Francesca Matteoni – Tutti gli altri

Creato il 13 gennaio 2015 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

di Anna Castellari

Tutti gli altri è un libro che necessita silenzio. O che, se si legge, scava una bolla di silenzio nel proprio io. È un libro che va letto d’inverno, oppure nella stagione della contemplazione del mondo e di se stessi. O che se si legge d’estate, tra lo schiamazzo dei bambini in spiaggia e il frangersi monotono delle onde, aiuta a concentrarsi sul rumore di queste ultime.

È un viaggio che ripercorre le tappe di una donna dall’infanzia a oggi, per tornare all’infanzia: non è certo un caso se ogni capitolo porta un nome e se l’ultimo nome è quello di Madre, perché in un viaggio bisogna sempre saper tornare al punto di partenza e spesso quel punto può essere la propria infanzia.

Perché Tutti gli altri? Perché, credo, nel corso della propria vita Matteoni mette a nudo se stessa cercando in tutti gli altri qualcosa che non ha, da cui lei si sente estranea. È quel sentimento di estraneità dal mondo che mi ha fatto amare questo libro. Quel suo continuo distaccarsi da chi la circonda, sentirli lontani, come se fossero esseri di un altro pianeta – ma alla protagonista-narratrice, si sente, viene il dubbio di essere lei un essere proveniente da un altro pianeta. Le cose del mondo sembrano essere sempre secondarie, rispetto a quelle importanti: la protagonista si avvicina alle persone più marginali, quelle più problematiche, che si mettono continuamente in discussione o che mettono lei stessa continuamente in discussione.

Anche in questo volume, come in Dettato di Sergio Peter, della stessa collana i romanzi edita Tunué, non esiste una vera e propria storia, se non il filo conduttore della vita di Matteoni, narrato con uno stile preciso e ritmato, tipico di chi “viene dalla poesia” (come si dice spesso parlando di poeti che scrivono romanzi, a un certo punto, come se “poesia” fosse un pianeta lontano e sconosciuto, e forse in un certo senso lo è). Uno stile che trascina letteralmente il lettore nelle storie, con un intimismo e una profondità rare da rintracciare in letteratura. Non si può far altro che provare una certa empatia con la protagonista, circondata da personaggi dai nomi fantastici come Mangiafuoco, Nembo Kid, Akela, Alce o Pippi Calzelunghe. Che sogna una vita tra il verde delle colline inglesi, e andandosene altrove cerca in quell’altrove uno scopo, una identità.

Per tutti questi anni ho derubato la vita. Ho incanalato ogni immagine in me stessa come punti di sutura, frasi mandate a memoria spillate sui buchi di futuro. Mi sono contaminata, un’imitazione rocambolesca di qualsiasi cosa, un assemblaggio che cigola per tenersi insieme. Il mio sangue è una colla spalmata su tutto ciò a cui mi sembra di assomigliare. E poi non assomiglio a niente, mi stanco perfino di ciò che difendo come necessario, mi stancano lo stesso lavoro e le stesse facce: posso resistere qualche mese, finché ho voglia soltanto di starmene con l’erba in bocca a guardarmi gli alberi o sulla sabbia dove finisce l’occidente. Non la si vive davvero la vita, la si sottrae e a nostra volta si è sottratti, siamo un fuoco dentro un vaso d’argilla.

Francesca Matteoni da piccola (dal suo blog)

Credo sia in queste parole la chiave di tutto il romanzo, nonché il punto di maturazione e di consapevolezza della narratrice, che ci fa amare il suo essere allo “sbando” e la sua ricerca continua di un altrove in cui rifugiarsi. E credo che sia un romanzo di formazione, da leggere dai venti ai cent’anni.

Francesca Matteoni, Tutti gli altri
Tunué, 2014
€9,90

www.tunue.com
orso-polare.blogspot.com


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :