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FRANCO VIMERCATI Tutte le cose emergono dal nulla: Palazzo Fortuny, Venezia mostre, a cura di Elio Grazioli

Creato il 23 agosto 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Franco Vimercati studio, Venezia, Palazzo Fortuny, Milano Arte Expo

Franco Vimercati studio – a Venezia la mostra di Palazzo Fortuny

FRANCO VIMERCATI Tutte le cose emergono dal nulla: a Palazzo Fortuny (MAPPA), Venezia, la mostra dedicata a Franco Vimercati (1940-2001), un grande della fotografia italiana, a cura di Elio Grazioli, progetto di allestimento di Daniela Ferretti. Inaugurazione: venerdì 31 agosto open day dalle 12 alle 20 – l’esposizione a Palazzo Fortuny resterà aperta fino al 19 novembre 2012. Elio Grazioli (dal testo “Io sono la lastra”): Franco Vimercati era diventato una piccola leggenda nel mondo dell’arte italiana. Di lui si diceva che si era chiuso in casa per dieci anni a fotografare esclusivamente una piccola ciotola su un fondo nero. La leggenda lo colorava perciò di anticonformismo e inattualità, con un’aura di sapore orientaleggiante, quasi un buddista in meditazione contemplativa su un unico oggetto. Erano gli anni ottanta, il decennio dell’euforia e della trans modernità e lui se ne stava in disparte concentrato su un semplice oggetto di poco conto e significato e di uso quotidiano. > c. stampa Carlotta Toscano - Studio Lucia Crespi >  La grande mostra personale a Palazzo Fortuny di Venezia di Franco Vimercati è senz’altro la più esaustiva dedicata a questo artista che aveva trovato nella fotografia il suo mezzo espressivo d’elezione e copre il periodo dagli anni Settanta fino alla scomparsa nel 2001. >>

Artista straordinario, Vimercati, dopo gli studi all’Accademia di Brera si avvicina al mondo dell’arte che negli anni Sessanta ruotava attorno alle gallerie milanesi e al mitico Bar Jamaica.

Ben presto si rende conto che nella fotografia si concentra non solo il suo interesse ma anche il suo mezzo favorito di espressione. Conosce presto il lavoro di grandi fotografi quali Diane Arbus, Lee Friedlander, Robert Frank e soprattutto August Sander. Come lui, Vimercati è sostanzialmente un contemplativo, non interessato all’azione come tale, ma ama piuttosto concentrarsi su un unico soggetto, facendo proprie le esperienze concettuali e minimaliste.

Fin dall’inizio emerge l’idea di serialità,  da qui già nel 1975 le immagini di piastrelle e due anni dopo quelle delle doghe del parquet, fino al grande lavoro delle 36 fotografie di bottiglie di acqua minerale Levissima. Trentasei scatti uno diverso dall’altro, tutti in bianco e nero. Questo interesse si esprime in seguito in quello che è considerato il suo lavoro più rappresentativo, il ciclo delle terrine di porcellana. Una ottantina di fotografie in un arco di tempo a partire dall’83 fino al ’92.

Decide quindi di lavorare sulle variazioni come in musica.

Franco Vimercati, Sei tondi, 1978, dia 27,4 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny, Milano Arte Expo

Franco Vimercati, Sei tondi, 1978, dia 27,4 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny

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Vimercati non ama la folla, il mondo delle gallerie d’arte, il mondo esterno in generale, la sua casa diventa il suo spazio e gli oggetti che vi trova i suoi soggetti. Si tratta di piccoli vasi, di un bicchiere di un ferro da stiro, di una grattuggia, di un bricco del latte, della Bialetti. Come diceva lui stesso: si tratta del piacere di lavorare senza essere disturbato dal soggetto. “A me interessava che scoccasse la fotografia – ha detto – non mi interessava leggere l’oggetto, ma assistere ogni volta a questo miracolo”.

