Così la matita, nella mano di questa giovane artista, diventa il mezzo per dare forma e vita, con la sua mina di grafite, a
immagini che, per la loro compostezza, equilibrio e originalità, invitano a momenti di meditazione e di ascolto del sè. Infatti
quello che viene creato per mezzo della matita, ha una componente insolita e che affascina: una presenza medianica che ci rimanda ai valori spirituali delle architetture sacre del medioevo. Esiste, nei lavori della Savani, un criterio di bellezza
interiore, espressa dai settori della simmetria dei segni nel cerchio e dalla mancanza del colore sostituito da varie
sfumature di grigio e di nero, e un criterio di bellezza esteriore”.
Ma anche per l’altro artista in esposizione la Chiesa ha avuto notevole riconoscimento tanto che ha voluto ricordarci che lo stesso Pierre Restany ne tesse gli elogi: “ Il lavoro di Riccardo Franco – ci ha detto infatti la Chiesa- è stato magistralmente descritto da Pierre Restany in un testo del 1995 in cui sottolineava che il rapporto dell’artista con l’albero è un rapporto di globalità o perlomeno ne presenta le caratteristiche mediate e
immediate: prima di tutto il piacere. La scelta, lo spaccato, la collocazione dei tronchi dimostrano non soltanto una cultura
specifica della natura vegetale, ma anzitutto un amore profondo per un operato e un’operatività gestuale che è
espressione stessa d’amore. L’alchimista Riccardo Franco sa leggere nelle venature del legno i fondamentali segreti che
molti stregoni più comuni leggono nelle linee della mano: il destino. L’alchimista del legno è l’uomo del destino”. La bipersonale resterà aperta fino al 23 settembre con il seguente orario: tutti i giorni dalle ore 10 alle 20.
CLAUDIO ALMANZI