...] Da Adamo ed Eva, viene da chiedermi noi chi siamo./ I politici vanno con Eva ma adesso Eva c'ha il pomo d'Adamo./ Che confusione, di due non ne fate uno neanche con la fusione, man./ Super Saiyan di 'sta scena qua,/ intorno a me e Mister Satan./ Crisi fresca, vedi il fondo, non si disinnesca all'ultimo secondo./ Game over, come o cosa./ Ci siamo quasi, la bomba è esplosa. [...]" (Che confusione, Stecca)
"[...] Sa-sa-sa, prova costume,/ in quest'ebrezza che accarezza come il fiume./ Metto via il piumino, prenoto il lettino,/ gonfio il materassino e abbasso il finestrino./ Per arrivare prima mi alzo di primo mattino,/ ma quando sono lì mi diverto come un bambino,/ perchè stare qui è divino,/ sono così rosso, posso sembrare in botta di vino. [...]Camicia bianca e occhiali, roba seria,/ ho visto più fondali marini di Valeria. L'estate incombe, con il suo calore, / sta a te capire qual è il posto migliore./ Prendo un estathè al limone,/ che sotto sotto questo sole si muore. Picchia sulla testa, c'è bisogno di un Aulin,/ ma è sapore di sale, come Gino Paoli. [...] Guardo che tutto vada al meglio, come il bagnino,/ a te non posso vederti infradito col calzino,/ non è carino creare una discussione,/ ma se ce l'hai con me avrei bisogno di protezione. Attenzione, che ti si accumula la rabbia,/ non fare il principe solo in un castello di sabbia,/ spero tu sappia che ho più inchiostro di una seppia,/ e dentro questa acqua libera c'è chi ci si rispecchia. [...]" (Sapore d'estate, Stecca)
Dove sta il vero "rap", dentro testi come questi?  L'impressione (e la probabile verità) è che il "rapper" Moreno sia nient'altro che prodotto della stessa generazione dei "made in talent show", luoghi nei quali musica ed arte sono sviliti e traditi ormai da troppi anni.  Tale concezione distruttrice di talenti e  promesse, sacrificate all'insegna del profitto annuale per salvaguardare l'esistenza di major e case discografiche, è stata benissimo sintetizzata da una frase attribuite al (vero) rapper Caparezza: 
"Più che "saranno famosi?" dobbiamo chiederci "saranno capaci?". In questi programmi televisivi la prima cosa che noto è che il talento non conta: per l'audience si vanno a cercare pianti, litigi e storie d'amore. Nei partecipanti manca la creatività: la bella voce da sola non è creatività."
Alla bella voce è necessario abbinare contenuti alle volte pe(n)santi, sbattere ogni tanto "in faccia" scomode verità, approfittando della credibilità e della stima guadagnata soprattutto fra schiere di adoranti giovani e giovanissimi. Cantare ed intonare veloci scioglilingua non è fare rap, per fortuna.  Risuonano altre parole che, forse, potrebbero chiarire maggiormente quali siano le prospettive e le (dis)illusioni del giovane "rapper" genovese: 
"[...]Sono in stato confusionale [...] Non sputo nel piatto in cui mangio [...]"
Se il piatto richiede banalità e neutralità nei contenuti per essere vendibile o commercializzabili, val bene adeguarsi per non perdere i profitti conquistati? A fan ed interessati l'ardua sentenza.  Alla fine ma non da ultimo, la frase conclusiva dell'intervista in oggetto: 
"[...] Siamo in una situazione politica delicata, io mi voglio concentrare sulla musica e su nient'altro.  E' importante interessarsi e votare, ma per il resto non dico di più. [...]"
Quali significati attribuire alla voce verbale "interessarsi"?  Quali significati assegnare a quel "non dico di più"? Il patrimonio di forze e persone racchiuso in ognuna delle Feste Democratiche è, di anno in anno, un fattore di partecipazione e condivisione politica che riesce ad andare avanti nonostante gli "errori" (sempre più insostenibili) fatto dal rispondente sistema partitico che dovrebbe portarne avanti le istanze: chiedere ai volontari ed agli ideali che annualmente vengono messi in circolo, per ulteriori conferme a riguardo. 
"[...] La prima gara l'ho fatta in un posto chiamato Fognazza,/ a bombazza c'ho messo la faccia. Girando per centri sociali, in più locali,/ vincendo i campionati regionali e nazionali. Sui piatti ho mangiato beat,/ la prima volta in TV sono stato in gabbia su MTV Spit.Non è stata una corsa in bici, cosa ne dici?/ Ho portato il freestyle persino ad Amici. Continuo senza mettere picchetti da campeggio,/ e tu ti permetti ancora di parlare? Sei il peggio.[...]"