E il miracolo si ripete ancora nelle immagini rovesciate ovvero così come sono realmente “viste” dalla macchina fotografica e in quelle sfuocate che, come ci precisa, non hanno neppure la fase della messa a fuoco. L’effetto è meraviglioso: più che fotografie ci sembra di vedere effetti luminosi quasi di sogno. Siamo di fronte a infinite variazioni dal nero al grigio, con qualche tocco più chiaro, che smaterializzano l’oggetto facendoci varcare la soglia della poesia.

Le immagini nelle fotografie vengono a volte ingrandite, dando all’oggetto una presenza particolare, quasi senza sfondo, esaltandone le forme in senso astratto.

Altre volte vengono rimpicciolite facendo riferimento, come Vimercati stesso annotava, alla precisione delle incisioni degli antichi maestri.

Franco Vimercati, Capovolte,1997, 32 × 25,5 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny, Milano Arte Expo

Franco Vimercati, Capovolte,1997, 32 × 25,5 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny

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Nel 1999 inizia il ciclo di immagini sovrapposte che danno l’effetto di un tremolio, forse la rappresentazione di una rotazione del soggetto, come risulta più evidente l’anno seguente in una piccola serie raffigurante un bricco del latte.

Vimercati viene spesso paragonato a Morandi, pittore che  amava anche se non si identificava, ambedue avevano questa tendenza a fare dell’oggetto comune un pretesto per avvicinarsi a mondi e sentimenti diversi. Le sue fotografie hanno quasi la funzione del mandala: guardandole entriamo in uno spazio fatto di sentimenti profondi, una porta che sta solo a noi varcare.

Nel 2001 Vimercati muore improvvisamente privandoci  non solo di un grande artista  ma di un uomo meraviglioso, il cui carattere schivo ha fatto nascere una leggenda che lo vuole un recluso in costante meditazione su un unico oggetto, quasi fosse un eterno mantra che prende di volta in volta forme diverse ma è in essenza la stessa cosa.

Lui minimizzava, dicendo che credeva sostanzialmente solo nel lavoro, nell’etica del lavoro, nel piacere del lavoro senza più essere disturbato dal soggetto. Credeva nella possibilità di  togliere pian piano alla fotografia la parte letteraria finché non rimanesse nient’altro che lo scatto.

Vimercati si esprimeva attraverso la fotografia come artista e come uomo, lui e la sua opera erano la stessa cosa, come diceva lui stesso: ”io sono la lastra, ho bisogno di poca luce, di un sospiro, di un soffio di luce”.

In concomitanza con la mostra esce la prima monografia dedicata a Franco Vimercati a doppio marchio John Eskenazi/Skira Editore, dove vengono pubblicate le sue opere più rappresentative e una lunga bellissima intervista con Elio Grazioli da lui stesso letta e approvata. Ad essa si aggiungono numerosi testi di differenti autori che ripercorrono la sua carriera, tra questi Paolo Fossati, Luigi Ghirri, Angela Madesani, Giuseppe Panza di Biumo, Carlo Arturo Quintavalle, Daniela Palazzoli.

Franco Vimercati, Il ciclo della zuppiera, 1991, 17,4 × 22 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny, Milano Arte Expo

Franco Vimercati, Il ciclo della zuppiera, 1991, 17,4 × 22 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny

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FRANCO VIMERCATI

NOTE BIOGRAFICHE

A cura di Martino Vimercati

1940

Franco Vimercati nasce il 16 dicembre a Milano; sarà figlio unico, in una famiglia non agiata.

Sino al termine della Seconda guerra mondiale, vivrà l’esperienza dello sfollamento da Milano bombardata dalle truppe alleate.

1954

Dopo aver conseguito la licenza elementare e media, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo i corsi serali. Contestualmente frequenta le gallerie d’arte milanesi e il bar Jamaica, luogo d’incontro di artisti ed intellettuali.

Di lì a poco realizzerà i suoi primi lavori pittorici ispirandosi all’Informale; a seguire creerà opere basate sul recupero dell’oggetto.

1959

Consegue il diploma presso l’Accademia di Brera.

1960

Una sua opera pittorica viene accettata al Premio San Fedele, prestigioso evento dedicato ai giovani artisti al di sotto dei 35 anni.

1961

Riceve l’invito di Guido Le Noci a partecipare al XII Premio internazionale Lissone; presenterà un’opera basata sul recupero dell’oggetto. Con un’altra opera dello stesso tipo sarà nuovamente al Premio San Fedele.

1962

Assolve il servizio militare. Al ritorno viene assunto come grafico pubblicitario in un piccolo studio.

1965

Decide di mettersi in proprio, aprendo uno studio di grafica presso la sua abitazione. Questa attività gli permetterà di avere i primi contatti con il mondo della fotografia; inizia a studiarne la tecnica e la storia e a realizzare i primi esperimenti.

1968

Il 29 febbraio si sposa con Bruna, che rimarrà al suo fianco fino alla sua morte.

1972

Conosce Ugo Mulas che, già molto malato, gli illustrerà il suo lavoro; inoltre lo introdurrà all’opera dei fotografi americani Diane Arbus, Lee Friedlander e Robert Frank, ancora poco noti in Italia.

1973

Realizza il suo primo lavoro fotografico. Si tratta di 38 fotografie in bianco e nero che ritraggono gli abitanti di un paese delle Langhe, luogo della campagna piemontese in cui Franco già da alcuni anni trascorre le vacanze estive.

L’opera viene esposta presso la Biblioteca Luigi Einaudi di Dogliani.

1974

Il ciclo di ritratti viene pubblicato, a cura di Luigi Carluccio, nel volume Sulle Langhe corredato da un saggio di Davide Lajolo.

Si interessano al suo lavoro Paolo Fossati e Arturo Carlo Quintavalle. Quest’ultimo seleziona dodici fotografie delle Langhe per la collezione del dipartimento fotografico del Museum of Modern Art di New York.

Franco realizza Un minuto di fotografia: tredici fotografie di una sveglia, uno scatto ogni 5 secondi, che registrano lo scorrere di un minuto.

Franco Vimercati, Bottiglie di acqua minerale, 1975, 36,5 × 25 cm, Collezione privata, Venezia, Palazzo Fortuny, Milano Arte

Franco Vimercati, Bottiglie di acqua minerale, 1975, 36,5 × 25 cm, Collezione privata, Venezia, Palazzo Fortuny

1975

Il 22 luglio nasce il suo primo e unico figlio, Martino. Realizza una sequenza di trentasei fotografie in bianco e nero che rappresentano trentasei diverse bottiglie di acqua minerale della stessa marca. Le riprese presentano un’inquadratura pressoché identica, si distinguono tra loro solo per le piccole differenze che esistono tra le bottiglie (posizione dell’etichetta, usura del vetro, livello dell’acqua, ecc.). L’intera serie viene mostrata a Modena, presso la Galleria Civica di Arte Moderna; il catalogo avrà un saggio di Paolo Fossati.

A seguire Franco scatta sei fotografie nelle quali sono ritratte alcune piastrelle del pavimento di una stanza della sua abitazione.

Sino al 1977 continuerà a sviluppare la propria opera attraverso sequenze di immagini che rappresentano oggetti tra di loro molto simili: sei fogli di carta carbone, dodici cartoni del latte, sei tele da pittore intonse, sei listelli di parquet…

1976

Le bottiglie di acqua minerale, le piastrelle e le tele vengono esposte presso la Galleria Martano a Torino.

