Frana in Afghanistan, centinaia di morti
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Una devastante frana, causata dalla pioggia torrenziale, ha colpito l’Afghanistan nelle scorse ore, provocando un bilancio accertato – ma che verrà ritoccato al rialzo – di 350 morti. L’allarme è scattato nel pomeriggio nel distretto di Argo quando acqua, terra e sassi hanno coperto un intero villaggio, nascondendo alla vista case e una moschea. Secondo il capo del consiglio provinciale, Abdul Wahed, il villaggio era pieno di fedeli giunti per pregare. E alla prima frana se n’è aggiunta un’altra, altrettanto drammatica: una seconda frana ha infatti seppellito centinaia di soccorritori impegnati nelle operazioni di salvataggio delle vittime.
Si tratta della seconda emergenza ambientale in una settimana. Qualche giorno fa alcuni temporali e il contemporaneo scioglimento delle nevi hanno provocato lo straripamento di fiumi e inondazioni in numerose province del nord-ovest dell’Afghanistan, causando anche in questo caso centinaia di morti, distruzione di raccolti e danni a infrastrutture e bestiame.
350 morti, comunque, è un numero improbabile e ottimistico, destinato ad aumentare. Il governatore provinciale stesso, Shah Waliullah Adib, infatti, ha fissato il numero plausibile in “2500 morti“. Il governatore ha anche lanciato un appello per richiedere dei soccorsi rapidi: “Non abbiamo numero sufficiente di macchinari, per noi è fisicamente impossibile far fronte a questa emergenza”.
Obama si è detto “con il popolo afghano” e ha garantito aiuti imminenti. Nel frattempo, però, gli ambientalisti denunciano da anni i tagli di alberi e arbusti per uso personale da parte della popolazione locale. In questo modo, tutti gli ostacoli naturali che avrebbero potuto arginare un fenomeno eccezionale come questo, sono stati rimossi.
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