Frattura dell’anca: sintomi, cura, cause

Creato il 09 dicembre 2013 da Catanesefra

La frattura dell’anca si verifica soprattutto nelle persone anziane e in genere riguarda la parte del femore nota come collo femorale. Sovente sono conseguenza di una caduta a terra.Gli esiti delle cure sono variabili. Molti soggetti guariscono con una ripresa rapida e ottimale delle proprie funzionalità. Per altri, invece, la frattura significa la perdita della mobilità e, talvolta, dell’autonomia e dell’impossibilità a vivere a casa propria. Nel complesso, la mortalità un anno dopo la frattura è elevata, intorno al 30%, anche se solo un terzo è direttamente attribuibile alla frattura.

Vista l’incidenza, è importante sapere come prevenire le fratture e, in caso di incidente, come comportarsi per aiutare il soggetto fratturato.

Per prevenire le fratture dell’anca occorre agire cercando di ridurre i fattori di rischio.

I fattori di rischio per una frattura del femore possono essere suddivisi in due gruppi: quelli che riducono la densità ossea (osteoporosi) e quelli che aumentano il rischio di caduta nell’anziano. Tuttavia ci sono alcuni fattori, come l’immobilità, che agiscono su entrambi questi aspetti.
Per ridurre il rischio di caduta occorre riconoscere le classi a rischio (anziani e in particolare le donne), i fattori di rischio e intervenire su questi ultimi con interventi multifattoriali.
I principali fattori di rischio sono:

  • storia di precedenti cadute;
  • paura di cadere
  • terapia con farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale;
  • difficoltà motorie;
  • alterazione della vista.

La prevenzione dell’osteoporosi prevede invece misure non farmacologiche e farmacologiche. Gli interventi non farmacologici, fondamentali, sono:

  •  l’esercizio fisico che deve essere incoraggiato per mantenere una buona tonicità muscolare e una corretta coordinazione dei movimenti, esercizio che deve essere fatto fin dall’adolescenza e proseguito nel tempo;
  • una dieta con assunzione di calcio.

Interventi e accorgimenti da mettere in atto per ridurre il rischio di caduta

  1. Chiedere alla persona anziana se è mai caduta, nel caso sia già caduta capire la dinamica dell’incidente mettere in atto quindi interventi per prevenire altri incidenti.
  2. Chiedere alla persona anziana se ha paura di cadere, nel caso dichiarasse di avere paura può essere opportuno far fare una valutazione delle ragioni e chiedere un supporto psicologico.
  3. Far valutare periodicamente la prescrizione farmacologica nei soggetti che assumono più farmaci (soprattutto se agiscono sul sistema nervoso centrale) e chiedere al medico di rimodularla, se possibile, per ridurre il rischio di caduta.
  4. Valutare regolarmente l’equilibrio e l’andatura, la forza muscolare e la capacità visiva degli anziani.
  5. Dotare la vasca da bagno, la doccia e il pavimento del bagno di tappeti antisdrucciolo.
  6. Dotare la vasca da bagno, la doccia, il WC e il bidet di maniglia o supporti la cui presa consenta una maggiore sicurezza durante l’uso.
  7. Illuminare bene tutti gli ambienti domestici.
  8. Evitare di avere in casa tappeti e ostacoli. In particolare prestare attenzione ai fili della luce e del telefono che devono essere ben attaccati al muro. Utilizzare sempre scarpe comode e chiuse con suola antiscivolo.
  9. Dotare le scale di almeno un corrimano, applicare strisce antiscivolo sui gradini e illuminarli adeguatamente (in particolare il primo e l’ultimo).
  10. Disporre i mobili in modo che non siano di ostacolo al passaggio ed eliminare sedie e/o poltrone se poco stabili.

Come si riconosce una frattura dell’anca?

Riconoscere una frattura non è sempre semplice e soprattutto la diagnosi è compito del medico. Tuttavia può essere utile sapere quali sono le caratteristiche della frattura per poter dare indicazioni chiare agli operatori sanitari quando si chiama il 118 e per poter essere di sostegno e conforto per la persona che ha subito l’incidente.

In seguito a una caduta la persona fratturata non è in grado di muovere la gamba, ha un dolore violento che aumenta nel punto in cui si è verificata la frattura, con deformazione dell’arto: è possibile che in seguito a una frattura l’arto assuma un aspetto o una posizione inconsueta (ci può essere una torsione, un’angolazione o un accorciamento dell’arto stesso).

Successivamente possono comparire tumefazione ed ecchimosi.

Per effettuare una diagnosi certa di frattura il medico richiede una radiografia.

La persona che offre il primo soccorso in caso di caduta a terra con dolore all’anca deve comportarsi come se l’infortunato fosse fratturato e corresse il massimo rischio.

Come bisogna comportarsi in caso di incidente e sospetto di frattura del femore?

Dopo che si è chiamato il 118 e finché non arrivano i soccorsi è bene lasciare il soggetto sdraiato, evitandogli movimenti inutili in modo da ridurre il più possibile il dolore. E’ fondamentale che chi ha assistito all’incidente spieghi agli operatori sanitari nel dettaglio la dinamica inoltre bisogna fornire informazioni sulle condizioni generali della persona (presenza di malattie, eventi medici importanti, storia di precedenti cadute, attuale terapia farmacologica, informazioni sulla mobilità). E’ solo grazie a una descrizione precisa dell’accaduto e delle condizioni generali che gli operatori sanitari possono fare una prima valutazione

All’arrivo, gli operatori del 118 prima ancora di prendere in esame l’arto devono fare una valutazione complessiva del soggetto (controllo delle vie aeree e della colonna vertebrale, controllo del respiro, circolazione, incapacità funzionale, esposizione del ferito e protezione ambientale).

Il soggetto deve essere portato rapidamente in ospedale per poter intervenire con le cure adatte.

In caso di frattura del femore è sempre necessario intervenire chirurgicamente?

Nella maggior parte dei casi il soggetto viene sottoposto a un intervento chirurgico entro 24 ore dal trauma. L’intervento chirurgico mira a ottenere una ripresa funzionale precoce. La tecnica adottata dipende dal tipo di frattura e dall’età del paziente. In genere consiste nell’unione dei frammenti ossei con placche o chiodi oppure nell’applicazione di una protesi articolare totale o della sola estremità femorale. E’ importante ricordare che spesso la persona con la frattura del femore è anziana e spesso in mediocri condizioni generali. Chi assiste il malato deve da una parte informare gli operatori sanitari sulle condizioni generali del soggetto, dall’altra deve seguire scrupolosamente le indicazioni degli operatori sanitari.

In che cosa consiste la riabilitazione?

In generale la riabilitazione mira a ripristinare la precedente autonomia, compatibilmente con le condizioni generali della persona . Il programma si articola diversamente in base alla tipo di frattura, all’età e alle condizioni generali del soggetto e al tipo di intervento chirurgico.

In ogni caso la riabilitazione deve mirare a ridurre il più possibile il tempo di allettamento e deve seguire un percorso graduale che prevede due momenti: la capacità di compiere in autonomia piccoli cambiamenti posturali (passaggio dalla posizione sdraiata a quella sul fianco) e successivamente capacità di camminare con doppio appoggio controllando adeguatamente il peso sull’arto operato.

articolo tratto dal sito IPASVI