1977-1979

Franco radicalizza ulteriormente la propria ricerca, iniziando a lavorare con sequenze di riprese dello stesso oggetto: sei immagini di un dipinto, sette di una fruttiera, sette di una moka, sei di una zuppiera… Dopo aver disposto l’oggetto, ogni fotografia della sequenza viene effettuata come se fosse la prima: il cavalletto viene piazzato e l’immagine scattata; dopodiché il cavalletto viene smontato e il processo si ripete da capo per un numero di volte pari alla numerosità prescelta per la serie.

1980-81

Si dedica ad una nuova sequenza, quattordici fotografie in bianco e nero ritraenti una brocca di ottone. In questa occasione sperimenta con dinamicità le possibilità espressive dell’inquadratura, del formato di stampa, delle ambientazioni e, per la prima volta, della sfocatura.

Nel 1981 l’opera viene esposta presso lo Studio Marconi a Milano.

Franco Vimercati, Brocca, 1980-1981, dia 27,5 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny, Milano Arte Expo

Franco Vimercati, Brocca, 1980-1981, dia 27,5 cm, Collezione privata, Palazzo Fortuny

1982

Porta a termine una sequenza di sei fotografie che rappresentano un vaso di ceramica con decori.

1983

Realizza una serie di tre fotografie che ritraggono una composizione di fiori.

Si apre il ciclo della zuppiera. L’oggetto, una piccola terrina lasciata dai vecchi proprietari nell’appartamento in cui Franco è andato ad abitare, diventa l’unico soggetto che l’artista fotograferà per circa un decennio.

Dal 1983 al 1987 verranno proposte sequenze di sei immagini ciascuna; a seguire, con diversa intensità di produzione sino al 1992, verranno scattate numerose fotografie singole. Un centinaio di immagini ognuna delle quali si distingue dalle altre per piccole o grandi differenze relative alla posizione della luce, alla messa a fuoco, all’inquadratura.

1984

Espone presso lo Studio Marconi a Milano e presso la Galleria dell’Immagine, Palazzo Gambalunga, Rimini; i saggi in catalogo saranno rispettivamente di Paolo Fossati e di Luigi Ghirri.

1991

La Galleria Milano a Milano e la Galleria Martano a Torino ospiteranno una mostra interamente dedicata al ciclo della zuppiera. Il saggio in catalogo è scritto da Daniela Palazzoli.

1992

Si chiude il ciclo della zuppiera.

1994

Franco realizza un trittico che rappresenta un vaso bianco di ceramica in tre differenti situazioni di luce.

1995

Inizia il ciclo delle fotografie che ritraggono oggetti di uso quotidiano così come il processo fotografico li restituisce nella camera, vale a dire capovolti.

Raffaella Cortese inaugura il proprio spazio espositivo a Milano con una mostra retrospettiva sull’opera di Franco.

1996

Continuando la riflessione sulla fotografia “rovesciata”, dopo i primi scatti a fuoco, l’approccio si estremizza ulteriormente evitando la fase di messa a fuoco: gli oggetti vengono restituiti sfuocati o addirittura, eliminando l’obbiettivo, immortalati mediante il semplice utilizzo del foro stenopeico, pura luce che impressiona la lastra.

Caterina Fossati ospita una mostra presso il proprio spazio espositivo a Torino. Paolo Fossati scriverà un saggio in catalogo.

Giuseppe Panza di Biumo si interessa al suo lavoro; si instaurerà un duraturo rapporto di amicizia.

1997

Chiude il ciclo delle “rovesciate” con un insieme di scatti di nuovo a fuoco.

La Galleria Monica De Cardenas a Milano dedica una mostra alla fotografie “capovolte”. Il catalogo sarà corredato da un saggio di Marco Meneguzzo.

Franco chiude l’attività di graphic designer.

1998

Riceve l’invito a partecipare con le fotografie “rovesciate” all’XI Biennale dell’Arte di Sydney, in Australia; il titolo dell’evento è Every Day.

Espone in una mostra personale a Basilea presso Galerie Elisabeth Kaufmann.

