La Storia e l’Arte. La Storia raccontata, accaduta, immaginata. L’Arte osservata, eterna, che prende vita.
Franco-fonia. Un canto alla Francia, una sinfonia dedicata al Louvre, museo che racchiude in sé, tramite l’Arte, tutta la Storia dell’uomo, dalle epoche più antiche a quelle più contemporanee. Tramite un montaggio che alterna il tempo presente a quadri e materiai di repertorio, Sokurov ci conduce in un viaggio che (ri)suona come un’elegia del cinema e delle arti tutte. Francofonia urla con forza quanto Sokurov non sia solo un “comune” regista, ma intellettuale, pensatore, quindi autore nel senso più nobile e alto del termine.
In Francofonia Sokurov gioca coi formati, in bilico tra documenti autentici e documenti ricostruiti, tra finzione e documentario, in un’opera che è Cinema nel senso più puro e profondo del termine. Francofonia è un film complesso, permeato da una poesia non per tutti, che non arriva al popolo grasso ma solo al popolo minuto, esempio di cinema oligarchico che riempie la mente prima che gli occhi. Un film diverso dal precedente Faust, sintomo di un regista che a 64 anni ha ancora voglia di creare, sperimentare, stupire. Il cinema è creazione e Sokurov crea come pochi sanno fare.
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