Francia, Brasile e il nucleare

Creato il 11 gennaio 2011 da Pdigirolamo

Due notizie in particolare hanno catturato la mia attenzione oggi; tutte due dall’estero. Riguardano Francia e Brasile. Due paesi grandi; due grandi paesi. Per diverse ragioni. Mentre il primo, la Francia, è una potenza consolidata, un grande Paese, e sul versante energetico (ad esempio) conta 19 centrali nucleari e 58 reattori in totale a dare la spinta al suo progresso, al mantenimento della sua ricchezza, a consentire alla Francia di brillare nel panorama mondiale; il Brasile invece è, sì, un grande paese, ma è soprattutto un paese grande, in crescita. E come tale bisognoso di molta, moltissima energia. La crescita industriale funziona così… c’è poco da tergiversare. Se vuoi svilupparti, devi avere molta industria e molta energia per muoverla. Altrimenti si può vivere di turismo, terziario, arte… tutte cose che danno un connotato storico rilevante ad un paese, certo; ma non lo rendono competitivo su scala mondiale. La corsa non si fa su questo campo, per intenderci. Ebbene il Brasile, che intende crescere e diventare più ricco e influente, ha deciso di puntare sul nucleare proprio per dare un’impennata alla competitività industriale, dunque economica, del popolo carioca. Il ministro dell’energia ha infatti presentato un piano per la costruzione di 4 nuovi reattori nucleari in diverse parti del paese (e tutte si dicono molto interessate alla cosa!), in aggiunta ai due reattori già in funzione (un terzo è in costruzione) ad Angra, da cui al momento ricavano il 3% del fabbisogno energetico: è chiaro quindi che non di solo nucleare vive e prospera il Brasile. E che così sarà anche in futuro. Però la disponibilità energetica aumenterà notevolmente, e il mix energetico sarà più vario, più ricco in termini di performance e di alternative. Si tratta soprattutto, almeno così lo intende il governo brasiliano, un progetto di innovazione; di ammodernamento. Una scelta strategica, in altre parole. È così che un paese grande ha pensato di diventare un grande paese. E la Francia? La Francia, che è gia un grande paese; ricco, influente, potente e prospero.. cosa c’entra? La Francia rientra nel discorso perché è un grande paese e ha tutto l’interesse a mantenere la prosperità e la competitività raggiunta; perché si fa abbastanza presto a regredire da grande paese a paese grande. Basta programmare il futuro in modo sbagliato. Per intenderci: la Francia a livello industriale è all’avanguardia; e ne ricava ricchezza. Tutto questo è possibile in gran parte grazie ai 58 reattori reattori di cui dispone. E la notizia è che per la prima volta dal 2004 funzionano tutti e 58 contemporaneamente. Sono due esempi diversi, è vero; ma aiutano a spiegare perchè non ritengo corretto inquadrare il nucleare come scelta superata, anti-economica, arretrata: quando mai la Francia ha fatto scelte arretrate? E perché mai un paese che vuole crescere sceglierebbe una tecnologia superata? Dunque, se tanto il Brasile, che vuole diventare grande, quanto la Francia, che vuole rimanere grande, scelgono il nucleare forse un motivo valido ci sarà.. no? Forse, oltre la patina del NO a tutti i costi, oltre la miopia spinta fino allo strabismo, ci sono dei fatti che parlano di una realtà e di un futuro assai diversi. Io ci penserei bene, prima di dire sistematicamente NO: è una cosa che può fare un bambino; non chi vuole crescere..



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