Franco ritorna a realizzare foto “diritte” di oggetti quotidiani: l’attenzione è ora concentrata sulla dimensione degli stessi; si avranno ampie stampe con l’oggetto, più grande del reale, che arriva a toccare i bordi dell’immagine.

Opere appartenenti a questa fase verranno esposte, postume, nell’ampia retrospettiva, a cura di Angela Madesani, presso Villa e Collezione Panza a Varese nel 2008 e, a cura di Elio Grazioli, nella personale allestita all’interno della rassegna Fotografia Europea a Reggio Emilia nel 2009.

1999

Ancora studio sulle dimensioni dell’immagine: ora le fotografie riproducono l’oggetto più piccolo del reale; le stampe sono minute. Realizza le esposizioni multiple: una serie di cinque fotografie ognuna delle quali è la stampa di un negativo impressionato più volte dall’immagine di un calice. Un ritorno al concetto di sequenza, con un approccio nuovo e sperimentale.

2000

Franco fotografa un trittico che ritrae una piccola lattiera in diverse posizioni nello spazio.

Seguirà un dittico con lo stesso soggetto, che però si fa più scuro e più vicino ai margini; l’immagine diventa più piccola.

L’ultima opera lasciata dall’artista è una singola fotografia della stessa lattiera che, capovolta, tende a dissolversi nel fondo nero; le dimensioni della stampa sono ancora più piccole.

Inizia a progettare una mostra presso San Fedele Arte, a Milano. Verrà allestita postuma, nel gennaio 2002, a cura di Elio Grazioli.

Sul finire dell’anno compaiono i primi sintomi di una grave malattia.

2001

Per una improvvisa complicanza della malattia, muore il 18 aprile a Milano.

FRANCO VIMERCATI

Selezione mostre personali:

1973 .   Biblioteca Luigi Einaudi, Dogliani

1975 .   Galleria Civica Arte Moderna, Modena

1976 .   Galleria Martano, Torino

1981 .   Studio Marconi, Milano

1984 .   Studio Marconi, Milano

Galleria dell’Immagine, Palazzo Gambalunga, Rimini

1991 .   Galleria Milano, Milano

Galleria Martano, Torino

1995 .   Galleria Raffaella Cortese, Milano

1996 .   Galleria Caterina Fossati, Torino

1997 .   Galleria Monica de Cardenas, Milano

1998 .   Galerie Elisabeth Kaufmann, Basel

2002 .   San Fedele Arte, Milano

2008 .   Fotografie dal 1973 al 2001. Un viaggio verso la purezza dell’immagine, Villa e Collezione Panza, Varese e Associazione Culturale Borgovico 33, Como

2009 .   Fotografia Europea – Eternità. Il tempo dell’immagine, Reggio Emilia

Selezione mostre collettive:

1960.    Premio San Fedele, Milano

1961 .   XII Premio Internazionale Lissone, Lissone

Premio San Fedele, Milano

1975 .   Fotomedia, Rotonda della Besana, Milano

Dalla parte dei fotografi, Arte Fiera, Bologna

1977 .   Foto-grafia, Galleria Rondanini, Roma

Fotografia come analisi, Teatro Gobetti, Torino

L’arte sperimentale dei nuovi mezzi espressivi, Premio Gallarate, Gallarate

1979 .   Stanze del Gioco, Pinacoteca Comunale, Ravenna

Iconicittà, Padiglione Arte Contemporanea, Ferrara

1982 .   Luoghi dell’Immaginario, Galleria Arte Moderna, Suzzara

1992 .   Decostruzione del quotidiano, Galleria Milano, Milano

1995 .   Modena per la Fotografia, Modena

1996 .   Ritratti d’interni, Studio la Città, Verona

1997 .   Portraits of Interior, Patricia Faure Gallery, Santa Monica, California

1998 .   Every Day – 11th Biennale of Sydney, Sydney

1968-1998 Fotografia e Arte in Italia, Galleria Civica, Modena

Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Galleria Gottardo, Lugano

2001 .   Black & White is Beatiful, Studio la Città, Verona

2002 .   Utopie quotidiane, PAC Padiglione Arte Contemporanea, Milano

L’immagine ritrovata, Museo Cantonale d’Arte, Lugano.

