Freddie Mercury a vent’anni dalla sua morte

Creato il 24 novembre 2011 da Marvigar4

   Il 24 novembre 1991 si spegneva a Londra Farrokh Bulsara, in arte Freddie Mercury, voce storica dei Queen e uno dei più grandi front-man della storia del rock. Ci piace ricordare come venne data all’epoca la notizia della scomparsa di Mercury all’interno del telegiornale italiano più seguito, il TG1, con un servizio di Diego Cimara, che trascriviamo parola per parola così come è stato trasmesso:

   Freddie Mercury, al secolo Friedrich Bulsara, nato a Zanzibar nel 1946, bisessuale, fu denunciato numerose volte per atti osceni. La stampa americana diede molto risalto nel 1981 alla violenza che fece ad un bambino di 9 anni e alla conseguente denuncia fatta dalla famiglia. Roger Taylor, il suo batterista, se ne andò polemicamente e fondò il gruppo dei Cross. Da solo aveva inciso soltanto due album e due singoli Group Tender (sic!) e un brutto ibrido di lirica e rock realizzato insieme a Montserrat Caballé. Con i Queen superò qualsiasi tipo di classifica con la vendita di Bohemian Rapsody e We are the champion. Recentemente è uscito The Best Volume II dove c’è questo The Show must go on una sorta di Io me ne andrò, una raccolta dei brani più noti del gruppo trasgressivo londinese, soltanto secondo ai Rolling Stones per droga party e cose del genere. La morte, comunica una scarna agenzia della notte, avvenuta nella casa di Kingston dove l’artista viveva da anni come recluso, per broncopolmonite sopravvenuta in conseguenza all’AIDS.

   A leggere il testo di questo servizio c’è da rabbrividire, non solo per il tono infamante, moralista e omofobo che lo caratterizza, ma anche per i grossolani errori sparsi ovunque che ne fanno un esempio paradigmatico di cattiva informazione (mi auguro che nelle scuole questo pezzo venga letto e citato per insegnare come non si fa giornalismo): il nome di battesimo originale non era Friedrich ma Farrokh; le denuncie per atti osceni citate dal servizio sono tutte da dimostrare, così come la vicenda della violenza al bambino di 9 anni; l’uscita di Taylor dal gruppo non c’è mai stata, visto che dopo il fatidico 1981 citato nel servizio i Queen, con Taylor alla batteria, pubblicarono fino alla morte di Mercury la bellezza di sette album, di cui due live e due raccolte; Roger Taylor fondò il gruppo The Cross nel 1987, sei anni dopo il presunto episodio summenzionato; gli album da solista di Mercury furono due, Mr. Bad Guy (1985) e Barcelona (1988), ma i singoli ammontano a circa 11, incluso The Great Pretender, che l’autore del servizio storpia fino a farlo diventare un inesistente Group Tender; nel 1991 uscì Greatest Hits II e non The Best; i Queen, il cosiddetto “gruppo trasgressivo londinese”, non ci risulta abbiano avuto i problemi di droga che effettivamente ebbero sul piano giudiziario i Rolling Stones, e dei supposti droga party non vi sono evidenze (almeno che l’autore del servizio abbia potuto vedere con i propri occhi quanto poi ha riferito); la casa dove è morto Freddie Mercury si trovava a Kensington, un distretto di Londra, e non a Kingston, capitale della Giamaica.

   A vent’anni dalla sua scomparsa, il nostro umile tributo a uno dei più grandi artisti del rock e il memento, perché non accada più quello che è avvenuto con Freddie Mercury nell’annunciare la sua morte.

© Marco Vignolo Gargini



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