- Su di morale, ragazzi, che del vostro anno ne è già passato un diciottesimo!
Con me funzionò subito: pensare che dopo appena altre stupide diciassette parti dell’intero sarebbero arrivate le vacanze produceva una vaga, anche se immotivata, gioia.
E da allora fraziono il frazionabile quando devo resistere a qualcosa di particolarmente lungo e/o fastidioso e/o noioso.
E frazionando la situazione migliora, il mio cervellino bacato proietta un grafico a torta con le fette trascorse colorate e tutto mi sembra più agevole.
E la fine dello strazio o il completamento dell’opera appare, se non vicino, almeno concreto.
D’accordo è soltanto una roba che origina dalla mente, siamo allineati, ma del resto è lei che comanda qui.
Questo post vi sembra lungo? Tranquilli ne avete già letti i tre quinti.
Correte? Frazionate il tratto in salita in terzi, o in sesti (coi multipli di tre mi viene meglio) e poi quando state con la lingua a terra consolatevi pensando a quanti ne avete già corsi, vi sentirete riavere.
Siete a una di quelle riunioni in cui qualcuno blatera a vanvera? Frazionate il tempo totale e mettetelo in relazione con quello già trascorso.
Attenzione - maneggiare con cautela! - non funziona con le cose buone.
Se vi mettete lì a frazionare la vita capace chi vi viene voglia di andare a tirare un calcio in culo all’Emilio su.