2003 .   Nodi/Opere fotografiche multidimensionali anni Ottanta e Novanta, Galleria Martano, Torino

2006 .   Al limite – Arte e fotografia tra anni Sessanta e Settanta, Sala Esposizioni Chiostri di S. Domenico, Reggio Emilia

2008 .   Italics – Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago

2010 .   Conceptual Art – The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto

2012 .   Giorgio Morandi, Museo d’Arte, Lugano

Addio anni settanta. Arte a Milano, 1969/1980, Palazzo Reale, Milano

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FRANCO VIMERCATI

Bibliografia selezionata

1974.  Davide Lajolo: volume Sulle Langhe, Edizioni Alfa-Documenta, Torino.

Cesare Colombo: catalogo, Galleria Primopiano, Torino.

Luigi Carluccio: recensione Franco Vimercati: le Langhe, ‘Panorama’, 11 aprile.

1975.  Paolo Fossati: catalogo, Galleria civica arte moderna, Modena.

Luigi Carluccio: catalogo, Dalla parte dei fotografia,  Artefiera, Bologna.

Paolo Fossati: recensione Franco Vimercati, ‘Il Corriere del Ticino’, 22 febbraio.

Attilio Colombo: recensione Sulle Langhe, ‘Progresso Fotografico’, aprile.

Carlo Arturo Quintavalle: recensione Le Langhe e la risaia: fotografie d’autore, ‘Tempo’, 11 aprile.

1976.  Carlo Arturo Quintavalle: in ‘Studio Marconi/1966-1976 dieci anni in Italia’, Milano.

Angelo Dragone   : recensione Due giovani a settimana, ‘Stampa sera’, 4 febbraio.

1977.  Carlo Arturo Quintavalle: catalogo, Foto/grafia, Galleria Rondanini, Roma.

Mirella Bandini: catalogo, Fotografia come analisi, Teatro Gobetti, Torino,

Piero Berengo Gardin: recensione Che ironica partita d’azzardo, ‘Il Messaggero’, 19 luglio.

1978.  Italo Zannier: volume 70 anni di fotografia in Italia, Edizioni Punto e Virgola Modena.

1979.  Carlo Arturo Quintavalle: Sei Bottiglie, sei listelli, un minuto di fotografia 1974-1976. Enciclopedia pratica per fotografare, n° 84, Fabbri Editori, Milano.

Pier Giovanni Castagnoli e Paolo Fossati: catalogo, Le stanze del gioco, Pinacoteca comunale, Ravenna

Ennery Taramelli: catalogo, Iconicittà, Padiglione arte contemporanea, Ferrara.

1980.  Luigi Carluccio: recensione Viaggio dentro la fotografia, ‘Panorama’, 30 giugno.

Giuseppe Bonini: Sperimentazione?, in ‘Progresso fotografico’, marzo.

1982.  Giuseppe Bonini: catalogo, Luoghi dell’immaginario, Galleria arte moderna, Suzzara.

1983.  Carlo Arturo Quintavalle: volume Messa a fuoco, Feltrinelli, Milano.

Flaminio Gualdoni: intervista radiofonica, L’arte in questione, Rai 3, 19 marzo.

1984.  Paolo Fossati: catalogo, Il silenzio del fotografo, Studio Marconi, Milano.

Luigi Ghirri: catalogo, Franco Vimercati, Galleria dell’Immagine, Palazzo Gambalunga,

Rimini.

Giuseppe Turroni: recensione Da Lartigue a Vimercati, ‘Il Corriere della Sera’, 13 giugno.

Carlo Dignola: recensione In quelle immagini la poesia del lavoro quotidiano, ‘L’Avvenire’, 23 giugno.

