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La zona vinicola
L'area di produzione del Franciacorta si trova in provincia di Brescia, tra il lago di Iseo, i fiumi Oglio e Mella e le colline che si estendono intorno al comune di Rovato. Il terreno è origine glaciale, con presenza di sassi morenici e ghiaia.
La zona a denominazione controllata produce esclusivamente ottimi spumanti bianchi con il metodo della fermentazione in bottiglia.
Il nome è di origine medievale, da Franche curtes, che significa corte franca, ovvero terra esentata dall'obbligo di versare le imposte, grazie alla forte presenza di abbazie e priorati che godevano di particolari privilegi. La coltivazione della vite era già praticata nel Medioevo, diventando sistematica a partire dall'Ottocento con la produzione quasi esclusiva di rossi di poco pregio. Solo da circa quarant'anni fa iniziarono i primi esperimenti di spumantizzazione ad opera di Guido Berlucchi di Borgonato, cominciando una tradizione di spumantizzazione che tutta la Franciacorta avrebbe poi seguito. Oggi la produzione della zona è in continuo miglioramento qualitativo.
I vitigni
Il Pinot Bianco, nome italiano del Pinot Blanc francese, viene spesso coltivato al fianco dello Chardonnay e con esso vinificato per la produzione di vini spumanti o leggermente frizzanti in cui apporta una forte acidità. Non è un vitigno aromatico, e questo non lo fa apprezzare per la vinificazione in purezza, ma fornisce è comunque ritenuto un vitigno nobile che in determinate condizioni riesce a supportare ottimi vini come nel caso dell'Alsazia. Predilige infatti i climi freddi dove riesce ad esprimere potenzialità di tutto rispetto che nelle zone meridionali sono assenti.
Coltivato nelle zone più settentrionali, presenta un grande sostegno acido, con profumi intensi e fruttati. Più a meridione, permette di ottenere vini più delicati dove non mancano aromi di frutta chiara e agrumi con note di fieno. Quando l'acidità è più morbida non mancano note di caramello, mandorla e burro. Garantisce capacità di invecchiamento, la spalla acida, la freschezza e la struttura del vino.
Il Franciacorta DOCG
Le rese delle uve non devono essere superiori a 10 tonnellate per ettaro, e devono assicurare un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 9,5%.
È vietato l'uso del travaso isobarico o trasferimento da un contenitore ad altro con l'impiego della filtrazione o centrifuga e la fermentazione e spumantizzazione devono essere effettuate in bottiglia secondo il metodo classico. L'imbottigliamento del vino in elaborazione è consentito a partire dal l° febbraio successivo alla vendemmia da cui è stato ricavato il vino base più giovane e il vino spumante deve essere affinato almeno 18 mesi in bottiglia e commercializzato non prima di 25 mesi dalla data di inizio della vendemmia. I vini possono fregiarsi della menzione Satèn (ex Crémant), seguendo le normative vigenti.
Il Franciacorta ha un colore paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati. L'odore si presenta come il bouquet proprio della fermentazione in bottiglia, fine, gentile, ampio e composito, con un sapore sapido, fresco, fine e armonico. Ottimo vino aperitivo e fuori pasto, può essere anche abbinato ad alcuni piatti di pesce strutturati nelle sue versioni di eccellenza.
Le aziende
Tra i grandi famosi Bellavista, con il suo Gran Cuvée Brut che conquista i cinque grappoli con un assemblaggio classico tra Chardonnay e Pinot Nero. Al naso la gamma è ampissima, con bergamotto, cera d'api e polline, avvolti nella crusca e nella nocciola. Minerale, perlage perfetto, al pari dei migliori Champagne. Deve avere accanto un piatto importante come l'astice in salsa di patate e noce moscata. Il Gran Cuvée Satèn è appena un gradino sotto, puro Chardonnay dorato, con fresche sfumature di verbena e pompelmo, seguito dal tè verde, la mandorla e il gesso. Bocca setosa che finisce con mineralità agrumate. A tavola con l'insalata di granseola al limone. E ancora cinque grappoli con la Gran Cuvée Pas Operé e il Brut con l'impiego di tutti e tre i vitigni.
L'altro grande di Franciacorta è Berlucchi, gigantesco con la sua Cuvée Imperiale Brut Vintage da Chardonnay e Pinot Nero. Perlage finissimo, perfetto, e gamma olfattiva affascinante nel pompelmo rosa, il bergamotto, in mughetto e il pane grigliato, con accenni finili di polvere pirica. Palato ampio, strutturato, piacevolmente fresco e minerale. Serve con un piatto di rispetto, come i ravioli di fonduta ai firferli. Il Brut Cuvée Storica è uno Chardonnay con il 5% di Pinot Nero dai seducenti profumi di frutta bianca, pane caldo, noce ed erba cedrina. Palato cremoso, sapido, di ottima struttura, per le lumache di mare in sauté.
I Fratelli Berlucchi invece restano nell'eccellenza con il Brut Casa delle Colonne, con lo Chardonnay e il 20% di Pinot Nero, per un vino maestoso, con bollicine finissime e avvolgenti aromi di glicine, frutta esotica, erbe e malto d'orzo su fondi minerali. Per cinque anni sui lieviti, la bocca è incredibilmente ricca e avvolgente, solo per piatti elaborati di molluschi e crostacei.
Ma la Franciacorta è ricca di eccellenti spumanti che raggiungono i più famosi Champagne, come quelli di Bersi Serlini, Ca' del Bosco, Castel Faglia, Castaldi, Cornaleto, Ferghettina, lo splendido Saten di Enrico Gatti, Il Mosnel con il suo rosé, Majolini e Umberti con il Sublimis.