Amazon, il colosso americano di Jeff Bezos, continua a far paura alle nazioni in cui è sbarcato. Un’organizzazione pressoché perfetta e costi davvero concorrenziali fanno tremare l’economia delle aziende che devono affrontare il gigante statunitense. Dal momento che non possono competere, non possono allearsi, allora il “mostro” va combattuto.
In Francia, il Ministro della Cultura Aurélie Filippetti aveva dichiarato che avrebbe fatto il possibile per proteggere il paese dei giganti americani e ieri è arriva la prima contromisura: i grandi magazzini online, come Amazon, non potranno più offrire la consegna gratuita del prodotto a casa del cliente. Manca solo l’approvazione del Senato che è praticamente scontata e il provvedimento diventerà legge.
L’accusa rivolta ad Amazon è di concorrenza sleale che mette i concorrenti fuori mercato, un po’ come successo con la Ryanair. «La spedizione gratuita del libro - sostiene il Ministro - non viene offerta dove non è in vigore il prezzo unico del libro. Amazon ottiene una posizione dominante e una volta schiacciata la nostra rete di librerie, aumenterà i prezzi, quando ormai sarà l’unica ad operare».
Il prezzo unico del libro, misura varata nel lontano 1981 dal ministro Jack Lang, ha impedito alle grandi catene di dichiarare una guerra dei prezzi al ribasso che avrebbe inevitabilmente portato alla scomparsa delle librerie di quartiere.
In Francia, che sono particolarmente sensibili alla politica di tutela della nazione, questa idea di protezionismo ha raccolto diversi consensi da entrambi gli schieramenti politici. La Filippetti poi è particolarmente battagliera anche contro quelle strutture che “evadono le tasse” grazie alle scappatoie fiscali offerte da Irlanda e Lussemburgo che mettono in crisi l’economia del paese.
Di fatto, la consegna gratuita del libro annulla il prezzo unico del libro. Quello che Amazon.fr riesce a vendere a 15 euro, presso le altre catene francesi online costa almeno 18 euro. L’azienda di Bezos ha reagito alla proposta di legge della Filippetti sostenendo una difesa anche nei confronti di consumatori e piccoli editori. «Ogni provvedimento che porti ad un aumento del prezzo dei libri penalizza per primo il potere d’acquisto dei francesi e crea discriminazione. Anche i piccoli editori possono sfruttare le potenzialità del web per la loro attività».
Come la pensate voi? Siete a tutela dell’economia nazionale o degli interessi del consumatore?