Fragilità di un volo

Creato il 04 giugno 2015 da Vidi

Un bimbo con una pistoletta sparava in aria bolle di sapone. Migliaia, una dietro l'altra. Non faceva in tempo a scoppiarne una che ne venivano fuori altre mille da quella pistoletta.
E in una di quelle ho rivisto me bambina, 50 anni fa.
Acqua, un po’ di sapone,  un maccherone preso dal pacco di mezzi ziti e immerso in quella soluzione, un soffio leggero e quasi timoroso. Lo sguardo, mentre soffiavo, era fisso all'altro capo del maccherone da cui la bolla, l'unica, veniva fuori piano, tremolante, vibrante; un arcobaleno fragilissimo che si allargava tondo e che, una volta che avesse raggiunto una grandezza tale da non essere più né troppo piccola e quindi pesante né troppo grossa e quindi estremamente fragile, bisognava far staccare dal maccherone con un gesto deciso.
La bolla, staccandosi, per un attimo scendeva in giù e allora con soffi leggeri la spingevo perché volasse; finalmente si alzava leggera portando in alto con sé tutto il mondo riflesso.
Saliva, saliva e cambiava colore; poi pian piano sul fondo del cerchio si formava una specie di goccia; allora la osservavo con ansia e trepidazione crescenti, sapendo che a breve il volo sarebbe finito e tuttavia sperando, al di là di ogni pensiero razionale, che non scoppiasse mai.
Chissà se anche il bimbo con la pistoletta trepidava guardando le sue bolle.

" Sai cos'è una bolla di sapone? 
L'astuccio trasparente di un sospiro."
Trilussa


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