Freak’s Note Collection voce del verbo Fuggire

Creato il 15 luglio 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Il punto di fuga è quello da cui partono infinite linee: basta seguirle, per scoprire altrettante realtà, dimensioni, mondi. Non è solo un modo per fuggire, ma anche per capire quanto siano risibili le cose che ci sembrano assolute, se appena le guardiamo da lontano. E tornare, serve a riguardarle da vicino con occhi diversi.(Pino Cacucci)

In un clima di afosità metropolitane ed echi di sirene estive che richiamano ad attraccare pelle e cuore in porti più confortevoli e frescure di mari o monti che invocano ad un relax meritato e necessario, il movimento fisico che richiede uno scatto dall’oblio obbligato e doveroso dei rispettivi impegni alla completa libertà salvifica di cui sopra può essere reso al meglio se si immagina la Fuga.

Per chi ha una passione per le definizioni da Zanichelli ed è ladro laico di parole dalle gutturali prepotenti che viaggiano a doppio, F u g g i r e, il suono di questa parola rispecchia le tante sfaccettature lessicali che il termine prevede e riporta, se calato in una realtà tangibile.

Fuggire, e quindi:

Scappare, allontanarsi rapidamente da un luogo per mettersi in salvo

Evadere, uscire dal luogo di reclusione

Andarsene da un luogo opprimente

Evitare tenersi lontano da qualcosa

Scorrere, trascorrere rapidamente

Andare via in tutta fretta

Schivare,scansare, evitare tenersi alla larga da qualcuno o qualcosa.

Ciascuna di queste definizioni racchiude in sè un moto veloce come lento, un atto repentino del corpo, uno slancio di gambe come un atleta in procinto di compiere la sua corsa, o diversamente un moto mentale, pensato e lento che segue le scansioni temporali di fasci molecolari celebrali, una velocità chimica e invisibile.

Si fugge dal tempo, dalle circostanze, dalle persone, dai luoghi.

Si fugge perchè non c’è scelta o si fugge per scelta.

Si può fuggire perchè si ha troppo poco coraggio oppure si fugge perchè se ne ha fin troppo, perchè i lasciti mettono a dura prova le debolezze umane più recondite o,diversamente,il bisogno di evasione tembra anche le personalità più mansuete e razionali.

La fuga è potente. É catartica l’energia che sprigiona sia nell’atto in cui si va a compiere sia nel preciso istante in cui sembra esaurirsi, e in cui ne percepiamo la portata finale.

É straordinario rimembrare le sensazioni che toccano coloro che si mettono in fuga, quel fascio di emozioni che racchiude tutti gli intenti e tutte le giustificazioni che intervengono per chiarire un istinto puro o un gesto ponderato.

Ma la fuga genuina, quella che non si accompagna a nessuna definizione, a nessuna spiegazione, a nessun racconto suggestive di imprese eroiche o stato di necessità, quella fuga è pura adrenalina.

É vento in faccia e cuore in libera uscita, è occhi sgranati dentro la pioggia o immersi in un sole complice, è fierezza e sicurezza sfacciata che crea distanza tra chi è in fuga e chi si è lasciato alle spalle, qualsiasi cosa sia, che viene ridimensionato e subisce il limite del distacco naturale, piccolo e lontano, un po’ come certe visioni di alberi e campagne in autostrada che da ampi e maestosi nel momento in cui si aprono alla nostra vista, vanno a rimpicciolirsi e a scomparire una volta superati e scorti solo dallo specchietto retrovisore. Trapassiamo quelle visioni, perchè la fuga spesso è anche indifferenza.

Ma la fuga non è mai un atto irreversibile, si può riprendere quel percorso abbandonato e scansato, si può rifuggire ancora, e si può ritornare indietro.

Siamo noi che segniamo il cammino di fuga, che tracciamo i punti di partenza e arrivo, che ricordiamo a memoria i tratti e le dinamiche, che scordiamo le motivazioni o rendiamo indelebili i ricordi che ci hanno spinto a procedere, a fuggire.

E tutto ciò può essere meravigliosamente e anche un po’ cinematograficamente sublimato da una musica precisa, come quella che I Freak’s hanno scelto questa settimana, che invoca ogni prospettiva di fuga, ogni messaggio di scatto evasivo, ogni personale ragione per cui si pensa e ci compie il gesto di fuggire.

Mettevi in ascolto e cercate di percepire tutte le sfaccettature che I suoni proposti vi fanno balzare alla mente, di tutti I racconti acustici che questi brani ricreano perfettamente e segnate nel vostro speciale taccuino delle cose da non sottovalutare un invito che lo scrittore Pino Cacucci rivolge ad ognuno di noi :

Siamo abituati a dare una valenza negativa al concetto di fuga ; i sussidiarii delle medie ci insegnavano che è un gesto vile, una rinuncia ad affrontare avversità e responsabilità. La fuga è invece l’unica scelta dignitosa quando non puoi cambiare più nulla, e non vuoi neppure lasciarti coinvolgere, diventare complice.‎ (da Punti di fuga)

Summer on a Solitary Beach – Franco Battiato

Unnatural Selection – Muse

Le vent nous portera – Noir Desire

Vieni via con me – Paolo Conte

Baci e saluti – Ivano Fossati

I Still haven’t found what I’m looking for  - U2

Una musica brutal – Gotan Project

Fuga all’inglese – Paolo Conte

Eden Roc – Ludovico Einaudi


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