Arco della Pace, 2.30 am, "brillanti" come calici da vino appena usciti dalla lavastoviglie. Un amico di lunga data, stanco di scarrozzarmi in giro in questi lunghi e fiacchi giorni di inizio estate, mi propone di prendere in prestito una mountain bike adagiata ad una ringhiera al bordo della strada, di fianco al marciapiede. Slegata.Io, lontano mille miglia da casa, con la mia Mingardi strettamente legata ad un palo in Porta Genova, rifiuto l'alternativa con un politically correct "queste cose non si fanno"!Ed eccomi in un baleno sul sedile passeggero di una macchina sparata nell'eterno traffico notturno milanese, a pochi minuti da letto e pigiama.
A metà tra una specie di umorale rigurgito leghista e la tentazione di rastrellare il quartiere alla ricerca della dispersa, mi siedo sul marciapiede, ancora incredulo.Ce l'avevo ormai da 4 anni. Veniva da un grosso negozio di biciclette bresciano, nemmeno a buon prezzo. L'avevo comprata con i soldi del risarcimento di un tamponamento da parte di un pensionato sgommante uscito bevuto da un bar del quartiere (che era anche scappato dopo avermi distrutto la bici di allora!). Qui il resoconto dell'accaduto. Tra le imprese da ricordare: mille corse sui Navigli, fino anche lungo tutta la Martesana, uno stile indomito nello sfuggire alle rotaie del tram e alle temibili grinfie del pavé, tante notti legate a Porta Romana ad aspettarmi fedele dopo una notte di guardia.Ultimamente cominciava a zoppicare: la luce attivata con la dinamo era ormai solo un ricordo, aveva perduto il campanello, la ruggine si stava mangiando parte del manubrio e qualche cigolio di troppo accompagnava il mio andare per le strade schivando SUV e passeggini. Ma le volevo bene, e ora posso solo ricordarla con questa specie di epitafio, sperando un domani di vedermela sfrecciare davanti, magari riverniciata, magari appoggiata sotto le chiappe di una studentessa di filosofia, venduta a 30 euro alla fiera di Senigallia, magari senza nemmeno riconoscerla, ma pensando semplicemente: "però, che bici!".
PS. Poco male, un motivo in più per mettermi una delle miei magliette preferite (vd foto in questo post)