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Francia, un milione in piazza contro i gay? Oppure a favore del matrimonio?

Creato il 27 maggio 2013 da Dilillofr @dilillofr

Francia, un milione in piazza contro i gay? Oppure a favore del matrimonio?

Un momento della manifestazione di Parigi (Fonte: HuffingtonPost.it)

Parigi ieri è stato il teatro di una grande manifestazione in difesa dell'istituto del matrimonio tradizionale organizzata dal collettivo Maif Pour Tous. Circa un milione di uomini, donne e bambini (circa 150 mila per le forze di polizia), hanno sfilato in quattro cortei per poi confluire nella spianata des Invalides, nonostante il ministro dell'Interno avesse sconsigliato di partecipare alle famiglie con bambini.
Al di là dei numeri, stupisce, ma non sorprende, la determinazione di questa fetta di francesi contro la legge appena approvata in Francia sulle nozze e le adozioni delle coppie gay. Applaudo quel fronte, quello pacifico, non omofobo e non violento, per il coraggio manifestato nella difesa di un istituto fondamentale della nostra società. 
Sotto la bandiera "Equality for all" ("Uguaglianza per tutti"), i movimenti LGBT stanno gradualmente imponendo alla società l'accettazione del modello di famiglia omogenitoriale, sulla base di queste "verità assolute":
  • Il matrimonio è un diritto umano. Tutti devono avere la possibilità di sposarsi e lo Stato deve garantire questi diritti.
  • Il matrimonio offre molteplici benefici fiscali, legali, patrimoniali, relativi all'assistenza sanitaria. Senza il matrimonio le coppie omosessuali non avrebbero gli stessi diritti e doveri rispetto alle coppie eterosessuali.
  • Una famiglia è forte indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori. Ai figli basta avere genitori che sono amorevoli e che si prendano cura di loro. Tutti gli studi del caso, infatti, dimostrerebbero che le coppie omosessuali sono in grado di crescere figli allo stesso modo, se non meglio, delle coppie eterosessuali.