Roberta Valtorta: recensione Franco Vimercati, ‘Flash Art’, n° 122.

1991.  Daniela Palazzoli: catalogo, Vuoti a vivere, Galleria Martano, Torino e Galleria, Milano, Milano.

Giorgio Soavi: recensione Mia adorata zuppiera, ‘Il Giornale’, 10 febbraio.

Angelo Dragone: recensione Tra luci ed ombre la zuppiera racconta l’animo dell’artista, ‘La Stampa’, 14 aprile.

Roberto Mutti: recensione, Vasi d’amore di Vimercati, ‘La Repubblica’, febbraio.

1995.  Alessandra Pioselli: catalogo, 35° Premio Suzzara, Galleria civica arte contemporanea.

Walter Guadagnini: in Fotografia sublime passione¸ ‘La Repubblica’, 3 Luglio.

Carlo Dignola: recensione, Realtà su pellicola, ‘L’Eco di Bergamo’, 16 giugno.

Laura Leonelli: recensione Obiettivo di Vimercati è la calma, ‘Il Sole-24 Ore, 10 settembre.

Claudia Gualdana: recensione, Un minimalista di lusso dietro l’obiettivo, ‘Arte’, giugno.

Alessandra Pioselli: recensione Franco Vimercati, ‘Segno’, giugno/luglio.

Lorella Giudici: recensione Franco Vimercati, ‘Juliet’, ottobre/novembre.

1996.  Paolo Fossati: catalogo Per non dover parlare, Galleria Caterina Fossati, Torino.

Peter Weiermair: catalogo, Galleria Studio la Città, Verona.

Luigi Meneghelli: recensione Interrogativi sul fotografare, ‘L’Arena’, 24 ottobre.

1997.  Silvio Wolf: in ‘Tema celeste’, marzo/aprile.

Simona Lodi: recensione Franco Vimercati, ‘Tema Celeste’, ottobre/dicembre.

Angela Madesani: intervista, Guardo il mondo da casa mia¸ ‘La Repubblica’, 23 settembre.

Roberto Mutti: recensione Franco Vimercati, ‘TuttoMilano’, supp. de ‘La Repubblica’, settembre.

Elisabetta Planca: recensione Il mondo capolvolto di Vimercati ‘Arte’, n° 289, settembre.

Anthony Iannacci: recensione Franco Vimercati in der Galerie De Cardenas, ‘Kunst-Bulletin’, settembre.

1998.  AA. VV. catalogo, 1968-1998 fotografia e arte in Italia, Baldini&Castoldi.

Roberta Valtorta: catalogo, Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Charta.

Donald Williams: catalogo, Every day, 11th Biennale of Sydney, Sydney.

Marco Meneguzzo: catalogo, The Upside-downs, Galleria Monica de Cardenas, Milano.

Elisabetta Planca: ritratto Vimercati, l’alchimista in ‘Arte’, n° 299, luglio.

Marco Meneguzzo: Franco Vimercati, in ‘Artforum’, gennaio.

Angela Madesani: recensione Franco Vimercati, ‘Flash Art’, dicembre/gennaio.

2001.  Isabella Galli: tesi di Specializzazione in Storia dell’ Arte, Franco Vimercati 1958-1980, relatore: Prof. P. Morello, correlatore: Prof. L. Caramel, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano.

Luigi Meneghelli: catalogo, Black & White is Beatiful, Studio la Città, Verona.

Mario Cresci.ricordo Solo percezioni impercettibili, in ‘Il Sole-24 Ore’, 6 maggio.

2002.  Andrea Dall’ Asta e Elio Grazioli: catalogo, Deposizione, San Fedele Arte, Milano. Elio Grazioli e Elio Schenini: catalogo, L’immagine ritrovata, Museo Cantonale d’ Arte, Lugano

Angela Madesani: catalogo, ‘Utopie quotidiane’, PAC Padiglione Arte Contemporanea, Milano.

