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Le plumerie possono essere coltivate, in Italia, solo nelle zone con clima invernale mite e, soprattutto, privo di gelate.Non è una pianta da appartamento. Non la si deve lasciare all’aperto durante l’inverno, ma nemmeno essere chiusa in casa perché patirebbe un clima troppo asciutto, con poca luce. In queste circostanze la plumeria fiorirà difficilmente durante la primavera.Di solito questa pianta va coltivata in serra, oppure su un terrazzo esposto a sud, con le pareti della casa a proteggerla, perché è opportuno che sia riparata dal vento, così da evitare lacerazioni irrimediabili sulla grandi foglie.Se si intende piantare la plumaria in vaso, nella terra o in giardino, va posizionata al sole, in una zona luminosa. I raggi del sole la devono raggiungere per alcune ore, almeno, al giorno. Ma, in estate, bisogna fare in modo che la pianta si trovi anche in una posizione ombreggiata durante le ore più calde della giornata.
Il miglior terriccio da utilizzare, nella coltivazione in vaso, è quello universale, alleggerito però con della sabbia o, in sostituzione, della pietra pomice e, questo, per evitare ristagni idrici. Ben indicato è anche un piccolo strato di ghiaia o argilla espansa da posizionare sul fondo del vaso.Se coltivata in piena terra, la plumaria vive bene sui terreni sciolti, piuttosto sabbiosi, aridi. Anche sassosi, l’importante è che siano sempre ben drenati.L’annaffiatura si effettua da metà aprile a metà ottobre, e cioè durante il periodo vegetativo, se coltivata in vaso. Attenzione a far asciugare sempre il terriccio tra un’annaffiatura e l’altra. D’inverno le annaffiature vanno sospese.Una curiosità della plumeria, sopporta l’acqua salmastra.Durante l’estate la pianta gradisce delle vaporizzazioni all’alba o di prima mattina.Il periodo migliore per la concimazione va da maggio a settembre. Durante i primi cinque anni di vita della pianta, il prodotto da utilizzare deve essere per piante verdi, così da favorirne la crescita. Dal sesto anno in poi va sostituito con uno per piante da fiore. Entrambi devono essere concimi liquidi.
Oltre a fiorire, la plumeria produce anche frutti. Sono lungi baccelli legnosi che contengono parecchi semi. È da questi semi che si possono ottenere le piante fiorifere, nel giro di alcuni anni.Innanzitutto bisogna preparare il letto di semina. Si riempie un piccolo vaso con terriccio leggero unito a sabbia di fiume o a perlite. Si compatta tutto con la mano e si annaffia. Intanto che il terreno si inumidisce, prendere i semi e immergerli in un po’ d’acqua per due o tre ore.Trascorso questo tempo, scolare e tamponare i semi. A questo punto sono pronti per essere inseriti nel terreno, facendoli affondare per circa la metà della loro lunghezza. Il substrato va poi vaporizzato e il vaso va tenuto in un luogo tiepido e umido, fino al momento in cui i semi non germoglino.Nel momento in cui le piante cominciano a produrre le prime foglie, si può spostarle in vasetti singoli, sempre con lo stesso tipo di terriccio. Le nuove piante vanno tenute in un luogo ben aerato, non troppo soleggiato. Annaffiare periodicamente ma solo quando il terriccio è asciutto.
Le pianticelle appena cresciute, si sviluppano di pochi centimetri al mese ed è quindi nell’arco di tre o quattro anni che si otterranno gli alberelli in grado di fiorire. E, purtroppo, è solo a questo punto che si potrà conoscere la dimensione e il colore dei fiori visto e considerato il fatto che le plumerie presenti in Italia sono tutte ibride. È dunque improbabile riuscire a capire che tipo di pianta avrà origine dai semi.Se si vuole riprodurre una pianta identica a quella già posseduta, si devono prelevare delle talee semilegnose. In estate se ne asportano le ramificazioni che non hanno fiorito. Le talee di plumeria hanno, di solito, una buona percentuale di successo. La moltiplicazione per talea permette una fioritura anticipata, quindi solo dopo tre anni.Le plumerie si riproducono anche per margotta e si possono innestare, così da ottenere fiori diversi nella stessa pianta.