“Grabs hold and won’t let go. It’s brilliant.” – Robert Jordan
Lo stesso Martin ha dichiarato più volte che quelle poche parole hanno enormemente aiutato la vendita del libro. Magari in Italia la cosa può sembrare strana visto che qui Martin è molto più famoso di Jordan, ma almeno per ora nel mondo The Wheel of Time ha venduto molte più copie di quante non ne abbia vendute A Song of Ice and Fire. Ok, la saga di Jordan conta quattordici romanzi, quella di Martin solo cinque, ma al momento il distacco fra le due saghe è ancora enorme e alla fine degli anni ’90 non c’era paragone: Jordan era famosissimo, Martin era noto solo a pochi appassionati di fantascienza.
Jordan non si è limitato a quella frase, che conoscevo da anni, ma ha pure scritto una lettera ad Anne Groell, editor delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Una copia di quella lettera è stata appena pubblicata su dragomount: http://www.dragonmount.com/index.php/News/events/robert-jordans-signed-copy-of-a-game-of-th-r827
6 March 1997
Dear Ms Groell,
I know that some time had passed since I gave you a quote for George R.R. Martin’s A GAME OF THRONES, and some little time since it was published, but do you think it might be possible to send me an autographed copy?
I look forward to seeing the next book, and future books in the cycle. I see in “Locus” that George says he no longer thinks he can finish the story in a trilogy. Good. Not that his story will be longer, but that he isn’t going to try shoe-horning his story into the form everybody seems to say such stories must follow. Writing what you want to write, in the way you want to write it, isn’t easy when lots of people are telling you that you can’t do it that way because it isn’t done that way. He apparently is as lucky as I am in having a publisher and editor who are willing to go against the flow.
Again, I do hope it is possible for you to send me that autographed copy. I enjoyed A GAME OF THRONES very much, and I know I will enjoy the others, too.
With best wishes,
I remainSincerly
Robert Jordan
Mi piace l’affermazione secondo cui Martin deve scrivere quello che vuole scrivere nel modo in cui lo vuole scrivere. Al diavolo le trilogie e le cosiddette regole del genere, non è seguendo rigidamente le orme di chi c’è stato prima che si creano opere destinate a durare nel tempo.
Secondo voi Robert ha ricevuto il libro che desiderava? Certo che sì, con questa dedica:
“For Robert Jordan, With appreciation and warm regards–May your winters all be short, and your summers bountiful.” George R. R. Martin
Robert non ha avuto modo di conoscere la conclusione della saga di Martin, è morto nel 2007, quando Martin era arrivato solo al quarto romanzo della saga, A Feast for Crows (Il dominio della regina e L’ombra della profezia), ed è un peccato. L’ennesimo motivo che mi spinge a pensare che è morto troppo presto, a partire dal fatto che doveva essere una persona straordinaria passando per la considerazione che non ha potuto finire la sua stessa saga e proseguendo con il rimpianto per tutte quelle storie che lui avrebbe voluto scrivere e che noi non potremo mai leggere.
E George non ha mancato di ringraziare Robert neppure all’interno della saga. Avete notato la presenza di Casa Jordayne di Tor? Tor, per chi non lo sapesse, è l’editore americano di Jordan. E se noi nella saga per ora abbiamo visto brevemente solo Myria Jordayne, del lord suo padre conosciamo comunque il nome, Trebor, che altri non è che Robert scritto al contrario.
Io amo le due saghe allo stesso modo, e mi diverte molto vedere quando i loro cammini si intrecciano.
Edit: il primo commento aggiunge un interessante dettaglio che io non sono riuscita a ricordare fino a quando non lo ha fatto per me Nicholas.