Francis Bacon è stato un pittore inglese d’origine irlandese.
Bacon nacque in Lower Baggot Street, a Dublino (Irlanda) da genitori inglesi.
I suoi genitori erano Eddy Bacon di quaranta anni e Winnie Bacon, di ventisei. Francis Bacon era un bambino sempre molto ammalato, soffriva di frequenti attacchi d’ asma e violente allergie verso cani e cavalli.
Era molto timido ma adorava giocare e discutere di moda femminile. Gli piaceva molto vestirsi come una ragazza; la sua evidente omosessualità faceva infuriare il padre che per questo motivo, lo puniva spesso con violente frustate.
Ad una festa in costume, a Suffolk, Francis indossò un abito femminile, del rossetto e tacchi alti tenendo una lunga sigaretta con bocchino.Alla fine di quello stesso anno suo padre lo cacciò di casa perché sorpreso mentre si provava biancheria femminile davanti allo uno specchio.
Bacon si trasferì a Londra nel 1925; fu poi a Berlino, dove conobbe il realismo di G. Grosz, O. Dix e M. Beckmann.
Francis scoprì che era attraente, quindi pensò subito di trarne vantaggio, concedendosi a uomini ricchi.
Uno di questi uomini era un ex compagno d’arme di suo padre, Harcourt-Smith. All’inizio della Primavera del 1927 Francis fu portato da Harcourt-Smith a Berlino che allora faceva parte della Repubblica di Weimar.
Fu qui che Francis vide il capolavoro di Fritz Lang “Metropolis“. Francis trascorse due mesi a Berlino. Dopo più o meno un mese, Harcourt-Smith lo lasciò. “Si è stancato presto di me, e certamente ora sarà con una donna” disse.
Fu così che dopo poco tempo decise di trasferirsi a Parigi dove passò un anno e mezzo. All’apertura di un’esibizione, incontrò Yvonne Bocquentin, pianista e cantante.
Essendo a conoscenza del suo bisogno di imparare la lingua francese, Francis visse per tre mesi con Madame Bocquentin e la sua famiglia nella loro casa presso Chantilly. Al Château de Chantilly (al museo Condè), vide La strage degli innocenti di Nicolas Poussin.
L’estate del 1927 Francis andò ad una mostra di 106 opere di Picasso nella Galleria Paul Rosenberg a Parigi, cosa che lo ispirò a disegnare e dipingere.
Prese il treno circa cinque volte a settimana per visitare la mostra e spesso tornava con disegni ed aquerelli d’ispirazione cubista.
La prima esposizione al Queensberry Mews, nell’inverno del 1929, era fatta di stracci e mobilia di Bacon (Eric Hall comprò uno straccio) ma pare che vi fossero anche Painted screen (c.1929 – 1930) e Watercolour (1929), entrambi comprati da Eric Alden. Watercolour (“Acquarello”), il suo dipinto più datato sopravvisuto, sembra sia evoluto dai suoi disegni di stracci, che a loro volta furono influenzati dai dipinti e gli arazzi di Jean Lurçat.
L’opera di Bacon, le cui radici culturali sono state individuate, fra l’altro, nell’estetica settecentesca del sublime, è caratterizzata da una violenta carica “Espressionistica” formalmente derivata da M. Griinewald “Vincent Van Gogh” “Edvard Munch”.
Essa ha esercitato un influsso di grande rilievo sui pittori delle generazioni successive, soprattutto su quelli operanti nell’ambito della cosiddetta «nuova figurazione». Una delle opere maggiormente conosciuta di Bacon è il “Doppio ritratto di Lucian Freud e di Frank Aurbach” eseguito nel 1964 ed ora è esposto nel Marlborough Gallery di Londra.
Bacon tornò in Germania nel 1930 e partecipò alla Oberammergau Passion Play
In seguito Bacon approfondì la sua analisi, spietata sino all’atrocità, della condizione umana “Painting” 1946,Museum of Modern , New York. «Non c’è tensione in un quadro», scrisse nel 1955, «se non c’è lotta con l’oggetto».
E da questa lotta l’oggetto, l’immagine dell’uomo, escono distorti e sfigurati. I personaggi dei suoi quadri, esemplari le rielaborazioni del ritratto di “Papa Innocenzo X di Velàzquez” che si trovano a New York, W. Burden Collection e a Londra, Marlborough Fine Art, rispettivamente del 1953 e del 1962, ci appaiono come attraverso un vetro deformante e al tempo stesso, lucidamente osservati con spirito da voyeur. «Vorrei che i miei quadri apparissero come se un essere umano fosse passato su di essi… lasciando una scia di umana presenza e tracce di memoria di eventi passati»; queste parole possono forse spiegare perché Bacon si serva spesso di immagini preesistenti rielaborandole: fotografie anonime, gli album fotografici di Muybridge, fotogrammi da film di Bufiuel, Eisenstein, Stroheim, immagini mediche di malattie della bocca, il citato “Innocenzo X di Velàzquez” il “Ritratto di V. Van Gogh“.
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