Franco farina, pittore di realtà e suggestione

Da Postpopuli @PostPopuli

di Giovanni Agnoloni

“Parigi”, di Franco Farina

- Franco Farina è un artista che che si immedesima completamente nel suo lavoro. Parlaci di come è nata in te questa passione.

Ho sempre amato l’arte, fin da bambino. Pensa che io abitavo in cascina a Bergamo, e c’erano mucche cavalli e il mulino con la ruota mosso ad acqua. Mio nonno era mugnaio, e molti pittori venivano a dipingere le cascine, i cavalli e il mulino. Allora mi mettevo a guardare cosa facevano e come lo facevano, e iniziavo pure io a disegnare e dipingere; e poi c’era il fatto di avere una certa predisposizione naturale per il disegno e il colore, e l’aver trovato sempre persone che assecondavano questa mia qualità e passione, e anche l’aver frequentato ambienti artistici da adolescente, e pure successivamente. Così è potuta fiorire questa mia capacità, dando i suoi frutti.

- Nella tua produzione ci sono molti ritratti e anche diversi paesaggi, a volte dalle suggestioni fantastiche. Come avviene in te il processo creativo?

Il processo creativo è istantaneo. Può essere un’occhiata ad un paesaggio, che istantaneamente ti immagini il quadro fatto. O può essere un brano musicale che suscita immagini di colore e movimento che sono suggestioni fantastiche, come le hai chiamate tu. Sono impressioni, emozioni trasformate in colore e forma. I ritratti sono frutto di una passione per la forma umana. Ogni persona è come un fiore: sboccia, e nel fiore degli anni mi piace ritrarre ragazze, il cui corpo è così perfetto ed estetico che fa sognare. Per cui le trasformo in leggiadre fanciulle con ali di farfalla, che volano nei miei dipinti. Ma ogni età ha il suo colore ed emozione, come le stagioni, e quindi è bella anche la signora anziana, con il suo sguardo e con le rughe del tempo che non sono affatto brutte: sono cose naturali, che se vissute bene come le stagioni non tolgono nulla alla bellezza dell’animo.
Vari di questi ritratti mi sono richiesti da clienti, e quindi coltivo questa vecchia tradizione di fare il ritratto su commissione. Un ritratto è molto più vivo e profondo di una fotografia: ha della vita, che viene infusa nella tela dal pittore.

“Londra”

- Lavori principalmente nella tua regione. Che vuol dire, per un pittore, il rapporto con il suo territorio?

Io lavoro principalmente nello studio che ho in provincia di Lecco, in un paesino che si chiama Olgiate Molgora. Ma sono originario di Bergamo, e spesso sono lì per mostre o per trovare amici e parenti, quindi diciamo che a Bergamo sono di casa. Ci ho fatto varie mostre, e anche a Milano, Lecco, Como, Brescia, Cremona, Genova, Ancona e pure Stoccolma – per ricordarne alcune. Ogni volta che fai una mostra, impari a conoscere le persone del posto e a vedere quanto sono aperte all’arte, quanto sono disposte ad avere arte e quadri in casa loro, la loro sensibilità, i loro gusti. Il rapporto con il territorio deve essere aperto alla comunicazione. Io trasmetto comunicazione in forma pittorica, o con parole scritte o parlate, e ricevo comunicazione dalle persone del luogo; penso che l’arte sia per la gente. Non deve chiudersi in una torre d’avorio. Il pittore deve essere aperto nel comunicare, e mettersi su più linee di comunicazione possibile, se vuole che la sua arte sia conosciuta. Se nessuno vede i tuoi quadri, nessuno li apprezzerà o comprerà. Quindi la comunicazione e il rapporto col territorio e la gente è una parte essenziale del lavoro dell’artista. L’artista infonde vita in una cultura, e l’arte è comunicazione e deve viaggiare sulle linee della comunicazione. Inoltre, l’estetica è anche terapeutica. Un posto bello e in ordine, dove ci sono opere d’arte, ti fa stare bene.

– Quali sono i tuoi principali modelli artistici?

Il mio modello artistico prediletto è una realtà un po’ sognata. Una realtà che si discosta dall’usuale, che non sottostà alle leggi di questo universo, dove un corpo può volare e dove le cose possono stare sospese nell’aria e non ubbidire alla gravità di questo pianeta. Dove le fanciulle hanno ali di farfalla. È un surrealismo, o un figurativo permeato da questa sensazione onirica. Una realtà filtrata dal sogno.

“New York”

- Qual è la situazione del mercato delle arti visuali, per come tu la percepisci?

È in base a come tu la crei. Forse queste sono parole azzardate, ma dire che è colpa del momento storico o altro sarebbe dare responsabilità ad altre cose e persone, e quindi dire “è colpa sua”. Dare questa come ragione di scarse vendite o scarsa creatività non risolve nulla. Capisco che ci sono momenti più o meno favorevoli, ma uno deve sempre vedere cosa fa e come fare meglio, e come promuovere meglio e come emergere. E questo dipende dalle proprie osservazioni, decisioni e azioni.
Chiaramente, nei momenti dove c’è un fiorente mercato, l’arte ha un buon mercato. Ma io dico una cosa, il rinascimento è stato quel movimento artistico e filosofico che ha tirato fuori una società dal medioevo, e va notato che il rinascimento è stato fatto dagli artisti, pittori e scrittori. Non è stato fatto dai politici. È stato creato da scrittori, pittori, filosofi, che, appoggiati dai mecenati, hanno saputo tirare fuori il meglio di sé. I sogni di una civiltà sono creati dagli artisti. I politici possono appoggiare o frenare – con le loro decisioni o azioni – questi processi di cultura e civiltà. Ma essendo anche il politico un essere umano sensibile, bisogna comunicargli  e rendergli evidente nel modo dovuto quanto è importante l’arte per una cultura e una civiltà, e  così ottenere che appoggi vari progetti che favoriscano l’arte. L’arte è qualità di comunicazione, e arricchisce lo spirito. È l’arte che, con la sua bellezza, deve creare una civiltà e un mercato fiorenti.

– Parlaci delle tue mostre in corso e in programma…

Ho una mostra stabile al Centro Biomedic a Cassina Rizzardi, in provincia di Como, in Via delle Industrie, n° 111. Inoltre ho quadri a Stoccolma alla Galleria “Studio Fyra Årstider”, e ho in programma una Mostra in provincia di Bergamo, a Brembate, nel Bar Ristorante “Vanilla”, Zona artigianale, Via Veneto 42. Dal 14 febbraio, San Valentino, ore 20.00, tu e tutti i lettori siete invitati: la mostra lì dura fino al 23 febbraio. Ci sono poi varie mostre da sviluppare a Bergamo e sul lago di Garda, e nella Svizzera italiana.

(i tre dipinti qui riportati compongono un trittico di Franco Farina intitolato ”Il nuovo impero della luce”)


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