Il matrimonio è un diritto umano E' vero, il diritto di due persone di contrarre matrimonio liberamente indipendentemente dalla loro razza, religione e status sociale è sacrosanto. In questo senso lo Stato deve stabilire e garantire le norme e i requisiti per accedere a questo istituto. Oggi, in italia, il matrimonio valido è quello tra un uomo ed una donna. Possiamo dire di essere una paese retrogrado? Incivile? Omofobo? 
In realtà le condizioni sono sostanzialmente le stesse da duemila anni. Dall'etimologia stessa della parola matrimonio è chiaro che sin dagli inizi il suo scopo fosse quello di rappresentare il fondamento giuridico della famiglia e dell'unione di un uomo e una donna. Un istituto fondamentale della società in quanto strumento per la continuazione della specie. "Essa deriva dal latino matrimonium, ossia dall'unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia." 
In estrema sintesi, concordo sul fatto che la possibilità di contrarre matrimonio sia un diritto da promuovere, salvaguardare e difendere. Secondo me, tuttavia, non rappresenta un diritto la pretesa di ridefinirlo, appiattendone i requisiti stabiliti per legge.
Il matrimonio offre molteplici benefici I proponenti dei diritti LGBT sostengono che non si capisce perché due persone dello stesso sesso non possano proteggere il loro amore con gli stessi diritti e che il diritto a proteggere i propri affetti è universale. 
E' vero, ma allora mi domando: per ottenere e salvaguardare questi diritti è assolutamente necessario ridefinire il matrimonio stesso? 
Secondo me, no. Le unioni civili, se ben regolamentate per legge, potrebbero garantire tutti i diritti e doveri già previsti per le coppie sposate eterosessuali: diritti di successione, di assistenza, ecc... senza dover ridefinire per tutti il matrimonio, istituzione che formalizza l'unione di un uomo e di una donna.
Qui non si tratta di stabilire per legge che un tipo di amore è migliore dell'altro. Non metto in dubbio che la capacità di amarsi di una coppia gay possa essere pari a quella di una coppia eterosessuale. Metto in dubbio lo stesso slogan "matrimonio uguale per tutti" per il fatto che non stiamo parlando, per definizione, della stessa cosa.
Una famiglia è forte indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori Negli ultimi venti anni gli studi sull'omosessualità e sugli effetti dell'orientamento sessuale sulla capacità di coppie gay di essere buoni genitori ha visto un crescendo di prese di posizione a favore dell'omogenitorialità. In pochi anni, a partire dagli inizi del XXI secolo, si è passati da un certo scetticismo a sostenere che le coppie di genitori gay sarebbero più capaci di quelle eterosessuali nella crescita dei figli.
Nel 2005 l'American Psychological Associatio (AOA) ha dichiarato: "Non un singolo studio ha dimostrato che i figli di genitori lesbiche o omosessuali siano svantaggiati in alcun modo significativo rispetto ai figli di genitori eterosessuali." Da allora questa dichiarazione, insieme ad altre rilasciate in seguito da altri centri di ricerca, è stata citata dai sostenitori del matrimonio omosessuale nelle loro campagne per ridefinire il matrimonio. 
Nel giugno 2012 il sociologo Mark Regnerus, in una sua ricerca, ha avanzato dei dubbi su queste asserzioni puntando il dito sulla qualità e la quantità dei dati raccolti dagli intervistati negli studi precedenti. I suoi risultati sulla qualità della vita di persone adulte cresciute in famiglie dove almeno uno dei genitori era gay o in una relazione omosessuale sono stati tutt'altro che in linea con quelli degli studi già in circolazione. Tant'è che lo stesso Regnerus ha dovuto affrontare una tempesta di critiche sia dal mondo accademico che, ovviamente, dalle associazionismo LGBT.
Regnerus ha poi tenuto a specificare che lo studio in sé non stabilisce che l'avere un genitore omosessuale o in una relazione omosessuale sia la causa principale dei risultati peggiori rispetto a quelli dei figli di coppie eterosessuali stabili. Stabilisce tuttavia che un meccanismo di causa-effetto è plausibile e non può essere ignorato. In altre parole, l'asserzione che non vi siano differenze tra l'essere cresciuti da una coppia di genitori omosessuali rispetto ad una coppia di genitori eterosessuali non sarebbe supportata dall'attuale ricerca scientifica.
Conclusione Stamattina leggendo alcuni articoli online mi sono imbattuto in questo commento di Giuseppina La Delfa, la presidente dell'Associazione Italiana Famiglie Arcobaleno, in risposta ad una lettrice che faceva gli auguri alle donne che possono ancora farsi chiamare mamma (in riferimento alla legge francese che ha rimosso i riferimenti di padre e madre nei certificati anagrafici, sostituendoli con Genitore 1 e Genitore 2):
“grazie per gli auguri. sono una mamma lesbica felice e appagata, ho due figli splendidi avuti con la mia compagna grazie all'eterologa come decine di migliaia di coppie eterosessuali infertili. ogni anno per la festa della mamma mia figlia grande mi fa un bel pensierino. anzi ne fa due. e ne fa due anche il giorno della festa del papà perché queste feste sono le feste degli affetti e dell'amore tra genitori e figli. è questo che fa una famiglia, l'amore e la legge. vedi adozione, e procreazione medicalmente assista, affidamento, ecc...”
Questo commento - al quale ho risposto - non è diverso da altri fatti in passato dalla stessa autrice, nei quali tutto diventa relativo. Nessuno discute certamente la sua capacità di amare la propria figlia, né i sentimenti che nutrono il suo rapporto madre-figlia. Mi oppongo però all'idea che si vuole far passare ora che la festa della mamma e del papà siano semplicemente "feste degli affetti."
Si vuole far passare, attraverso le "prove scientifiche" a sostegno del matrimonio omosessuale, l'idea che il papà (o la mamma, dipende dall'orientamento sessuale) sia una figura genitoriale superflua. Tanto basta l'amore!
Ancora meno accettabile e giusto trovo il fatto che si definisca "diritto umano," la pretesa che due signore o due signori, maggiorenni, possano decidere di privare un futuro bambino, ancor prima che nasca, della possibilità di crescere con un papà o con una mamma.
Quando non accetto tutto ciò e lo esprimo a voce o per iscritto, ciò che mi sento rispondere in genere è di essere conservatore, retrogrado, teocratico, liberticida, omofobo, o un mix di questi. Generalmente l'argomento si riduce a questo: "Ma a te, agli eterosessuali, che differenza fa se due persone dello stesso sesso si amano, desiderano contrarre matrimonio e farsi una famiglia? Che differenza fa se due omosessuali in una relazione stabile desiderano godere degli stessi diritti e protezioni assicurate alle coppie eterosessuali? E avere dei figli?"
Ebbene, fa differenza.: nel momento in cui lo Stato dovesse sostituire per legge le parole padre e madre con Genitore 1 e Genitore 2; quando lo Stato dovesse permettere che i bambini diventino oggetto del desiderio, bypassando le regole della biologia, nel nome di diritti al bambino e a scapito dei diritti del bambino; quando lo Stato dovesse favorire l'annullamento delle differenze di genere per garantire un'uguaglianza più "sana" e politically-correct.
Non è il diritto all'amarsi reciprocamente che è in gioco qui. Come già detto, una coppia omosessuale, con le giuste leggi, può godere dei diritti e doveri di una qualsiasi coppia eterosessuale. E' in gioco la definizione di matrimonio ed il futuro di generazioni di bambini e bambine che rischiano di essere privati del diritto di crescere con una mamma ed un papà. In un contesto, quello della famiglia omosessuale, i cui benefici o effetti negativi sono ancora tutti da verificare.
Per approfondire: Alcuni testi disponibili su Amazon.it sul tema della famiglia e dell'omosessualità.

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