Franchigie e FIR, Zatta lancia il sasso: “Ridiscutere le regole dei permit players”

Creato il 05 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

da La Tribuna di Treviso

(…) Treviso scopre che quest’anno il dazio da pagare al Sei Nazioni, al blocco dei giocatori di interesse nazionale, insomma alla coabitazione con l’azzurro è pesante. Molto più di un anno fa. Certezze meno granitiche, anche nei giocatori, le colonne,
da troppo tempo brillanti, accusano il logorio di stagioni centrifuga e dei Mondiali. La rosa è lunga, ma Treviso-2 non ha esperienza e continuità. Il trend che ha aumentato il tasso trevigiano della Nazionale premia indubbiamente Smith e lo staff, ma crea conseguenze, soprattutto nella strategica cerniera centrale. Fin qui o Botes e Burton restavano, ora le prime 4 opzioni per mediano e apertura sono in nazionale e le scelte e
le gerarchie di Brunel hanno finito per condizionare negativamente il rendimento di tutti.
Così finisce che in regia De Waal ribadisca i suoi impacci (Smith ha finito per spostarlo
ala), ed è difficile per Treviso creare gioco. «Inutile pretendere – commenta il dg Munari – che chi gioca ogni 2 o 3 mesi possa avere ritmo e gambe».

(…) Altra nodo «evidente» il sistema dei permit players, quest’anno saltato dopo i positivi effetti in avvio di stagione (il Morisi proiettato verso l’azzurro). Da quando è cominciato il Sei Nazioni l’unico «permit» inserito è stato Chillon, per 30 minuti.
Nelle ultime settimane, fra Fir e Treviso, il dialogo, se così possiamo chiamarlo, è stato faticoso e alla fine improduttivo.
Distanze siderali su criteri, tempi e norme, Non stupisce così che il presidente Amerino Zatta chieda apertamente alla federazione di ridiscutere tutto per la prossima stagione: «E’ evidente che il sistema oggi, non va a vantaggio di nessuno, e ancora peggio sarà l’anno prossimo: senza più tanti azzurri all’estero, noi e Viadana dovremo dare
sistematicamente 15 o più giocatori alla Nazionale – spiega – ne è pensabile per i nostri giovani più interessanti venir proiettati da un giorno all’altro dalla realtà italiana alla Celtic. Così com’è, non si fa del bene a nessuno, né alla nazionale, né alle franchigie, né ai giovani. Credo che la Fir debba prenderne atto e parlarne, con noi e gli Aironi,
per creare un nuovo quadro di regole».