Francesco Petrarca (1304-1374)

Creato il 16 maggio 2013 da Lory663
Se Dante concluse il Medioevo, Petrarca iniziò una nuova epoca: quella che sarà il Rinascimento. Ma seguiamo più da vicino questa personalità singolare che segna il passaggio fra due epoche.
La famiglia del Petrarca proveniva da un paese del Valdarno, l'Incisa. Suo padre, messer Petracco, esercitava a Firenze la professione di notaio, tradizionale nella famiglia., e lo troviamo appunto notaio dei priori fra il 1300 e il 1301, nel periodo in cui Dante fece parte di questo collegio. Anche lui di parte bianca, aveva previsto i tempi duri che si avvicinavano e aveva mandato ad Arezzo la moglie, Eletta Canigiani, dove la raggiunse quando fu bandito, come Dante, nel 1302. E ad Arezzo, il 20 luglio del 1304, nasceva Francesco. Il nome del poeta doveva essere Francesco Petracco; più tardi egli lo avrebbe latinizzato in Petrarca, dandogli il significato di "arca di pietra".
Il fanciullo trascorse i primi sei anni di vita all'Incisa, dove Petracco aveva dei possedimenti. Nel 1310 il padre passò a Pisa, sperando di incontrare là Enrico VII e di poter rientrare a Firenze con l'aiuto dell'imperatore; ma invano. Non molto tempo dopo, la famiglia si trasferì ad Avignone, in Provenza, divenuta ormai sede della corte papale, ma, probabilmente per la difficoltà di trovare un alloggio conveniente  nella città affollata, la madre, con Francesco e il fratello minore Gherardo, si sistemarono in un paese vicino, Carpentras. Verso i quattordici anni, Francesco passò all'università di Montpellier per studiare legge, ma la sua natura lo portava alla poesia. Invece di applicarsi sui testi di diritto, fece di tutto per procurarsi opere dei poeti e degli scrittori latini, finchè il padre, irritato, un brutto giorno glieli buttò tutti nel fuoco.
Dopo quattro anni, verso il 1322, Francesco, col fratello, veniva inviato a Bologna, per completare gli studi in quella celebre università. Ma, ancora una volta, si occupò assai più di letteratura che di leggi. Nel 1326 tornava ad Avignogne. Qui la situazione era cambiata. Sua madre era morta, suo padre era passato a nuove nozze, o forse morto, e lui, ormai maggiorenne e abbastanza provvisto di denaro, almeno per il momento, potè dedicarsi ai suoi studi preferiti e condurre una piacevole vita in quella cittadina dove, intorno alla corte pontificia, si erano raccolte famiglie nobili e ricche, amanti dei piaceri.
Qui nell'aprile del 1327, nella chiesa di Santa Chiara, vide una dama che lo colpì profondamente, forse una figlia del cavaliere Audiberto di Noves, sposa di un ricco borghese di Avignone, Ugo de Sade, e se ne invaghì al modo provenzale, platonicamente, per una sottile esperienza dello spirito. Amore platonico ma tuttavia terreno, perhcè la donna del Petrarca, Laura, non è trasfigurata come la Beatrice dantesca e rimane donna, anche se inavvicinabile. E a Laura fu certo dedicata la maggior parte della produzione poetica di quel periodo, che però non è giunta a noi perchè il Petrarca, nella sua sempre più profonda ricerca di perfezione, la distrusse al pari delle sue prime prove poetiche del periodo bolognese. Frattanto il denaro non abbondava, e Francesco doveva provvedere a mantenersi, Il suo ideale sarebbe stato quello di una vita tranquilla, tra gli studi e la poesia, ma era anche quello un ideale platonico: in realtà aveva una spirito inquieto e desideroso di sempre nuove esperienze. Accolse dunque volentieri l'invito del suo vecchio amico Giacomo Colonna, divenuto vescovo, di seguirlo in Guascogna, a Lombez, sua sede episcopale. Cominciò così un perido movimentato al servizio dei Colonna, dapprima di Giacomo, poi di suo fratello, il cardinale Giovanni. Parlatore accorto e forbito, eloquente nei suoi scritti, poeta, il Petrarca aiutava i suoi protettori nella loro attività politica ma aveva sempre molto tempo libero per i suoi studi. Grazie ai Colonna, potè compiere, a partire dla 1333, lunghi viaggi nella Francia settentrionale, nelle Fiandre, in Germania, sempre attento a osservare uomini e cose e a cercare antichi codici della letteratura latina.
Quella ricerca andava interessando sempre più i dotti del tempo: erano i primi indizi di quell'amore per la civiltà classica che caratterizzerà il Rinascimento. Dei suoi viaggi Francesco mandava poi vivaci relazioni al cardinale Giovanni.
.....Francesco Petrarca seconda parte.

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