Roberto Mutti: recensione Concettuali a confronto, ‘TuttoMilano’, supp. de ‘La Repubblica’, 17 gennaio.

Marina Itolli: recensione Foto concettuali, ‘Photo’, febbraio.

Giuliana Scimè: recensione L’intimità dello scatto, ‘Il Corriere della Sera’, 4 febbraio.

Marco Belpoliti: recensione La morte sta sospesa nelle immagini di Vimercati, ‘tuttoLibritempoLibero’, supp. de ‘La Stampa’, 9 febbraio.

Gabi Scardi: recensione Franco Vimercati, ‘Il Sole-24 Ore’, 10 febbraio.

2004.  Elio Grazioli: volume Polvere nell’arte, Paravia Bruno Mondadori Editori, Milano.

2005.  Roberta Valtorta: volume Volti della Fotografia, Skira editore, Milano.

Angela Madesani: volume Storia della fotografia, Paravia Bruno Mondadori Editori, Milano.

2006.  Angela Madesani: catalogo, Al limite – Arte e fotografia tra anni sessanta e settanta, Sala Esposizioni Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia   .

G. Panza di Biumo: volume Ricordi di un collezionista, Jaca Book.

2008.  G. Panza di Biumo e Angela Madesani: catalogo, Franco Vimercati – Fotografie dal 1973 al 2001, Villa e Collezione Panza, Varese e Associazione culturale Borgovico 33, Como.

Vittoria Martini: catalogo, Italics – Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008, Palazzo Grassi, Venezia e Museum of Contemporary Art, Chicago

Claudio Cucco: recensione Franco Vimercati, Exibart.com, 10 aprile.

2009.  Elio Grazioli: catalogo, Eternità il tempo dell’immagine, Fotografia Europea, Reggio Emilia.

Gabi Scardi: recensione Zuppiere a orologeria, ‘Il Sole-24 Ore’, 19 aprile.

Fabio Amodeo: in ‘Arte’, n° 428, aprile.

2010.  Gabriella Belli: catalogo, Conceptual Art – The Panza Collection, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto

2012 .  Marco Franciolli: catalogo, Giorgio Morandi, Museo d’Arte, Lugano.

Paola Nicolin: catalogo, Addio anni settanta. Arte a Milano, 1969/1980’, Palazzo Reale, Milano

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Autunno a Palazzo Fortuny

Franco Vimercati

Tutte le cose emergono dal nulla

Palazzo Fortuny, Venezia

1 settembre / 19 novembre 2012

Vernice per la stampa: venerdì 31 agosto dalle 10 alle 12

Inaugurazione: venerdì 31 agosto open day dalle 12 alle 20

Sede: Palazzo Fortuny, San Marco 3780 – San Beneto, Venezia
Apertura al pubblico
: 1 settembre – 19 novembre 2012
Orario
: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.00);

BIGLIETTI MOSTRA

Intero: 10 €

Ridotto: 8 €
ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 25 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; cittadini over 65; personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, titolari di MUVE Friend Card; titolari di Carta Rolling Venice; titolari Carta Giovani; possessori di Museum Pass (indipendentemente dal prezzo di acquisto); possessori di Venice Card Adult e Junior; *è richiesto un documento

Gratuito
portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici che accompagnino gruppi; Partner ordinari MUVE

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

fortuny.visitmuve.it
[email protected]
call center 848082000 (dall’Italia)

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UFFICIO STAMPA

Carlotta Toscano –  STUDIO LUCIA CRESPI
Via Francesco Brioschi, 21 – 20136 Milano
02.89401645
F   02.89410051
[email protected]

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MAE Milano Arte Expo ringrazia Carlotta Toscano di  STUDIO LUCIA CRESPI per il comunicato stampa e le immagini.

Milano Arte Expo, gallerie d'arte contemporanea e mostre


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