E’ la stella polare per il golf italiano, colui che tiene alto tutto il movimento anno dopo anno. Compreso quello ancora in corso, naturalmente. Perchè anche in questo 2012 il nostro Francesco Molinari ha ottenuto risultati eccezionali, seppur conquistando un solo trofeo – peraltro vinto da gran campione – in Spagna. Attenzione però: quello che fa di Chicco uno dei migliori golfisti europei non è tanto il numero dei tornei vinti, bensì la continuità di rendimento durante l’arco della stagione, la sua caratteristica principale. Il torinese ha sfornato numerose prestazioni di alto livello, suggellate dalla quarta posizione nell’ordine di merito europeo, la Race To Dubai e, soprattutto, dalla seconda convocazione nei 12 europei per la Ryder Cup.
Un regolarista, quindi, il nostro n. 1 del ranking europeo e mondiale (n. 10 e n.30 nel complesso), dote confermata anche quest’anno: 14 volte nella Top 20 nei tornei dell’European Tour su 21 giocati. Numeri importanti, da top player, per usare una definizione che va tanto di moda. Già dalla prima competizione dell’anno, ad Abu Dhabi, Chicco è lì con i migliori, a giocarsi anche una vittoria, ma un 72 all’ultimo giro lo relega in ottava posizione. Tra febbraio ed aprile una sfilza di buone perfomance lo vede sempre presente tra i primi venti in classifica; in particolare spiccano il 13esimo ed il 17esimo posto in due tappe del World Golf Championship ed il buon 19esimo posto al primo major stagionale, il Masters.
Il sesto posto al China Open è il preludio all’unica ma grande vittoria stagionale, ottenuta all’Open di Spagna il 6 maggio. Sui green del Real Club de Golf di Siviglia, il minore dei Molinari è protagonista di una rimonta strepitosa: dopo tre round è in sesta posizione, con un totale di -1. Sembrava destinato ad arrivare l’ennesimo piazzamento, questa volta amaro vista la concorrenza. L’ultimo giro, però, si trasforma in un Molinari-show. Con uno strepitoso 65, Chicco balza in testa al torneo, portandoselo a casa. Un trionfo da fenomeno vero, il quarto della sua carriera.
Il mese si chiude con l’ottimo settimo posto al BMW Pga Championship, il torneo più importante del circuito europeo. Dopo un mese di giugno in ombra, con il 29esimo posto allo US Open, è a luglio che Chicco torna alla ribalta. Prima la decima posizione all’Irish Open, poi le due imprese sfiorate agli Open di Francia e di Scozia. In entrambi i tornei un 2° posto, da interpretare in maniera diversa l’uno dall’altro: in Francia si rivede il Molinari “spagnolo”, capace di una rimonta stratosferica all’ultimo round (chiuso in 64) dalla 22esima posizione. Rimonta che non basta, però, a vincere il trofeo, andato al tedesco Marcel Siem. Tutt’altra storia in quel di Aberdeen. Sui green scozzesi il torinese è leader sino alla buca 18 dell’ultimo round, questa volta giocato sottotono. Raggiunto in extremis dall’indiano Jeev Milkha Singh, Francesco è costretto allo spareggio, vinto dall’asiatico dopo solo una buca.
Il terzo major, il British Open, lo vede piazzato al 39esimo posto, mentre va peggio nell’ultimo grande torneo, il PGA Championship, chiuso in 54esima posizione. L’ottimo sesto posto al Johnnie Walker Championship anticipa quella che è stata forse la prestazione più deludente dell’anno: l’Open d’Italia a casa sua, a Torino, chiuso al 46esimo posto. Il riscatto non tarda ad arrivare e il palcoscenico è di quelli prestigiosi, assolutamente unici nel suo genere: la Ryder Cup. Chicco gioca bene nei doppi, ma è nel re-match di due anni fa contro Tiger Woods che mostra le sue qualità eccelse e con il suo mezzo punto consente all’Europa di vincere la manifestazione.
L’ultimo torneo giocato dal torinese stato il Portugal Masters, chiuso in 16esima piazza. Prossimo appuntamento a Shanghai, in Cina, terra che riporta alla mente del 30enne sicuramente dolci ricordi, legati alla World Cup vinta tre anni or sono con il fratello Edoardo. Chissà che non possa arrivare un altro successo in Oriente, il quarto in carriera, che andrebbe ad arricchire un palmares fin troppo scarno in confronto al talento. Superare Costantino Rocca (a quota 5) non rappresenta uno scoglio insuperabile e, si sa, la continuità alla fine paga.
Foto: golf-for-beginners.blogspot.com
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OA | Daniele Pansardi