Se chi critica è "il peggio", l'impressione è che un "rapper" possa fare sicuramente molto meglio per onorare un genere musicale dalle tradizioni saldamente forgiate a principi e volontà di una società migliore.  Se chi canta è "il peggio", è comunque esistito (ed esiste, anche se non mediaticamente vendibile) chi ha costruito un rap fatto di protesta costruttiva, di canzoni per onorare e celebrare le fasce deboli di una società corrotta, di testimonianze vere per immaginare un domani differente.  Qualche testimonianza? Basti riportare qualche frammento da canzoni (fra le molte possibili) riportate nel seguito: 
"[...]Se potessi rivivere i miei giorni da teppista/ Mi siederei a ricordare, amico, la felicità dei tempi andati/ Mi fermo e osservo i più giovani, il mio cuore va da loro/ Sono stati testati e ne è stata sottolineata l'inferiorità/ Ai giorni nostri le cose sono cambiate/ Tutti si vergognano dei giovani perché la verità appare strana/ E per me è il contrario, gli abbiamo lasciato/ Un mondo tormentato, e fa male/ Perché un giorno qualsiasi premeranno il bottone/ e urleranno condannati come Malcolm x e Bobby Hunton,/ Che sono morti per niente/ Non lasciare che facciano riempire i miei occhi di lacrime,/ Il mondo sembra monotono/ Ma quando ti asciughi gli occhi, lo vedi chiaramente/ Non c'è bisogno che tu abbia paura di me/ Se ti prendi tempo per ascoltarmi,/ Forse puoi imparare a fare il tifo per me/ Non si tratta di nero o bianco, perché siamo umani [...]" (Trad. Ghetto Gospel, Tupac A.S.)
"[...] Non vedo cambiamenti, mi sveglio al mattino e mi chiedo/ E degna di essere vissuta la vita, dovrei spararmi?/ Sono stanco di essere povero e peggio ancora sono nero./ Mi duole lo stomaco e sto cercando un borsellino da scippare/ Ai poliziotti non frega niente di un Negro/ Preme il grilletto, uccide [...] è un eroe/ Dà il crack ai ragazzini, chi diavolo se ne cura/ Una bocca da sfamare in meno sul welfare./ Prima spediscono loro la droga poi li lasciano trattare coi fratelli/ [...] Ho amore per il mio fratello ma non possiamo andare da nessuna parte/ Se non lo condividiamo l'uno con l'altro/ Dobbiamo cominciare a fare dei cambiamenti/ Impara a vedermi come fratello invece che essere due lontani stranieri. [...]Non vedo cambiamenti, vedo solo facce razziste./ L'odio fuori luogo è una disgrazia per le razze/ Noi quaggiù, mi chiedo cosa ci vuole per rendere questo/ Un posto migliore, cancelliamo l'immondizia/ Togli il male dalle persone, si comporteranno bene/ Perché sia il Nero che il bianco fumano crack stasera/ E solo quando ci raffreddiamo e quando ci uccidiamo l'un l'altro/ Ci vuole capacità per essere veri, e tempo di guarirci l'un l'altro/ E anche se sembra mandato dal cielo/ Non siamo pronti/ A vedere un Presidente Nero [...]Dobbiamo fare un cambiamento/ E' ora che noi, come popolo, cominciamo a fare dei cambiamenti/ Cambiamo il modo di mangiare, cambiamo il modo di vivere/ E cambiamo il modo in cui ci trattiamo l'un l'altro./ Vedi, il vecchio modo non funzionava, allora sta a noi fare/ Quel che dobbiamo fare, per sopravvivere./ E ancora non vedo cambiamenti, un fratello non può avere un po di pace/ E' guerra nelle strade e guerra nel Medio Oriente/ Invece di fare guerra alla povertà, fanno la guerra alle droghe/ Così la polizia può darmi fastidio/ E non ho mai fatto un crimine e non ne ho da commettere/ [...] Non lasciare che tinnervosiscano, che ti facciano indietreggiare/ Che ti mettano fuori uso e che i papponi ti prendano a schiaffi/ Devi imparare a reggerti da te [...]" (Trad. Changes, Tupac A.S.)
Poteva essere un altro Artista a chiudere una rassegna politica di rilievo nazionale? E' davvero possibile provare a lanciare un nuovo modo di intendere l'arte, mettendo in soffitta o nel dimenticatoio quel tremendo vaso di Pandora costituito dal mondo del reality? Ai posteri (ed a veri rapper passati) le ardue sentenze.
FRA RAP, POLITICA E SISTEMA PARTITICO: PUO' LA MUSICA ESSERE (ANCHE) PROTESTA E PROPOSTA?
Per saperne di più:  "Rap", wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Rap)
"E il rapper Moreno ripudia la Festa: 'La mia musica non c'entra nulla col Pd'" , La Repubblica, C.Moretti

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