Un marito e una moglie non vedono i lineamenti l’uno dell’altro, non compiono quel lavoro mentale che consiste nel paragonare di continuo l’immagine rimasta nella memoria e quella che hanno davanti agli occchi in quel preciso momento. Guardano il sorriso e non il disegno della bocca, l’espressione e non la forma degli occhi, e questo per dieci, quindici anni…Poi, a un tratto, una sera, una sera come le altre, lui legge, lei cuce, e uno dei due alza gli occhi; l’altro, sentendo quello sguardo su di sè forse domanderà:” Che c’è? Che hai?”. Il primo risponderà: “Niente”, oppure “ti amo”, o qualcosa di altrettanto automatico, ma in realtà, per un attimo, l’uomo o la donna hanno realmente visto, e a volte hanno dovuto fare un impercettibile sforzo, per riconoscerlo, il volto di chi condivide con loro la vita.
(Irène Némirovsky - Due)