Un Battiato straordinario ha illuminato di arte una Piazza Roma stracolma a Modena il 28 luglio. È la terza volta che vedo il grande poeta e cantautore dal vivo, ma certamente è stata la volta che ho apprezzato di più. Perché il maestro ha mostrato davvero tutte le sue vocazioni e sfaccettature: da quella danzereccia e giovanile, a quella meditativa e filosofica; da quella ironica e ardita, a quella emotiva e trasognante… il tutto con una qualità musicale altissima, classica e sperimentale allo stesso tempo. Iniziamo con la splendida scaletta: 29 pezzi per 2 ore di musica eccezionale:
1. Up patriots to arms2. Auto Da Fé3. No time no space4. Un’altra vita5. Tra sesso e castità6. Il cammino interminabile7. Il Ballo Del Potere8. Shock in my town9. Inneres Auge10. Gli uccelli11. Segnali di vita12. J’entends siffler le train13. La canzone dei vecchi amanti (la chanson des amants)14. Povera patria15. Prospettiva Nevsky16. Le aquile17. La cura18. I treni di Tozeur19. La stagione dell’amore20. L’era del cinghiale bianco21. Voglio vederti danzare22. Summer On A Solitary Beach23. Cuccurucucu24. Magic Shop
1’st encore25. L’animale26. E ti vengo a cercare
2’nd encore27. L’addio28. Stranizza D'Amuri29. Centro di gravità permanente
Il maestro ha attaccato con il pezzo che dà il nome al tour “Up patriot sto arms”: un pezzo non recente ma assolutamente attuale a mio parere, che ha subito dato la parola chiave per interpretare tutto il concerto: rock! Dietro un Battiato assolutamente disinvolto, musicisti davvero dotati: pianoforte, tastiera e suoni, basso, chitarra, batteria e quartetto d’archi (3 violini e una viola). Già al secondo pezzo “Auto Da Fè” il pubblico era pronto a ballare. Va detto che la partecipazione del pubblico è stata straordinaria durante tutto il concerto. Poi pezzi splendidi uno dopo l’altro: la raffinata e affascinante “No time no space” da “Mondi lontanissimi” che trasmette un’idea splendidamente eterea della realtà; “Un’altra vita” che partendo dall’intimo racconto del quotidiano insegna come a volte si deve davvero cambiare la propria vita per stare davvero meglio; “Tra sesso e castità”, un pezzo che ho sempre adorato: parla di rimpianti e dell’eterna lotta fra la purezza mistica e il bisogno umano di piacere emotivo e sessuale; “Il cammino interminabile” in cui si affronta l’innegabile rapporto che lega corpo, mente e spirito in tutto il percorso umano… Osservare Battiato sul palco è straordinario perché oltre a cantare, fa contemporaneamente il “direttore d’orchestra” dei suoi musicisti, agitando le mani e facendo segni sfuggenti. Poi “Shock in my town” che ha sempre una potenza incredibile con i suoi suoni potenti e decisi! Per questo tour è stata scelta una coreografia molto semplice ma efficace: 8 specchi opachi posti dietro il palco su cui si riflettono i diversi colori delle luci. Momento topico con “Inneres Auge” in cui Battiato osa criticare le opinabili pratiche della classe politica dirigente attuale, ottenendo una vera propria ovazione! Dopo la filosofia pura di “segnali di vita” (il tempo cambia molte cose nella vita…), ecco uno dei momenti più intimi del concerto: la raffinata canzone francese “J’entends siffler le train”seguita da “La canzone dei vecchi amanti” (cantata metà in francese e metà in italiano). E poi “Povera patria” che per me rimane uno dei pezzi più belli mai scritti sul nostro paese perché, pur nella sua amarezza estrema, dà ancora una sottile speranza per cui vale la pena lottare: nei 150 anni dall’Unità, questo pezzo ha ancora più valore e penso che il pubblico di Modena abbia ben compreso ciò. Un breve appunto sul look del maestro: è sempre uguale ma sempre elegante ed attuale; sul palco lui mi ricorda un viaggiatore inglese in giro per le colonie britanniche dell’India a inizio ‘900, con doppiopetto e camicia appena visibile sotto la giacca. “Prospettiva Nevsky” è uno dei miei pezzi preferiti: mi ha sempre dato un grande calore, proprio quello che serve per sopravvivere al gelido inverno russo! Poi con “La Cura” ha esordito con un’ironica benedizione a tutto il pubblico, senza paura di scandalizzare qualche ben pensante. E dopo “I treni di Tozeur” non è mancata un’ilare ma sottile polemica sulla gestione della tv pubblica, attraverso il racconto di un vecchio aneddoto. Il concerto si è chiuso con i pezzi più “danzerecci” che hanno portato gran parte del pubblico ad alzarsi in piedi e a correre sotto il palco ballando: “La stagione dell’amore”, “Voglio vederti danzare” e “Cuccurucucu”. E il maestro con “Magic shop” è stato anche in grado di prendersi in giro “C'è chi parte con un raga della sera e finisce per cantare la Paloma…”. Poi Battiato e i musicisti sono usciti, ma gli applausi scroscianti e i richiami di ogni tipo (una ragazza dietro di me ha urlato “Dai Franco esci, ci vai dopo a meditare!!”….) hanno “costretto” il maestro a ben 2 encores. Nel primo ci ha donato “E ti vengo a cercare”. Nel secondo una splendida recente ma ben poco conosciuta canzone “L’addio”: la forza nostalgica di questo pezzo poetico è straordinaria. Il tutto si è chiuso con “Centro di gravità permanente”. E io credo che il centro di gravità permanente della musica italiana sia proprio Franco Battiato con la sua arte assoluta!